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  • Cts, su scuolabus top capienza massimo per 15 minuti

    Cts, su scuolabus top capienza massimo per 15 minuti

    (ANSA) – ROMA, 27 AGO – “Se si vuole riempire lo scuolabus, deve essere ben predisposto un tempo al massimo di 15 minuti per il contatto stretto”: il percorso dei ragazzi sullo scuolabus alla massima capienza deve essere inferiore al quarto d’ora. Lo ha detto il coordinatore del Cts Agostino Miozzo alla Commissione Istruzione della Camera. “Sul trasporto pubblico locale abbiamo dato alcune indicazioni che stiamo formalizzando: necessità di aumentare il numero corse, riorganizzazione degli orari di ingressi e uscite per dilazionare gli orari di punta, disinfettanti a bordo dei mezzi di trasporto, sollecitazione all’uso della app Immuni”, ha concluso. (ANSA).

  • Crisi, per la prima volta in 10 anni diminuiscono le imprese

    Crisi, per la prima volta in 10 anni diminuiscono le imprese

    Per la prima volta, negli ultimi 10 anni, in provincia di Como il saldo numerico delle imprese è in negativo: – 36 alla fine del terzo trimestre, frutto di 1.715 nuove iscrizioni e di 1.751 cessazioni.Potrebbe sembrare un segnale tutto sommato positivi in tempi di pandemia, ma probabilmente non è così.L’emergenza legata al Covid-19, infatti, si riflette in particolare nel dato relativo alle imprese nate nei primi nove mesi di quest’anno: il più basso sempre negli ultimi 10 anni. Da gennaio a settembre 2020, rispetto all’anno precedente, sono stati registrati 480 avviamenti in meno, pari al 21,9%. Un dato in percentuale superiore sia a quello regionale (-20,7%) sia a quello nazionale (-19,2%).La Camera di Commercio di Como e Lecco ha diffuso una nota informativa su «Avvii e cessazioni di imprese nel periodo gennaio-settembre 2020». Una analisi forse necessaria per comprendere gli effetti di medio periodo del Coronavirus sul nostro tessuto economico.Il punto nodale è chiaro: «Il tasso di crescita delle imprese lariane nei primi nove mesi del 2020 è negativo: -0,2%, contro il +0,1% regionale e il +0,2% nazionale. I dati dell’area lariana sono in linea con il calo registrato nello stesso periodo del 2019 (-0,2%), mentre quelli della Lombardia e dell’Italia sono in deciso peggioramento (in entrambe le imprese erano cresciute dello 0,4%)». A Como, però, il «tasso passa dal +0,1% al -0,1% (come detto, il valore è negativo per la prima volta negli ultimi 10 anni), mentre, pur con il segno meno, registra un lieve miglioramento a Lecco (nel 2019 il tasso di crescita era stato del -0,6%, e nel 2020 è del -0,3%).Il dato non è suddiviso temporalmente, non è quindi possibile capire con esattezza quasi siano stati gli effetti del virus nelle varie “fasi” attraversate da marzo alla fine di settembre. Certo è che la vitalità imprenditoriale si è contratta, fino ad assumere il segno meno.C’è maggiore paura, tanto che i singoli faticano, come si suol dire, a «mettersi in proprio». Si legge infatti nel rapporto: «Nei primi nove mesi del 2020 le imprese lariane di tutte le forme giuridiche evidenziano tassi di crescita negativi, con la sola eccezione delle società di capitale (+1%), le quali comunque, crescono meno che in Lombardia e in Italia (rispettivamente +1,6% e +1,9%). La performance peggiore è delle società di persone (-1,1%, variazione in linea sia col dato regionale che con quello nazionale), seguite dalle imprese individuali (-0,4%, contro il -0,5% lombardo e -0,3% italiano) . A Como le società di capitale registrano un tasso di crescita dell’1,2% (il saldo tra iscrizioni e cessazioni è di +169 unità), mentre diminuiscono le società di persone e le imprese individuali (rispettivamente -1% e -0,4%, con un saldo, rispettivamente, di -103 e di -101 unità).Va male pure il comparto artigiano che sul Lario, nei primi 9 mesi del 2020, ha registrato un calo di 79 unità a Como e 19 a Lecco. Nello stesso periodo del 2019 il calo nella nostra provincia era stato di 71 unità. Anche in questo comparto si nota una forte flessione delle imprese nate nei primi nove mesi di quest’anno, «com’era prevedibile – si legge nella nota – dato il persistere dell’emergenza legata al Covid-19. Il dato lariano è il più basso degli ultimi 10 anni: 1.022 unità (-22,3% rispetto ai primi nove mesi del 2019, contro il -21,6% lombardo e il -14,6% italiano). A Como la diminuzione è stata di 178 imprese, da 857 a 679 (pari a -20,8%), mentre a Lecco le iscrizioni si sono ridotte di 116 unità, da 459 a 343 (pari a -25,3%).

  • Covid: Zaia, pronti nel caso si aprisse stagione sci

    (ANSA) – VENEZIA, 23 NOV – “Abbiamo voluto comunque approvare le linee guida per l’apertura delle piste di sci”. Lo annuncia il Presidente del Veneto Luca Zaia, parlando del confronto avuto stamane con i Governatori su questo tema. “Non vuol dire che abbiamo segnato un gol – spiega – diciamo che in via preventiva troviamo assurdo non ‘preparare a magazzino’ le linee guida, perchè semmai decidessero di aprire noi comunque le abbiamo fatte” (ANSA).

