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La piccola Clara, l’euro e i pericoli nelle case

di Mario Guidotti

Clara era una bimba vivacissima. Due anni e non stava ferma un attimo. Toccava tutto. Quel giorno era come sempre, ma improvvisamente  la nonna l’ha vista respirare male e non parlare più. Si agitava, indicava qualcosa in gola. Oddio, aveva inghiottito una moneta da un euro che era sul mobile di ingresso. La nonna ha subito cercato di capire se respirava a sufficienza e ha composto immediatamente il 112, il numero delle emergenze.

In 7 minuti erano lì, hanno confermato che la moneta era andata nelle vie digestive e non respiratorie e quindi non hanno esercitato le manovre di espulsione. L’hanno portata al Pronto Soccorso dotato di unità gastroenterologica.

In meno di mezz’ora Clara aveva intorno a sé uno staff: pediatra, emergentista, rianimatore, infermiere ed endoscopista, che è lo specialista che introduce tubi nel nostro apparato digestivo. Ha visto nettamente la monetina: nel terzo superiore dell’esofago, messa di traverso, non saliva e non scendeva. C’erano dei rischi, il peggiore è che risalisse per rientrare nelle vie respiratorie, magari con un colpo di tosse o un gesto che modificasse la pressione toracica.

Nelle manovre mediche, nelle procedure sanitarie ci sono sempre dei rischi, la gente non sempre lo sa o vuole accettarlo. I telefilm di Medicina mostrano realtà improbabili e così non si accetta mai l’insuccesso. Ma in quel momento l’unico pensiero era di acchiappare quell’euro messo di traverso. Finalmente, dopo alcuni tentativi l’anestesista con un laringoscopio l’ha visto ed acciuffato con una pinza. Era fuori. Era andata bene. Clara era in salvo tra le braccia dei genitori.

Tutti gli operatori erano poi davanti al caffè e ciascuno raccontava il proprio aneddoto. Come quello del piccolo Flavio che sembrava avesse l’otite perché segnava di avere male ad un orecchio e il medico di Pronto Soccorso visitandolo ha trovato che si era infilato nel condotto uditivo nientemeno che un anello della mamma.

Per non parlare poi delle volte che gli oggetti, fortunatamente piccoli, sono finiti del tutto nel tubo digerente e solo il tempo, unito a qualche purga, li ha potuti far ritrovare, magari dotati di odori insolitamente nuovi. Tante storie di bimbi monelli, ma veri e propri incubi per genitori e nonni, le nuove baby-sitter del terzo millennio.

Cosa fare, che cosa imparare da queste lezioni? Per quanto ci si provi non si può osservare i bimbi piccoli in ogni gesto, in ogni secondo. È invece possibile ed anzi è imperativo organizzare l’ambiente nel quale si muovono. La case sono ambienti di gestione dilettantesca dei bimbi. Bisogna pensare quindi sempre non solo a ciò che è ovviamente pericoloso, come liquidi e sostanze tossiche, ma anche oggetti che girano per la casa, e metterli rigorosamente in alto, più in alto possibile, perché in basso i bimbi arrivano dappertutto.

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