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Il triplo disastro del maestro di Foligno

di Adria Bartolich

Inutile dire che il recente fatto riportato dalla cronaca relativo al maestro di Foligno – il quale avrebbe imposto ad un bambino di colore di girarsi faccia al muro  additandolo ai suoi compagni come un esempio di bruttezza e dicendogli «ma che brutto che è questo bambino nero! Bambini, non trovate anche voi che sia proprio brutto? Girati, così non ti devo guardare» – è una vera vergogna.  Pare  che il maestro in questione  non fosse alla sua prima performance. Una prima volta  si era rivolto alla sorellina  del bambino apostrofandola in questo modo: «Io conosco tuo fratello, tu sei brutta come lui. Che nome lungo ti hanno dato i tuoi genitori, ti posso chiamare scimmia?».

I due episodi si commentano da sé. Un adulto nella sua funzione educativa, si rivolge a due bambini, con caratteristiche somatiche diverse dal resto del gruppo, schernendoli per il loro aspetto fisico. È un «esperimento sociale», così l’ha definito lui: già  ampiamente visto e sperimentato in passato  e si è sempre concluso con le più grandi nefandezze che la Storia si ricordi.

L’episodio è gravissimo, in primo luogo perché il maestro approfitta  clamorosamente della sua posizione educativa e gerarchica  per infierire su alcuni bambini; in secondo luogo perché lo fa con la palese intenzione di isolarli dal resto della classe, ed infine perché chiede alla classe, implicitamente, di sostenerlo in questa azione indegna. Chiede cioè l’assenso e l’approvazione del “pubblico”.

Se i fatti si fossero svolti in questo modo si tratterebbe di un vero e proprio episodio di bullismo, per le dinamiche che interessano l’insegnante, il quale però, evidentemente poco cosciente del suo ruolo, si è comportato come se fosse del gruppo dei pari, cioè un bambino.

Questo la dice lunga sul rapporto che spesso gli adulti hanno con i  bambini o i ragazzi , talmente immaturi da sentirsi “uno di loro” ed incuranti, invece, del modello che loro malgrado  rappresentano, proprio perché non lo sono.

Sul piano umano ed educativo il comportamento del maestro è un completo disastro. Sotto il profilo professionale lo è ancora di più. Il docente è un precario con un contratto a termine, forse con un concorso già superato, non lo sappiamo, ma qui siamo di fronte ad un problema di ordine organizzativo. Non è possibile che una persona possa insegnare per anni senza essere mai sottoposta preventivamente, e poi periodicamente, a una prova psicoattitudinale. È il primo diritto di un bambino quello di  avere come educatori delle persone equilibrate.

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