Categories: Opinioni & Commenti

Oltre alla coperta è corta pure la visione

di Adria Bartolich

Dopo varie peripezie è stata finalmente approvata dal
Parlamento – quasi fuori tempo massimo, il 30 dicembre, evitando per un soffio
l’esercizio provvisorio – la legge di bilancio. Mai successo prima. Tra l’altro
con il ricorso al voto di fiducia. Inutile dire che il testo  approvato è molto diverso da quello iniziale
e, com’è giusto che sia,  adeguato alle
richieste  di modifica  dell’Unione Europea.

In essa un importante investimento di spesa, 13,2 miliardi
di euro, è stato indirizzato  verso  la cosiddetta Quota 100 per le pensioni e il
Reddito di cittadinanza, seppure di portata più limitata di quanto annunciato.
I due provvedimenti saranno poi oggetto di appositi  Decreti 
Legge che diventeranno operativi in primavera, consentendo in questo
modo un risparmio attorno ai 4 miliardi.

Per quanto riguarda la scuola,  per il 
2019 c’è un incremento di stanziamenti per l’applicazione del
contratto  di lavoro (3,5%), spesa
prevista a legislazione vigente pari a circa 1 miliardo e 600 milioni  per il prossimo anno. I guai arrivano negli
anni successivi.  Per il 2020  è previsto un taglio di  1,4 miliardi di euro e per il 2021  di  3,9
miliardi  in meno. Sempre a normativa
vigente, cioè non prevedendo cambiamenti di legge che però ci potrebbero essere
in futuro. Dove si concentra prevalentemente il risparmio? Sul personale
destinato al sostegno e dalla drastica riduzione delle ore per l’alternanza
scuola-lavoro.

Siccome non siamo ingenui, in sede di trattativa con
l’Unione Europea qualche parola deve essere stata spesa anche nella direzione
della riduzione della spesa pubblica in fatto di personale, non reintegrando
quello in uscita.

In altre parole, la scuola si trova nella ormai più che
sperimentata situazione di vedere compresse le risorse a sua disposizione ma
anche di vedere riposizionare le risorse destinate a progetti educativi
innovativi, a un certo punto, sulla spesa corrente.

È successo prima per i Fis (cioè i fondi a disposizione per
la contrattazione d’istituto) finiti a finanziare gli scaloni stipendiali, poi
un’ulteriore riduzione all’interno dei Fis già ridotti per gli scaloni, dai
quali veniva detratto il pagamento delle figure di supporto alla dirigenza; ora
dal mancato reintegro del personale in uscita e dalla riduzione dell’alternanza
scuola-lavoro si ricaveranno le risorse per finanziare il contratto. Chiaro che
la coperta corta costringe tutti ad essere realisti. Però, qui, non è corta
solo la coperta ma anche la visione.

In un Paese dove la povertà diminuisce con il crescere
dell’età anagrafica bisogna sapere che la nostra competitività  certamente non potrà aumentare continuando
a  foraggiare arzilli vecchietti, bensì
investendo sull’intelligenza dei giovani.

Redazione

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