Il primario del pronto soccorso: «Da medico chiuderei tutto a Natale»
«Parlando da medico io chiuderei tutto, visto quello che vedo nel pronto soccorso e nei reparti». Sono nette le parole di Roberto Pusinelli, primario del Pronto Soccorso dell’Ospedale Sant’Anna di San Fermo della Battaglia.«So che non è possibile – aggiunge Pusinelli – però bisogna stare molto attenti».Sono le parole di chi è stato, e tuttora è, in prima linea nell’emergenza Covid e che sollecitano tutti a essere attenti durante le prossime feste. I dati delle ultime settimane sono incoraggianti e permettono un allentamento delle misure ma impongono prudenza.Sarà un Natale certamente diverso, ormai è chiaro, i provvedimenti previsti dal governo spesso sono stati criticati. Tra dubbiosi, malinconici e scettici, è il direttore del Dipartimento Emergenza-Urgenza dell’Asst Lariana a dire chiaramente cosa si rischia: «Se non vengono rispettate tutte le regole imposte, temo che, nel mese di gennaio, ci troveremo nelle stesse condizioni di 20 giorni fa».«Gli assembramenti, le riunioni di famiglia – prosegue Pusinelli – io li rimanderei all’anno prossimo, perché così i genitori l’anno prossimo ci saranno… con atteggiamenti non coerenti e superficiali si potrebbe creare ancora una riacutizzazione di questa pandemia».A San Fermo, in questa seconda ondata, si è arrivati anche ad avere 50 pazienti Covid in 24 ore in pronto soccorso. Ieri, fino a mezzogiorno, se ne contavano 5. Il calo è evidente, in particolare negli ultimi dieci giorni e – secondo il primario – il motivo è da ricercarsi proprio nelle restrizioni.«Il calo è dovuto essenzialmente alla costrizione – spiega Pusinelli – le persone non avevano capito che bisognava mantenere determinati comportamenti, in particolare i più giovani non pensano che a casa trovano i genitori e i nonni, che sono i più colpiti». Il primario parla anche del contagio tra gli operatori del reparto di San Fermo. Tra ottobre e novembre nel pieno della seconda ondata si sono ammalati 3 medici e 14 infermieri. Altri due medici a Cantù.Attualmente ci sono 4, tra rianimatori e anestesisti, che sono positivi.Infine, un bilancio e una previsione: la pressione sul pronto soccorso c’è stata, c’è e ci sarà, si guarda con preoccupazione a gennaio quando a una situazione già delicata si sommerà anche l’influenza stagionale.