Categories: Opinioni & Commenti

La miniera del turismo adesso presenta il conto

di Lorenzo Morandotti

Febbraio, è tempo di pensare alle vacanze. Non solo nei
consigli di famiglia, attorno al focolare (vero o digitale che sia), ma anche
sul piano territoriale. Gli operatori sperano nell’invasione dei turisti di
prossimità, e nella conferma dei nostri clienti internazionali storici
(tedeschi, americani, inglesi) che saranno chiamati a compensare i mancati
introiti per la decurtata presenza di visitatori cinesi causa coronavirus.

Il turismo miniera e filiera, giacimento di petrolio da
sondare, esplorare, da spremere nei casi più redditizi. Ma lo scenario non si
legge solo in funzione di aridi numeri, per quanto eloquenti. Cosa vendere, se
si è all’altezza di farlo, sono le domande essenziali.

E allora ecco che la miniera-filiera presenta
inevitabilmente il conto: ne siamo degni, ne siamo all’altezza? Sul Lario gli
operatori, tutti quanti  – albergatori,
ristoratori, guide, comunicatori, addetti alle reception, camerieri  –  nei
loro gesti quotidiani, nel declinare meticoloso e certosino l’abc
dell’accoglienza,  sono consapevoli che
si vende soprattutto un sogno, un’idea di vacanza, un’immagine di esclusività e
di relax che ha pochi pari nel mondo?

Qui sul Lario si vendono luoghi che racchiudono in sé una
densità di valori stratificati legati all’arte, al paesaggio, alla memoria dei
personaggi che qui sono passati e qui si sino innamorati e di quella loro
passione è giunta l’eco sino a noi: si chiamavano Plinio il Vecchio, Paolo
Giovio, Leonardo da Vinci, Henry Beyle detto Stendhal, Gustave Flaubert, Alfred
Hitchcock. Siamo all’altezza di queste eredità, di queste memorie? Non si
pretende che lo siano le infrastrutture, che rispondono a logiche moderne
complesse, ma che almeno lo sia la cartellonistica, il decoro dei luoghi, la
capacità di trasmetterne i contenuti. Ecco allora che emerge con
prepotenza  la necessità che lavori su
questi temi una cabina di regia unica coesa e concreta, cioè capace di agire su
progetti di promozione del turismo definiti e sostenibili, che armonizzi quanto
il territorio comasco può offrire (naturalmente includendo nel discorso la
parte lecchese). Con l’estate alle porte e le olimpiadi invernali di Milano e
Cortina del 2026 sullo sfondo, un organismo del genere si fa sempre più
necessario.

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