Interviste ai candidati-sindaco. Fabio Aleotti: «L’inesperienza è un pregio»

«Sono il candidato meno noto? È il punto di forza del nostro Movimento. La scarsa esperienza? Per noi è un pregio». Il 45enne Fabio Aleotti, candidato sindaco dei Pentastellati, rivendica la diversità del Movimento di Beppe Grillo rispetto alle altre liste. Perito industriale edile, diplomato alla “Magistri Cumacini”, è funzionario di Confcommercio a Como.

Tra i sette candidati in lizza lei è il meno conosciuto. Si sente penalizzato?«No, perché è uno dei punti di forza del Movimento 5 Stelle. Noi non candidiamo personaggi noti che portano valigette piene di voti alle elezioni. Noi siamo tutti cittadini comuni che si sono assunti un impegno sociale, quello di portare la voce di tutti i comaschi nell’amministrazione della città».

Come si descriverebbe?«Sono una persona onesta e molto pratica, per lavoro mi interfaccio da sempre con la pubblica amministrazione, della quale conosco pregi e difetti. La macchina amministrativa va rivista, in Comune bisogna premiare i risultati, rendere più efficiente lo sportello Suap (Sportello unico per le attività produttive, ndr) e aprire un Ufficio bandi per accedere ai finanziamenti europei».

Due vostri candidati al consiglio comunale, la capolista Paola Minussi e Fabio Germinario, sembrano aver fatto marcia indietro. Vi state spaccando prima del voto?«Mi risulta che Germinario abbia mandato una richiesta formale per togliere la sua foto e il suo curriculum. Da quanto ho potuto appurare con gli uffici elettorali, le candidature sono però irrevocabili dalle ore 12 del 29° giorno prima delle elezioni. Per quanto riguarda invece Paola Minussi, negli ultimi 15 giorni c’è stata l’impossibilità di avere contatti con lei per cause indipendenti dalle volontà di entrambi. Sono in attesa di poterla incontrare e di parlare direttamente con lei».

Per governare una città serve esperienza. Rapinese vi accusa di essere «zero esperienza e tante chiacchiere». «Per quanto riguarda le chiacchiere, invito a guardare quanto fatto da altri sindaci del Movimento 5 Stelle, per esempio a Torino o a Livorno. Avere poca esperienza per noi è un pregio, non un difetto, perché parliamo di esperienza politica nella peggiore delle accezioni. Noi chiediamo a tutti i nostri candidati di non fare più di due mandati in maniera tale da non dover soggiacere a ricatti politici per mantenere la propria poltrona».

A proposito di Alessandro Rapinese, è lui il vostro avversario diretto?«Io non penso che noi condividiamo una stessa parte di elettorato con la lista di Rapinese. Chi vota per noi vota un ideale, un modo diverso di fare politica, vota contro la partitocrazia. Rapinese, raccogliendo voti di protesta, intercetta consensi che potenzialmente potrebbero arrivare anche a noi, ma ciò non significa che abbiamo la stessa linea politica. Noi non siamo solo protesta, ma ideali per cambiare le cose».

Vi sentite trascurati dai media tradizionali?«Ultimamente non ho visto una gran par condicio mediatica, sicuramente ci sono personaggi che godono di maggiore visibilità».

Voi però avete il web…«Noi puntiamo molto sul web, la maggior parte della nostra comunicazione avviene sui social: la rete è un campo neutro a disposizione di tutti».

Ma Como è una città piccola, avrete anche incontrato i cittadini di persona…«Il nostro programma l’abbiamo costruito insieme con i cittadini, siamo andati nei vari quartieri per ascoltare le necessità degli abitanti, abbiamo organizzato incontri pubblici su temi specifici. In questi giorni mi sto recando nelle varie zone di Como».

Insomma, il web è bello, però bisogna ancora consumare le suole delle scarpe per fare campagna elettorale…«Sì, anche perché l’Italia in generale e Como nello specifico, Civiglio per esempio, non godono ancora di una sufficiente copertura per la connessione a Internet. Noi vorremmo più Wi-fi gratuito e connessioni veloci».

Trasferire gli uffici pubblici nella ex caserma e ridare vita all’autosilo Valmulini: utopie o progetti realizzabili nell’arco di un quinquennio?«La maggior parte di questi progetti non dipendono dall’amministrazione comunale. La “De Cristoforis” è una struttura statale e potrebbe ospitare uffici anch’essi statali, bisogna però valutare con attenzione l’impatto di impiegati e utenti sulla viabilità della zona. Per l’autosilo serve il potenziamento della cittadella sanitaria, che non dipende da Palazzo Cernezzi. Il Comune potrebbe però mettere a disposizione dei cittadini il parco dell’ex ospedale, facendo passare una pista ciclopedonale visto che percorrere la Napoleona in bici è pericoloso».

Se non andrete al ballottaggio, che indicazioni di voto darete?«Nessuna indicazione, noi non facciamo accordi, ogni cittadino è libero di fare le proprie scelte».

Che risultato pensa di ottenere al primo turno?«La nostra esperienza in città è iniziata alle elezioni di 5 anni fa, in cui non abbiamo raggiunto il 5% dei voti. Allora il Movimento era ai primordi anche a livello nazionale, ora ci attendiamo altri numeri. Il risultato del referendum costituzionale del 4 dicembre mi fa pensare che anche sul Lario la gente abbia di nuovo voglia di far valere la propria opinione».

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