Fabrizio Barabesi, giornalista e scrittore, parla di musica e pandemia nel suo nuovo libro edito da Arcana,Isolation rock. Un diario in pubblico nel tunnel della quarantena, cronistoria di un anno da fantascienza che è purtroppo realtà tuttora incandescente, e non sappiamo quando il vulcano si spegnerà. Ma proprio la musica consente di vivere in modo più leggero e anche più consapevole un dramma planetario che riguarda tutti. Anche chi, cocciuto più di un mulo, lo nega.«Questo libro – mentre c’è chi continua a combattere il contagio in prima linea – è il frutto – scrive Barabesi – di uno strano esperimento da laboratorio casalingo: utilizzare la musica per inventare delle playlist strettamente collegate all’isolamento più intransigente, ai suoi effetti collaterali».La musica evocata dalle sue pagine è quella di ieri e di oggi, fatta da artisti celeberrimi ma anche di nicchia, dai più melodici e orecchiabili ai quasi cacofonici: tutto serve per rompere il silenzio al tempo del Covid 19 orchestrato sul filo del pentagramma. Un racconto strutturato e non rapsodico o caotico zibaldone dove scopri anche perle d’archivio: «Curioso scoprire chi di distanziamento sociale già parlava nel 1982, come Renato Zero che nel pezzo Contagio cantava: “Pericolo di contagio / Che nessuno esca dalla città / L’isolamento è un dovere oramai / Dare la mano è vietato». La recensione completa sul “Corriere di Como” in edicola.
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