di Giorgio Civati
Il Lago di Como è un gran bel posto: lo sappiamo bene noi che da queste parti ci viviamo, ma vederlo ufficializzato da una importante rivista britannica, Town and Country Mag, che ci posiziona tre le 10 destinazioni top nel mondo, fa sempre un certo effetto.
Per gli esperti di viaggi e vacanze inglesi, infatti, il Lago di Como risulta essere al sesto posto assoluto in una classifica che affianca California e Hawaii, Polinesia e altre località da sogno. Sesti, davanti a Bora Bora per dire. Con vip e meno noti che amano ville e natura, lago e storia ma pure un’offerta di hotel di altissimo livello.
E così i flussi turistici portano sul Lario vacanzieri dagli Usa, dall’India, dall’Inghilterra – i britannici ci considerano la seconda meta più desiderata d’Europa e la prima d’Italia – o dalla Cina. Da ovunque, per una popolarità e per apprezzamenti che, forse, a noi “indigeni” possono anche lasciare un po’ stupiti.
Quel che è certo, almeno dal nostro punto di vista, è che tutta questa celebrità ce la siamo meritata davvero pochino. La natura è quella che è, non certo un merito. Semmai demerito è averla un po’ maltrattata, negli anni o addirittura nei secoli.
Pur orgogliosi di gioielli architettonici e naturalistici come Villa Balbianello, tanto per fare un esempio, non possiamo certo vantare onori recenti. Villa d’Este e simili sono “meriti” tutti privati, di imprenditori e albergatori non del territorio. Insomma, ben vengano questi riconoscimenti ma attenzione, merito ce n’è ma individuale, non certo diffuso. E invece se c’è una lettura che merita attenzione da classifiche di questo genere è che ad avere successo è tutto il territorio, l’insieme, il “brand” Lago di Como. Che poi è fatto del ristorantino tipico di Careno così come della famosa Villa Serbelloni a Bellagio, della “toccata e fuga” nel capoluogo ma anche magari di un po’ di shopping negli outlet di qualche famosa azienda serica. Tutto un insieme dalle molteplici sfaccettature che risulta affascinante nel suo complesso. E che, quindi, come realtà unica meriterebbe di essere promosso, salvaguardato, gestito e proposto. Ci pare invece che a volte – troppo spesso – ci si senta in concorrenza, tra Cernobbio e Como per esempio o tra Bellagio e Menaggio. Che è, agli occhi dello statunitense, più o meno la stessa cosa, perché se una famiglia arriva dall’altra parte del mondo cosa volete che siano 10 chilometri, o magari 50 o anche 100?
Il lago, tutto il lago è la nostra forza, compresi i dintorni e in molteplici varianti. Una strategia unica, nessuna rivalità e moltissima cooperazione non possono mancare. Cosa che, invece, sembra che succeda troppo spesso.
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