«Mi ha tradito, sono andato per ucciderlo». Sarebbe stata una sorta di lunga rivendicazione, senza alcun apparente pentimento, l’interrogatorio che martedì pomeriggio ha visto l’arrestato per l’omicidio di don Roberto Malgesini, Mahmoudi Ridha, 53enne tunisino, parlare di fronte al pubblico ministero Massimo Astori, agli uomini della Squadra mobile e all’avvocato d’ufficio Davide Giudici. Due ore o poco più in cui l’indagato ha ripercorso quando accaduto e i motivi che a suo dire l’avrebbero portato ad uccidere in un modo tanto barbaro e crudele. Alla base c’era, come già riferito ieri, la paura di dover essere rimpatriato in Tunisia.Il 53enne era arrabbiato con il mondo, credeva di essere vittima di un colossale complotto in cui tutti – giudici, avvocati, magistrati, anche don Roberto – avevano svolto un ruolo. «Dovevo uccidere qualcuno», avrebbe detto, scandendo con precisione date, luoghi, nomi e cognomi delle persone che negli anni avevano seguito le sue vicende. Già nei giorni precedenti il tunisino avrebbe dichiarato di aver girato attorno al Tribunale di Como, perché cercava i suoi avvocati: «Se li avessi trovati li avrei uccisi».Lunedì, davanti a Porta Torre, ci sarebbe invece stato un incontro proprio con don Roberto mentre distribuiva le colazioni: «Mi hai tradito», gli avrebbe detto, «sono nei guai per colpa tua». «Non ho colpa, mi spiace», avrebbe risposto don Roberto, sempre secondo il racconto fornito dall’omicida. Ma Ridha era invece convinto che un ruolo il prete l’avesse avuto, che fosse complice del Prefetto, della Questura, dei giudici, degli avvocati nel volerlo via dall’Italia.Arriviamo così a martedì mattina. Il tunisino conosceva bene le abitudini di don Roberto. Nella sua sete di vendetta («dovevo uccidere qualcuno») era l’obiettivo più facile. «Sono andato per ucciderlo», avrebbe detto agli inquirenti. Martedì era anche il giorno dell’udienza che lo riguardava di fronte al giudice di pace: il 53enne credeva che l’avrebbero preso per portarlo in un centro per il rimpatrio. Da qui la decisione di agire. Avrebbe finto di avere un mal di denti, chiedendo del ghiaccio a don Roberto. «Quando torno ti porto in ospedale», gli avrebbe risposto il prete, fidandosi dell’uomo che aveva di fronte e dandogli le spalle. Proprio in quel momento Mahmoudi Ridha avrebbe estratto il coltello colpendo il religioso, mentre preparava l’auto per portare le colazioni.Un racconto che non avrebbe lasciato indifferenti i presenti. Che a questo punto avrebbero chiesto conto del perché tanta foga contro un uomo che per anni l’aveva aiutato.«È vero, mi ha dato spesso da mangiare – avrebbe risposto l’arrestato – ma anche lui mi ha tradito».
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