Fino al 22 dicembre il Teatro Franco Parenti di Milano in via Pier Lombardo 14 offre ai comaschi un motivo di orgoglio e un viaggio nella memoria, insomma due ottimi motivi per una serata a teatro. È lo spettacolo Perlasca. Il coraggio di dire no, di e con Alessandro Albertin per la regia di Michela Ottolini. Un “gioiello teatrale responsabile e intelligente” che ci consegna la storia dello “Schindler italiano”.

Budapest, 1944. Il comasco Giorgio Perlasca, un commerciante di carni italiano, è ricercato dalle SS. La sua colpa è quella di non aver aderito alla Repubblica di Salò. Per i tedeschi è un traditore e la deve pagare. In una tasca della sua giacca c’è una lettera firmata dal generale spagnolo Francisco Franco che lo invita, in caso di bisogno, a presentarsi presso una qualunque ambasciata spagnola. In pochi minuti diventa Jorge Perlasca e si mette al servizio dell’ambasciatore Sanz Briz per salvare dalla deportazione quanti più ebrei possibile. Quando Sanz Briz, per questioni politiche, è costretto a lasciare Budapest, Perlasca assume indebitamente il ruolo di ambasciatore di Spagna.
In soli 45 giorni, sfruttando straordinarie doti diplomatiche e un coraggio da eroe, evita la morte ad almeno 5.200 persone. A guerra conclusa torna in Italia e conduce una vita normalissima, non sentendo mai la necessità di raccontare la sua storia, se non a pochi intimi. Vive nell’ombra fino al 1988, quando viene rintracciato da una coppia di ebrei ungheresi che gli devono la vita. E viene dichiarato Giusto tra le Nazioni nel 1989. Albertin interpreta tutti i personaggi della complessa vicenda di Perlasca a Budapest con grande intensità, raccontando i fatti come in una partita di calcio, dove ad un gol degli avversari corrispondono improvvisi ribaltamenti, colpi di scena, e la conquista di un risultato a sorpresa, quando tutto sembrava perso.
Biglietti disponibili da 25 a 15 euro, informazioni al numero di telefono 02.59.99.52.06, o via mail a biglietteria@teatrofrancoparenti.it.