Quando i carabinieri, nella tarda serata di domenica, nemmeno un’ora dopo l’accoltellamento mortale, gli hanno suonato alla porta, li stava aspettando.Gabriele Luraschi avrebbe consegnato loro, spontaneamente, il coltello usato per uccidere, arma che era ancora sporco di sangue. Si tratta di un serramanico, con una lama di 9 centimetri e il manico di 12. «Lo portavo sempre con me», avrebbe riferito ai militari l’uomo accusato dell’omicidio.L’arma è stata posta sotto sequestro, così come i pantaloncini indossati dal 47enne e la maglietta, indumenti sporchi di sangue che non si era cambiato. «Non pensavo di averlo ucciso», avrebbe aggiunto l’arrestato nel corso della notte che l’ha condotto prima in caserma e poi al Bassone.Secondo quanto confermato dai carabinieri, Luraschi avrebbe già ammesso tutte le proprie responsabilità, aggiungendo di aver perso la testa.L’articolo completo sul Corriere di Como in edicola martedì 18 giugno
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