di Lorenzo Morandotti
Il mondo della cultura anche sul Lario cerca di reagire alla sfida del Coronavirus. Villa Carlotta, meta di migliaia di turisti stranieri ogni anno, l’11 marzo varerà la nuova stagione sperando di mantenere il suo ruolo leader nel settore delle dimore storiche di grande richiamo. I musei a Como riaprono sia pure con quantità contingentate e la proroga fino a fine marzo dell’esposizione nello spazio Campo quadro della Pinacoteca civica di via Diaz 84 a Como del Ritratto della famiglia Nuvolone in concerto, dei fratelli pittori secenteschi Carlo Francesco e Giuseppe Nuvolone, è segno di lungimiranza in chiave di attrazione turistica: una piccola boccata d’ossigeno per un settore che soffoca.
Purtroppo rimangono inagibili non solo per Coronavirus ma anche per la necessità di adeguamenti strutturali molti spazi espositivi comunali in città: per tanti artisti è impossibile esporre ed è uno smacco per una città che ha dato tanto all’arte nei secoli. Secondo dato segno di una riacquisita normalità: la biblioteca più importante della provincia, ossia quella di Como intitolata a Paolo Borsellino, riprende l’attività di prestito.
Per le sale studio è prematuro, attendiamo che il virus sloggi e si spera alla svelta. Un discorso a parte però purtroppo meritano altri comparti. Tante presentazioni librarie e conferenze saltate, associazioni chiuse per virus: il mondo dello spettacolo risentirà a lungo degli strascichi dell’epidemia. I carnevali sono stati falcidiati da ben altre mascherine. Molti appuntamenti teatrali sono stati costretti a riprogrammare date e palcoscenici, alcuni rimandati, altri cancellati. I cinema soffrono per due settimane di stop ma in un periodo cerniera in cui i titoli di cassetta devono ancora arrivare.
Le grandi catene dei multisala che vedono sul mercato del Lario sia il gruppo Cinelandia (a Como e Arosio) che l’Uci Cinemas (a Montano Lucino) risentono poco della concorrenza delle piattaforme digitali e sperano in un aprile con il botto, dove potranno essere anche recuperati titoli non usciti causa epidemia come l’ultimo film di Carlo Verdone.
Il tutto sempre che, malaugurata ipotesi, nel nostro Paese perduri una situazione di criticità.
Ma allora sarebbe l’intera impalcatura dell’economia a precipitare. Rimangono però realtà locali prive del tutto di cinema (Cantù) e la sofferenza delle sale monoschermo: lo Spazio Gloria di via Varesina a Como ha la doppia eroica sfida di resistere al virus e di arrivare a fine maggio con i soldi necessari a intavolare l’acquisto della sala.
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