Introdotta la “LAUREA DI CITTADINANZA”: non devi più studiare per conseguirla | Te la danno sulla fiducia a quest’età

Laureata

Laureata (Canva) Corrieredicomo.it

Una nuova forma di laurea celebra l’impegno e il valore umano oltre i voti e gli esami. Il vero significato dietro questo riconoscimento.

Può una laurea andare oltre lo studio, i libri e gli esami?

Cosa accade quando un titolo accademico diventa simbolo di qualcosa di più grande?

In tempi in cui tutto si misura in risultati e competenze, una nuova forma di riconoscimento accende il dibattito.

Non tutti i titoli, infatti, nascono sui banchi di un’università. Alcuni prendono vita nella memoria e nel coraggio.

Una laurea senza esami, ma piena di significato

A differenza dei percorsi canonici, che prevedono anni di studio e prove rigorose, questa nuova forma di laurea viene conferita per onorare il contributo umano, sociale o civile di una persona. Un modo per affermare che il sapere non è solo conoscenza tecnica, ma anche responsabilità, partecipazione, solidarietà. Il concetto di “laurea di cittadinanza” nasce per dare voce a chi, con il proprio impegno o la propria testimonianza, ha lasciato un segno tangibile nella comunità. Non si tratta di un privilegio, ma di un gesto simbolico di riconoscenza. È un modo per dire che il valore di una persona non si esaurisce in un piano di studi, ma si manifesta anche attraverso l’etica, il coraggio e l’esempio quotidiano.

Laurea ad honorem
Laurea ad honorem (Canva) Corrieredicomo.it

Lauree alla memoria e riconoscimenti speciali

Uno degli esempi più recenti e toccanti arriva dall’Università di Messina, che il prossimo 23 ottobre conferirà alla memoria la laurea triennale in “Tecniche di laboratorio biomedico” a Sara Campanella, la studentessa di 22 anni di Misilmeri uccisa dallo stalker lo scorso 31 marzo. Un gesto che non ha soltanto valore simbolico, ma rappresenta un atto di giustizia morale. Sara era una studentessa brillante, appassionata, piena di progetti e di sogni. La sua vita è stata spezzata troppo presto, ma la sua storia continua a parlare, a muovere coscienze e a stimolare riflessioni importanti sul tema della violenza di genere. Con questa laurea alla memoria, l’Ateneo non intende soltanto chiudere un percorso accademico interrotto, ma contribuire alla costruzione di una cultura più attenta, più empatica e più giusta.

E non è un caso isolato. Negli ultimi anni, molte università hanno scelto di conferire titoli speciali a chi ha rappresentato valori positivi per la società. Dalle lauree ad honorem per meriti sportivi e artistici fino ai riconoscimenti postumi a figure civili o volontari, il mondo accademico sembra voler ricordare che l’istruzione non è solo un traguardo personale, ma un bene collettivo. E forse, in un tempo in cui tutto sembra correre verso l’efficienza e la competizione, queste lauree speciali ci ricordano che la conoscenza non serve solo a produrre, ma anche a comprendere, rispettare e onorare. Perché il vero sapere è quello che lascia un’eredità morale, non solo un voto in carriera.