(m.pv.) «Io curo le malattie neurologiche. Quando vidi quella cicatrice sul seno dissi alla signora, mia cliente da anni, di farsi vedere e scrissi anche due lettere da consegnare a un luminare nel campo dei tumori e al suo medico di base. Quando tornò mi disse di non preoccuparmi, che andava tutto bene».È stata questa la versione fornita ieri mattina in aula dal medico specializzato in neurochirurgia (62 anni) accusato dalla procura di Como – pm Massimo Astori – di omicidio colposo per
non aver curato adeguatamente un tumore al seno che stava divorando il corpo di una 55enne. Male che avrebbe potuto essere combattuto, ma non usando quelli che l’accusa ha definito rimedi «suggestivi» ma «inefficaci», come pomate e massaggi. Ieri, davanti al giudice monocratico Valeria Costi, a parlare è stato proprio l’imputato. Il marito e la figlia dissero che il consiglio del medico alla madre sarebbe stato quello di sciogliere il nodulo con i massaggi. «Tutto falso – ha replicato il medico – Io curavo la signora da 20 anni da un punto si vista esclusivamente psicologico, ma notai quella cicatrice al seno. Mi preoccupai e le consegnai due lettere da dare al medico di base e a un noto oncologo. Poi, quando tornò da me, le chiesi come era andata e mi disse “tutto bene”, che era solo un problema dermatologico». Invece il seno via via fu eroso dal male che portò poi alla morte. «La signora si fidava di me. Perché dunque non mi disse nulla? Non lo so, non so dare una risposta». «Unguenti e grasso di maiale contro il cancro? Non li ho mai prescritti», ha concluso il medico, assistito dall’avvocato Elisabetta Di Matteo, aggiungendo come la signora fosse «terrorizzata dalle malattie e per questo si rifiutava di andare a fare ulteriori visite di controllo anche con altri medici».L’udienza è poi stata aggiornata al 14 gennaio per le richieste del pm e l’arringa della difesa. Non è escluso che possa giungere anche la sentenza.
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