di Lorenzo Morandotti
La salvaguardia del paesaggio come bene comune è scritta
nella Costituzione, non è una fisima da ecologisti radicali. Al di là delle
proteste di piazza e degli slogan, delle facili o meno facili prese di
posizione (sulla battaglia ecologista non si è di parte, coinvolge tutti
nessuno escluso, anche chi non vuole arrendersi all’evidenza della crisi
climatica in atto), è la nostra Carta Costituzionale all’articolo 9 a fungere,
in questo come in tanti altri casi, da bussola: «La Repubblica promuove lo
sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio
e il patrimonio artistico della nazione».
Piante, alberi,
laghi, mari, fiumi come beni culturali, al pari di quadri, monumenti, romanzi e
opere liriche. Domani sarà un giorno speciale per capirlo. E la popolazione
lariana in questa giornata e si spera anche
in quelle che verranno potrebbe fare molto perché ha tanto da dire in
materia e al contempo quindi tante
responsabilità. È infatti
domani la “Giornata nazionale degli alberi” istituita come ricorrenza nazionale
con una legge della Repubblica entrata in vigore dal febbraio 2013, ma «che
affonda le sue radici, è proprio il caso di dirlo, nel lontano 1898 per
iniziativa del Ministro della Pubblica istruzione Guido Baccelli – come
leggiamo sul sito ecologista made in
Lario lifegate.it – L’obiettivo della ricorrenza è quello di valorizzare
l’importanza del patrimonio arboreo e di ricordare il ruolo fondamentale
ricoperto da boschi e foreste».
Riqualificazione del
verde urbano, salvaguardia del decoro delle aiuole sottocasa, messa a dimora di
nuovi alberi sono pratiche virtuose a portata di tutti i cittadini e non solo
di pochi eletti. Basterebbe provarci.
Gli alberi sono una importante memoria ancestrale oltre che una fabbrica
di ossigeno, come ci hanno insegnato i libri di un poeta del verde come Tiziano
Fratus e quelli di uno scienziato di fama internazionale come Stefano Mancuso.
Di recente proprio Mancuso, il neurobiologo delle piante che anche “Orticolario” a Cernobbio ha ospitato,
auspicava che ogni italiano possa piantare almeno un albero per mitigare gli
effetti degli alti livelli di CO2 nell’aria. Sarebbero sessanta milioni di
tentativi di andare controcorrente. Moltissimi i polmoni verdi del Comasco, per
fortuna. L’auspicio è che possano
aumentare. E non ci sono solo le eccellenze come la Spina Verde o i
parchi delle ville storiche. Ogni area verde è un tesoro da lasciare a
chi verrà dopo di noi. Domani a cura di Arci parte un cineforum sull’ambiente nell’ambito di “Como
Futuribile”, progetto sviluppato grazie al bando di Regione Lombardia sul
volontariato. Il primo film è
Antropocene – L’epoca umana e si potrà
vedere alle 21 allo Spazio Gloria. Ci riguarda da vicino. Spiega
come abbiamo condotto il pianeta oltre i suoi stessi limiti.
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