Il malato resta cronico ma “dà segni di miglioramento”. Così commenta Legambiente presentando la statistica sull’inquinamento in Lombardia “Mal’aria” realizzata elaborando dati dell’Arpa. E Como è tra le città più virtuose. “Il trend per gli inquinanti è positivo per tutta la Lombardia, ma ci sono delle differenze” rileva Damiano Di Simine, coordinatore scientifico di Legambiente Lombardia. E se Lecco e Sondrio sono le città in cui si respira meglio, “nonostante da queste parti si faccia un grande impiego di stufe e camini a legna o a pellet”, in posizione intermedia, “ma in netto miglioramento”, sono gli altri capoluoghi pedemontani, Monza, Bergamo, Como e Varese. “Nessun capoluogo supera la ‘soglia legale’ stabilita a livello europeo per il parametro della media annua di polveri sottili” precisa Legambiente che però invita alla prudenza nella valutazione dei fenomeni di inquinamento acuto, ovvero i giorni con smog alle stelle in cui le centraline rilevano concentrazioni di polveri sottili superiori al valore di allarme, anche questo fissato in sede europea, di 50 microgrammi/mc. E qui Como si conferma virtuosa. “Le giornate di aria irrespirabile sono generalmente in calo ovunque, ma le uniche città che possono dirsi ‘al sicuro’ stando ai parametri della direttiva europea sono Lecco, Sondrio, Varese, Como e, per la prima volta, anche Bergamo. Tutte queste città non arriveranno a conteggiare, per il 2019, più di 35 giorni di aria tossica, che è il massimo tollerato dalla direttiva europea. Gli altri sette capoluoghi (Milano, Cremona, Pavia, Lodi, Mantova, Brescia, Monza) restano fuori legge”.
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