Categories: Opinioni & Commenti

Nuove tecnologie e valore delle relazioni

di Adria Bartolich

È ormai un fatto acclarato che il web abbia modificato radicalmente le nostre vite e con esse tutte le relazioni umane che all’interno di esse si muovono e interagiscono. Gli adulti possono cogliere immediatamente le differenze tra la vita della loro giovinezza e quella attuale, tutto si è radicalmente trasformato.

Per i ragazzi, cresciuti immersi nelle nuove tecnologie, è molto più difficile, invece, pensare a una vita senza la totale connessione che esse procurano  e a cui sono da sempre abituati.

Ognuno di noi è una piccola monade che emette e riceve impulsi e informazioni in un contesto dove i legami di solidarietà diventano sempre più rarefatti e la competizione dilaga. Vale per gli adulti e a maggior ragione per ragazzi e bambini che non sono in grado di fare paragoni con fasi precedenti.

Queste trasformazioni hanno ovviamente effetti anche sulla vita scolastica e la conformazione delle classi. I vecchi gruppi classe avevano al loro interno conflitti e buone relazioni, ma sotto l’egida di un’identità collettiva molto coesa, una separazione netta dei ruoli tra insegnanti e alunni anche se poi è andata scemando sempre più a partire dagli anni della contestazione.

Naturalmente esistevano i secchioni e il loro contrario, gli spioni, quelli che passavano i compiti e altri che non lo facevano. E detto tra di noi questi ultimi non erano considerati i più simpatici.

La competizione c’era anche allora ma quella vera era riservata a pochi, gli altri semplicemente rinunciavano.

Quando il povero diavolo interrogato era nei guai c’era sempre  il tizio con la mano alzata che sapeva la risposta, ma a nessuno sarebbe mai venuto in mente di sottolineare o indicare l’errore di un compagno all’insegnante.

Esistevano tutte le relazioni possibili però in un sistema di regole non dette ma rigorose, dove la posizione di chi le infrangeva era chiara e stigmatizzata, e la competizione era un’eventualità realizzabile in un range limitato di possibilità. La solidarietà tra i pari non poteva essere infranta, pena l’isolamento, e non riguardava solo le marachelle e la loro copertura, quindi omertosa, ma anche le relazioni umane.

Ora invece è molto frequente assistere a situazioni nelle quali un alunno viene artatamente messo in difficoltà da un suo compagno, di fronte all’insegnante e apertamente,  senza essere disapprovato dal resto della classe.

I giovani hanno legami deboli che possono diventare forti solo se canalizzati al perseguimento di un obiettivo, cioè legati intimamente a un bisogno prestazionale, sia positivo che negativo. La relazione non ha più un valore in sé ma solo se finalizzata.

Non si tratta perciò di esaltare un astratto  spirito di corpo, ma di sottolineare come dei legami umani flebili, e la solitudine che comportano, rischiano di diventare un enorme problema educativo e sociale.

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