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Il mondo Imperfetto

di Giorgio Civati

In un mondo perfetto, o quantomeno normale, le paratie contro le esondazioni del Lago di Como sarebbero una realtà da anni, magari con qualche mese di ritardo e qualche centinaio di migliaia di euro di maggiore spesa ma già finite, funzionanti, consegnate al passato come opera e destinate al presente oltre che al futuro. E, accanto a esse, anche il nuovo lungolago come aspetto e arredi sarebbe deciso, realizzato, utilizzato. Magari in parte criticato ma reale, concreto, “vero”. Visto che però il  mondo perfetto non esiste e Como per certe cose è decisamente sotto la media, lontanissima anche dal “normale”, se va bene le paratie saranno finite l’anno prossimo grazie alla Regione, perché la città da sola non ce l’ha fatta.

La “faccia” di tutto ciò, cioè gli arredi urbani e l’assetto estetico della passeggiata, sono ancora avvolti nel mistero o quasi. Si discute in questi giorni di un sondaggio promosso da Fondazione Volta per raccogliere pareri e suggerimenti, proposte e idee. E in contemporanea è montata la protesta degli architetti, che rivendicano – giustamente a nostro avviso – la necessità di competenze. Non basta essere di Como per discettare di porfido, granito, aiuole e piante e fiori, spazio per i pedoni e i ciclisti, pendenze, griglie e ringhiere. O meglio, non basta se si tratta di un’opera pubblica che deve durare decenni, rappresentare la sintesi di tecnica ed estetica e non il gusto di questo o quel gruppo, così, solo perché magari ha votato massicciamente.

C’è poi la questione dei tigli da abbattere, che però ci rassicuravano saranno ripiantati, non tutti, tanti, forse, chissà.

Insomma, che figuraccia. E se per il passato la giunta Landriscina ma anche altre che l’hanno preceduta hanno solo ereditato una situazione ingarbugliata, almeno un guizzo finale ce lo aspettavamo. Per noi, per Como, non per loro. E invece questa giunta  e questa maggioranza hanno deciso di non decidere, o forse lo hanno fatto ma hanno preferito non comunicarcelo mentre la fine dei lavori strutturali di Regione Lombardia si avvicina. Un anno, un anno e mezzo e il cantiere per le opere idrauliche e strutturali sarà terminato. Ma Como rischia di essere in ritardo con la parte di sua competenza, tutto sommato minuscola. E il rischio di sprecare un’occasione per fare davvero bello questo pezzo di città si fa sempre più concreto: oggi i sondaggi, magari domani i maghi.

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