Osteria del confine

di Zarjia

Naturalmente è entrato in modo risoluto. Di petto. Come usano i condottieri. Che siano a capo di un esercito o di un manipolo, l’atteggiamento è saldo. Deciso. Soprattutto contro i “nemici”. Si sa che l’Osteria è il posto più appropriato per le smargiassate grossolane. E per il digrignar dei denti. Il potente lo sa e ne approfitta. E trova sempre qualche sodale alla ricerca della razione quotidiana di alcool. Ridendo delle battute. Comparsa in attesa dell’osso. Ma anche al “Confine”, quando il potente diventa pre-potente, cioè abbandona il giudizio per le rodomontate, si è costretti ad intervenire. “Avanti, piantala! Non dire sciocchezze!”. E’ accaduto l’altro giorno. Perché un potente non dovrebbe aver bisogno di insultare. Quando parla. Anche nell’Osteria. E, se lo fa è solo segno di debolezza. Oppure perché si sente insicuro od inferiore. O perché vuole solo eccitare la sua coorte. Ecco, Mauro Magatti, oltre ad essere un maestro, è un signore. L’altro, il potente con la tendenza, inutile, alla prepotenza, no. Anche se è un Vice-Presidente pro-tempore.