“L’ultima notte di Antigone” in scena a Palazzo Cernezzi
Alessandro Baito e Laura Negretti portano in scena, il 4 settembre, L’ultima notte di Antigone nell’ambito della rassegna “Teatro all’italiana”. Lo spettacolo – in programma alle 21 nel cortile di Palazzo Cernezzi a Como – è una rilettura del mito di Antigone scritta da Marco Filatori che è anche regista, e prodotta da Teatro in Mostra.«È uno spettacolo che replichiamo da anni e che ha vinto molti premi – commenta Laura Negretti – è una delle nostre produzioni di punta, che quest’anno abbiamo deciso di riallestire e di ampliare con l’aggiunta di tre nuove scene».La tragedia di Antigone è narrata da Sofocle e fu rappresentata per la prima volta ad Atene nel 442 a.C. È assurta a simbolo della ribellione femminile, poiché la protagonista lotta con tutte le sue forze contro una tradizione che reputa ingiusta. Figlia di Edipo, Antigone è una principessa tebana, una giovane donna sensibile e vitale che ama corrisposta il nobile Emone, figlio del re Creonte. Davanti a lei si apre un futuro di felicità, eppure rinuncia a tutto questo: una legge le impone di non rendere gli onori funebri al fratello Polinice, colpevole d’aver assediato la città di Tebe, ma, agli occhi di Antigone, pur sempre un uomo. Pur di restare fedele ai propri valori, pur di non tradire le immutabili leggi non scritte degli dei, non cede ai cinici compromessi dettati dalla “ragion di stato” e sfida, a costo della vita, la legge amorale del sovrano Creonte.«Antigone è una donna che si ribella alla solitudine del lutto e reclama il diritto di piangere e versare le proprie lacrime sopra una salma a lei tanto cara – continua Negretti – Una storia eterna di lutto negato scritta più di 2.000 anni fa ma che ricorda in modo impressionante tutte le lacrime e tutti i lutti negati di questo terribile ultimo anno e mezzo».La figura di Antigone, nella drammaturgia di Filatori, non è un’eroina algida che persegue il suo ideale con granitica certezza. I dubbi e la tenerezza dell’adolescenza si mescolano inscindibilmente con la purezza e l’incorruttibilità del suo disperato grido di ribellione. Viene evidenziata la sua forte tensione morale, che attraversa indenne i secoli e che trova uno splendido riscontro anche nell’arte di Picasso, cui si è ispirata la scenografia dello spettacolo. Un allestimento che fonde il teatro di parola e il teatro danza.Ingresso libero con prenotazione obbligatoria e con green pass.Prenotazioni: e-mail info.stazionefs@comune.como.it o al 342.00.76 403.