Merci sempre più rare

di Lorenzo Morandotti
Artigiani della cultura, del sapere e della bellezza. Una
categoria sempre più rara? Non temiamo di essere additati come inguaribili romantici se diamo invece spazio
nel nostro festival letterario “LarioBook” rispettivamente a un grande inviato
di guerra come Toni Capuozzo (oggi) e a due artisti del fumetto come Claudio
Villa e Alessandro Piccinelli (domani). Nei rispettivi campi, sono esempi di un
modo di lavorare ancora legato alla fatica quotidiana, al confronto con la
ruvida realtà delle cose. Rischia naturalmente molto più il giornalista dell’autore di fumetti, e l’accostamento non
paia irriverente. Abbiamo ospitato ieri un ricordo di Leonardo Sciascia, che
ebbe molto a soffrire in termini di isolamento sul fronte della lotta vera al fenomeno
mafioso. Ma serve per sottolineare quanta verità è insita nei mestieri di una
volta che l’evoluzione della tecnica sta modificando in modo spesso turbinoso
quanto radicale. Capuozzo è con Ettore Mo del “Corriere della Sera” l’erede di
una lunga gloriosa tradizione di giornalisti che hanno preferito alla placida
vita di redazione le suole consumate, la polvere da masticare, i migliaia di
chilometri da totalizzare per cogliere il senso di una notizia e portarla
all’attenzione del pubblico in modo serio e verificato, tutto il contrario di quello
che fanno i soloni da tastiera come eufemisticamente definiamo i perditempo che
sproloquiano a vanvera su Internet. Villa e Piccinelli a loro volta tengono
alta la bandiera del pennino a inchiostro e della carta in un mondo che si è
liquefatto nell’oceano senza apparenti limiti del digitale e ha dimenticato che l’opera d’arte,
tecnicamente replicabile all’infinito, ha però un nucleo originario di
creatività che il disegno a mano rende unico e irripetibile.