In città nessun violentatore seriale. È caccia aperta a due malviventi

In città nessun violentatore seriale. È caccia aperta a due malviventi

Non sarebbero collegati gli episodi di piazza Duomo e via BorsieriNessun collegamento tra i due episodi, quindi niente violentatore seriale. È questa, almeno, la convinzione della squadra mobile al lavoro sulla doppia violenza sessuale (una consumata e l’altra tentata) avvenuta a Como tra sabato e domenica sera. Indagini che proseguono a tutto campo e, soprattutto, senza trascurare particolari che possano essere utile a risalire agli aggressori. L’autore della violenza in piazza Duomo ai danni di una donna della zona non sarebbe lo stesso che poi – domenicain via Borsieri – ha tentato di abusare di una 19enne, al rientro a casa in auto. Quest’ultimo episodio è avvenuto nel box sotto l’abitazione della giovane, con la ragazza che ha avuto la prontezza di chiudersi in macchina e urlare, facendo così desistere l’uomo dai suoi propositi. In piazza Duomo, invece, alla donna che ha denunciato di essere stata minacciata con i cocci di una bottiglia e costretta ad avere un rapporto sessuale orale, è stato portato via anche il cellulare.Riuscire a risalire a questo telefono potrebbe essere la chiave di volta della vicenda, una strada che non è comunque facile da percorrere. La squadra mobile della Questura spera di riuscire a dare un volto anche all’autore dell’episodio di domenica sera in via Borsieri. In quest’ultimo caso, da quanto è stato possibile apprendere, le indagini avrebbero imboccato una pista ben precisa. L’uomo ricercato, vestito con un giubbotto scuro, avrebbe avvicinato la 19enne con una pistola in mano per poi minacciarla e cercare di strapparle i vestiti. Non è nemmeno escluso che la giovane potesse conoscere il suo aggressore. Nella breve colluttazione, tra l’altro, l’uomo non avrebbe parlato ma non indossava nulla sul volto. Particolare questo che potrebbe risultare decisivo.Intanto, nella speranza di vedere presto i colpevoli di tali violenze assicurati alla giustizia, nei luoghi in cui le aggressioni si sarebbero verificate si discute su quanto avvenuto. E c’è chi, da tempo, ha deciso di prevenire ogni problema. «Noi non usciamo mai da sole dal negozio – dice al riguardo Valentina De Monte, dello Swarovski di piazza Duomo – Io vivevo in centro, e ad uscire alla sera c’era da avere paura. Per questo, con le mie colleghe, abbiamo deciso alla chiusura di non uscire mai da sole ma sempre almeno in due».«A me è capitato di essere avvicinata e strattonata a un braccio da un uomo che mi importunava e mi seguiva – dice Annalisa Azzola – Non in piazza Duomo, ma in piazza del Popolo mentre aspettavo l’autobus. Erano le 19.30, c’era anche gente ma non intervenne nessuno. Insomma, io quando esco dal negozio ho paura».Dall’altra parte della piazza c’è l’edicola con Alessandro Ostinelli che sistema le ultime uscite della settimana. «Non credo che piazza Duomo sia un posto meno sicuro di altri – dice l’uomo – I malintenzionati possono nascondersi ovunque, qui come in altre vie del centro. Anzi, in piazza Duomo in tanti anni non è mai accaduto nulla. Però mi pongo anche un’altra domanda: tanta gente chiede più tranquillità e il silenzio durante la sera, però poi ci si lamenta se le strade deserte sono poco sicure».Spostandosi da piazza Duomo si raggiunge via Borsieri. Anche qui l’eco del fatto accaduto nella notte di domenica è arrivata. La ragazza che è riuscita a mettere in fuga l’assalitore prima che la violentasse è molto nota. «Io abito vicino – dice Renato Cittadinetto, in una pausa di lavoro alla trattoria “Le Catene” – Però purtroppo non ho sentito nulla. L’aggressore deve aver studiato i movimenti della giovane perché le modalità di quanto avvenuto fanno pensare che sapesse bene come muoversi. Cosa fare? Credo che la soluzione sia una sola: più vigili in strada, in mezzo alla gente, e meno in ufficio. E devono stare in strada non a orari determinati, ma sempre, 24 ore su 24. Devono vivere le vie e il quartiere, preferibilmente sempre gli stessi agenti. Solo così è possibile mettere un freno a episodi del genere che non riguardano solo via Borsieri, ma tutta la città. Passeggiare alla sera nei giardini di viale Varese non è molto meglio rispetto a piazza Duomo».Mariella Vogini, in pausa pranzo, attende invece la sua piadina, e commenta l’accaduto: lei che, tra l’altro, in passato aveva lavorato vicino a piazza Duomo e che quindi conosce bene le due aree della città. «Io non ho mai avuto paura e nemmeno mi sono mai capitati episodi spiacevoli – dice – Certo le zone sono molto buie e i controlli non frequenti. E poi in giro, dopo una certa ora, non c’è mai nessuno. Detto questo però non nego che sono rimasta molto sorpresa nell’apprendere ciò che è accaduto»

Mauro PeverelliMarco Romualdi