Categories: Opinioni & Commenti

Le quattro emergenze da affrontare

di Adria Bartolich

Per la scuola sono stati due anni complicati, quelli del Covid, che speriamo si siano definitivamente conclusi. Il piano per le vaccinazioni sta procedendo e a settembre dovremmo essere in condizioni di partire con un anno scolastico relativamente in sicurezza. Ancora distanziamenti e forse anche mascherina, ma certamente più tranquilli.

Come sarà la scuola post Covid? Questo è ancora tutto da capire. Pare che il ministro abbia in mente di promuovere gli Stati generali della scuola. Direi che è una buona idea. C’è la necessità impellente di fare il punto della situazione per vedere cosa funziona e cosa no negli ordinamenti fin qui usati, rilevare i difetti organizzativi che la fase di informatizzazione della didattica e del rapporto della scuola con il territorio, famiglie, istituzioni ed enti, ha evidenziato e di un ripensamento della didattica alla luce della lunga fase sperimentale che è stata la Dad. Certo, la scuola in presenza è generalmente più efficace ma la didattica a distanza, in alcune situazioni, ha dato risultati persino sorprendenti. Indietro non si torna. Bisogna guardare avanti modernizzando quello che si può delle nostre istituzioni scolastiche e raddrizzando il tiro dove sia possibile farlo.

Gli  aspetti sui quali ci sarebbe urgenza di intervenire sono i seguenti:

1) corsi di aggiornamento d’informatica e uso degli strumenti multimediali, ma non nei modi di sempre, cioè  ore di teoria informatica, bensì un vero e proprio corso per  la costruzione di “smanettoni”, che consenta  di intervenire velocemente sui problemi che in corso d’opera possono presentarsi, come caricare materiali da programmi e applicazioni diverse, realizzare immagini composite, modificare foto, montare video, musica e via di seguito; cioè mettere in condizione gli insegnanti non più giovanissimi di “competere” anche  con i ragazzini di dieci/undici anni.

2) il ministero dell’Istruzione dovrebbe predisporre in modo autonomo una piattaforma sulla quale potere lavorare in sicurezza e sufficientemente flessibile per la didattica multimediale, dalla quale attingere per  realizzare video, immagini a altro. È un po’ imbarazzante, infatti, suggerire ai ragazzi di usare WhatsApp o altro per caricare, realizzare o trasformare. L’uso di piattaforme digitali private si porta dietro una serie di complicazioni quali ad esempio l’impossibilità di accedere a un lavoro  una volta che il gestore abbia intuito il sovraccarico di account scolastici.

3) la formazione di un centro di coordinamento unico per  il disagio scolastico, i disturbi specifici di apprendimento e i diversamente abili che superi l’attuale frammentazione  e riveda la modulistica e il rapporto con la medicina del territorio.

4) la semplificazione burocratica.

Queste sono le vere emergenze, affrontate le quali si potrà pensare anche a cose più raffinate.

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