Categories: Opinioni & Commenti

Neve, serve un metodo per evitare guai

di Marco Guggiari

Non dovrebbe succedere, ma accade. Siamo sempre in rincorsa, mai pronti per tempo a far fronte alle necessità che si presentano. Nemmeno a quelle prevedibili in quanto tipiche delle stagioni che si avvicendano. Prendiamo il caso della neve. Il Comune è alle prese con un piano spargisale e spazzaneve che, al momento, copre soltanto una delle cinque zone in cui è divisa la città: quella delle frazioni collinari di Camnago Volta, Garzola e Civiglio. Questione di bandi e di offerte che scarseggiano, ma questo non può giustificare tutto. Mettiamo in fila le cose, perché solo in questo modo si può capire qual è il problema. Imprevisti e circostanze sfortunate non possono essere la regola. Anzi, potremmo ribaltare il concetto: siccome lo sono in ogni situazione complessa, e un’amministrazione pubblica lo è, bisogna sterilizzarne gli effetti a priori. Gli esempi recenti, oltre al piano neve in affanno, si sprecano: i finanziamenti regionali persi per il progetto dei nuovi giardini a lago, i ritardi per funzionamento e gestione di servizi diversissimi tra loro, dall’ostello della gioventù al forno crematorio… Sempre questione di bandi, di appalti a somma zero, o di ricorsi che costringono a ripartire dal via. Occorrerebbe un metodo, che invece si stenta a vedere. Un metodo che per evitare la logica emergenziale e dell’urgenza dettata dai fatti (vedi piscina di Muggiò, di cui abbiamo già scritto) si traduca in pilastri di buona gestione. Un metodo che includa quindi la consapevole esigenza di una tempistica anticipata significativa, tale da lasciare comunque rassicuranti margini d’azione qualunque cosa accada. Un metodo che tenga conto del fattore di attrattività di un servizio in capo a chi lo svolge e che deve essere invogliato a farlo a condizioni remunerative e di lavoro accettabili. Un metodo che monitori i percorsi burocratici, tenga conto dell’andamento “storico” delle situazioni simili precedenti, abbia piena consapevolezza dei ritardi connaturati alle pratiche burocratiche. Eviti, in definitiva, ogni improvvisazione, probabilismo, rassegnazione. Un mondo ideale, ci rendiamo conto, ma è necessario tendere il più possibile a quella meta. Se saremo fortunati, ci sarà risparmiata la beffa dell’anno: una nevicata, con i fiocchi, già nel mese di novembre, come invece è successo qualche volta fino a pochi anni fa. Saremo fortunati noi e lo sarà l’amministrazione comunale che, sempre, a fronte di eventi naturali nell’ordine delle cose, sarebbe chiamata a rispondere dell’efficacia e dell’efficienza dimostrata nella loro gestione. Non vorremmo più sentire inviti alla cittadinanza a non uscire di casa per evitare di cadere e infortunarsi su marciapiedi e strade ghiacciate. È successo anche questo, sia pure qualche giunta fa. Altri modi, altri tempi e altro meteo. O, almeno, speriamo.­­

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