Laura Negretti rilegge Hemingway

Appuntamento
il 28 luglio alle 21 a Lurago d’Erba alla Corte Alta in località
Colciago, e in caso di pioggia nella sala consiliare, per un evento
teatrale che ha il sapore della storia. Va in scena con ingresso
liberoD’amore e guerra,
lavoro liberamente ispirato ad “Addio alle armi” di Ernest
Hemingway, con la regia di Marco Filatori. In scena Gustavo La Volpe
e Laura Negretti per una produzione della compagnia Teatro in Mostra.
“D’amore e guerra” è uno
spettacolo che parte da un capolavoro della lettura mondiale come
“Addio alle armi”, universalmente noto come romanzo sulla Prima
Guerra Mondiale, ma che poi decide di scardinarlo. È uno spettacolo
che fonde il teatro di narrazione con il forte impatto emotivo del
teatro interpretato. Una sorta di tragedia greca spostata sul fronte
orientale tra il sangue, il sudore e il fango delle trincee. Da una
parte l’arcinota vicenda del protagonista di “Addio alle
armi”: Frederick Henry, giovane e aitante americano, arruolatosi
volontario nella Sanità italiana e innamorato della bella infermiera
Catherine Barkley. Una storia d’amore che presto si trasformerà in
tragedia; una “Caporetto umana” che diviene specchio della
Caporetto storica. Dall’altra parte la storia di Luigi, giovane
irredentista italiano, che decide di scappare dal suo villaggio in
territorio Austro-Ungarico, ma proprio al confine con il Regno
d’Italia, per arruolarsi volontario nell’esercito italiano. Si
troverà scaraventato, come soldato semplice, in prima linea sul
fronte orientale e sarà travolto dalla cruda realtà della guerra.
Una guerra fatta di trincee inespugnabili e battaglie assurde volute
da generali imbevuti di retorica patriottica e vanità. Un ragazzo
come tanti che ha un solo sogno, semplice e immenso; uscire vivo
dalla guerra e sposare, in un’Italia finalmente pacificata, la
ragazza che ama sotto la bandiera che ama. Due drammatiche vicende
umane messe a confronto, due destini che corrono paralleli quello di
Henry e Luigi; una è il negativo dell’altra, apparentemente simili
ma profondamente diverse nel modo di percepire e di vivere la guerra.
Una sorta di nemesi sullo sfondo della disfatta di Caporetto.