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Le tre lezioni del virus cinese

di Mario Guidotti

Il nuovo coronavirus proveniente dalla Cina fa paura. È giusto così, non dimentichiamo che la paura è un sentimento prodotto dal nostro cervello per proteggerci, ma non deve bloccarci, bensì farci mettere in opera una serie di misure mirate ad evitare un rischio. La stessa deve essere governata dalla ragione, non dall’emotività, che misteriosamente oggigiorno è tradotta in “pancia”. Quindi, bene la paura, ma ora che cosa si fa? Quello che le Autorità, le Istituzioni indicano.

Per una volta, facciamoci guidare da chi è competente. Quindi allerta sanitaria, i medici italiani sanno che cosa fare, i cittadini si attengano alle indicazioni. Chi è a rischio, cioè chi proviene da aree sospette di contagio e presenti sintomi influenzali, deve stare a casa, chiamare il medico o i numeri telefonici di emergenza. Non è una malattia contagiosissima, cioè non è trasmessa in automatico a tutti ed ha una bassa mortalità, attualmente intorno al 3%. Quindi nessuna paura? Paura sì, panico no. Oltretutto siamo in una fase in cui non si conosce tutto, non dimentichiamo che il virus è stato isolato solo il 7 gennaio, è bene essere prudenti.

L’occasione è però ghiotta per esprimere una serie di considerazioni. Primo: il mondo della Sanità si è mosso in maniera super-tempestiva ed efficace. Ogni polo ospedaliero è allertato quotidianamente e sono messe in campo misure molto efficaci di indagine e contenimento del contagio. I laboratori hanno isolato velocemente il virus e già si lavora per avere un vaccino. Non tutti i settori produttivi e dei servizi possono vantare la stessa efficacia, non dimentichiamolo quando dileggiamo il mondo sanitario.

Secondo: l’umanità è fragile, la tecnologia e la modernità ci fanno sentire immortali ed indistruttibili, ed invece ci scopriamo frangibili da qualcosa che non vediamo neppure. È una buona lezione di umiltà per l’uomo moderno, non perdiamola. Terzo, che razza di pensiero schizofrenico è avere paura di un virus che in un mese nel mondo ha fatto un centinaio di morti, e lo scriviamo con il massimo rispetto per gli stessi, e ce ne freghiamo di quello influenzale stagionale che ne sta facendo lo stesso numero ed anche più giornalmente solo in Italia abbattendosi su anziani fragili e persone  a rischio? Sì, lo stesso virus che sottovalutiamo con una bassa copertura vaccinale e ridacchiando pure di chi si lava spesso le mani.

E che cosa dire dell’inquinamento? Che c’azzecca con il virus? È bene sapere che l’aria schifosa che respiriamo in città facilita le infezioni respiratorie (oltre a dare ictus, infarto e cancro, ma non allarghiamoci nelle paure, appunto) perché inibisce l’autopulitura che i bronchi operano. E allora che cosa facciamo? Vietiamo le auto la domenica, quando sono già ferme? Blocchiamo i Diesel che nessuno possiede più? Ipocrisia massima. Credete veramente che l’inquinamento faccia male? Caldaie al minimo, mezzi fermi. Ci preoccupa il Pil ed il rischio del “cigno nero” per l’economia? Allora va bene, purché non si dica più che la salute viene prima di tutto.

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