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L’esame di maturità? Fosse per me lo abolirei

di Adria Bartolich

Fosse per me lo abolirei, almeno per come è stato concepito
fino ad ora. Sto parlando dell’esame di maturità che, come dice la parola
stessa, dovrebbe verificare la maturità degli studenti,  ma non riesce ad uscire dal circolo vizioso
di auto-considerarsi una sorta di super prova, spesso solo per la tenuta del
sistema nervoso. L’esame di maturità sembra seguire le fibrillazioni politiche
del Paese. Dopo una stabilità relativa che dalla nascita della Repubblica l’ha
visto cambiare “solo” quattro volte,  a
partire dal 2001 le modifiche sono state ben sei.

Praticamente, salvo il ministro Giannini, ogni ministro
dell’Istruzione ha fatto la sua. Mi chiedo se davvero l’esame rappresenti un
evento tanto dirimente nella vita scolastica di uno studente se non per il
passaggio simbolico  e definitivo all’età
adulta. Intendiamoci, non sono contraria agli esami per principio,  ma cosa si chiede ai ragazzi e l’obiettivo
che l’esame si prefigge di raggiungere dev’essere chiaro.

Un simpatico quanto ironico video di un trio di vivaci
maturandi dal titolo sarcastico “Siamo studenti , non siamo esperimenti”,
sintetizza come gli alunni spesso vivano 
tali continui cambiamenti  che, in
questo caso, sono intervenuti ad anno scolastico inoltrato.

L’esame è stato cambiato infatti a gennaio, tra l’altro
complicandolo non poco. Niente terza prova ma raddoppio della seconda
(matematica e fisica , greco e latino…), niente su scuola-lavoro, non
validità delle prove Invalsi, cambio delle tracce degli elaborati scritti,
niente tesina e sorteggio delle buste. Se la maturità ha un senso, rispetto al
lavoro del resto dell’anno che gli insegnanti conoscono benissimo, così come
sono in grado di dire a che livello siano i loro studenti, è quello  di potere dare  prova in un momento specifico, della
discontinuità di cui sono capaci in alcune situazioni specialmente i ragazzi
meno impegnati nello studio. Allora perchè togliere la tesina? Vero che ci sia
il rischio di vedere un elaborato scopiazzato qua e là da Internet, ma la
capacità dei collegamenti e delle connessioni sono certamente un elemento che
una ricerca valorizza. Inoltre, belle le tracce dei temi, attuali, su autori o
personaggi di rilevo sociale, come il generale Dalla Chiesa e Bartali,  ma  che
molti non conoscevano.

Certo, se il fatto di attualizzare molto le tracce
costringerà finalmente a sorvolare un po’ di più su autori remoti per
concentrarsi maggiormente  sul Novecento,
va bene. Alcuni dicono che si tratti 
dell’esame più facile  degli
ultimi decenni.

Lo vedremo  a
valutazioni finali e scrutini conclusi.

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