  • Covid: Veneto; riprende balzo nuovi casi, +3.564, 38 morti

    (ANSA) – VENEZIA, 12 NOV – Riprende a crescere la curva dei nuovi contagi da Coronavirus in Veneto, con 3.564 nuovi casi in 24 ore, che portano a sfondare il ‘tetto’ di 90 mila casi, a 90.901. Lo ha comunicato il presidente Luca Zaia. Si registrano 38 nuovi decessi, con il totale a 2.727. Negli ospedali ci sono 1.876 ricoverati in area non critica (+103 rispetto a ieri) e 221 nelle terapie intensive (+5) “Finché non arriva l’apice della curva – ha commentato Zaia – dobbiamo essere pronti a tutto. Andiamo verso 1.900 ricoverati in area non critica, nella prima fase siamo arrivati a 2.200, sarebbe verosimilmente un grande affare arrivare al giro di boa con 2.000-2.200 ricoverati”. (ANSA).

  • Covid: Veneto, 3.753 positivi in più nelle ultime 24 ore

    (ANSA) – VENEZIA, 19 NOV – Sono 38 i decessi registrati in Veneto nelle ultime 24 ore, dato che porta a 3.057 il numero totale delle morti nella regione, tra ospedali e case di riposo. E’ quanto emerge dal bollettino diffuso dalla Regione Veneto. A preoccupare è soprattutto il dato dei positivi, 3.753 in più, cifra che porta il totale dei casi a 112.691. I veneti attualmente positivi sono 66.582. (ANSA).

  • Covid: Veneto, 2.540 positivi e 37 morti nelle ultime 24 ore

    (ANSA) – VENEZIA, 23 NOV – Il numero dei ricoverati nelle aree non critiche degli ospedali ha raggiunto in Veneto quota 2.280, mentre i pazienti in terapia intensiva sono 290. E’ quanto emerge dall’ultimo bollettino Covid emesso dalla Regione. Il report segnala 2.540 nuovi positivi nelle ultime 24 ore, dato che porta il totale nella regione a quota 73.727. I morti sono 37. (ANSA).

  • Covid: Usa, superati i 250 mila morti

    (ANSA) – WASHINGTON, 18 NOV – Negli Stati Uniti il numero dei decessi a causa del coronavirus ha superato quota 250 mila, secondo i dati della Johns Hopkins University. Dall’inizio della pandemia i contagi hanno superato gli 11 milioni e 485 mila.(ANSA).

  • Covid: test obbligatorio per chi arriva in Spagna dal 23/11

    (ANSA) – ROMA, 11 NOV – La Spagna chiederà a tutti i viaggiatori in arrivo da Paesi ad alto rischio un tampone che ne attesti la negatività al Covid-19 effettuato 72 ore prima dell’atterraggio in qualsiasi aeroporto a partire dal 23 novembre. Lo scrive El Pais citando il ministro della Salute Salvador Illa. La Spagna, uno dei Paesi europei più colpiti dalla pandemia, non richiedeva finora il test. (ANSA).

  • Covid: Tar sospende chiusura scuole Calabria

    (ANSA) – CATANZARO, 23 NOV – Il Tar di Catanzaro ha sospeso l’ordinanza con cui il presidente ff della Regione Nino Spirlì aveva disposto, dal 16 al 28 novembre, la sospensione della didattica anche delle scuole materne, elementari e medie (limitatamente alla prima classe) escluse dalle chiusure previste dal Dpcm del premier Conte. L’udienza di merito è fissata per il 16 dicembre. Il Tar ha ritenuto sussistente “il requisito del ‘periculum’ avuto riguardo in particolare al grave pregiudizio educativo, formativo ed apprendimentale ricadente” sui ragazzi. L’istruttoria posta a base dell’ordinanza regionale, secondo la decisione del Tar, è stata redatta “senza certezza del nesso di causalità intercorrente fra lo svolgimento in presenza delle attività didattiche e il verificarsi dei contagi, stante anche l’assenza di interlocuzioni con gli Istituti Scolastici (ritenuti tutti allo stesso modo luoghi in cui il rispetto del distanziamento interpersonale è ‘complicato’). L’istruttoria – scrive nell’ordinanza il presidente del Tar Giancarlo Pennetti – oltre a basarsi su presupposti cronologicamente non lontani da quelli del Dpcm e dal successivo inserimento della Calabria in zona rossa, comunque, per quanto riportato nel preambolo motivazionale, nel disporre una chiusura generale, estesa cioè all’intero territorio regionale, senza discriminazione alcuna fra differenti situazioni locali o parti di territorio diverse, delle attività didattiche in presenza senza una almeno verosimile indicazione di coefficienti e/o percentuali di contagio riferibili ad alunni e operatori scolastici ma esclusivamente sulla base della mera rappresentazione della ‘connessa ai numerosi contagi di studenti e operatori scolastici’”. Elementi che per il Tar conducono “alla conclusione che la correlazione e comunque – quand’anche esistente – la sua consistenza e distribuzione territoriale sembrano essere frutto d’una istruttoria procedimentale sommaria e carente basata su dati e ipotesi destinati a trovare più precisa conferma solo ad intervenuto esaurimento dell’efficacia dell’ordinanza ‘de qua’”. Nonostante la decisione del Tar, le scuole restano chiuse a Catanzaro dove resta in vigore l’ordinanza del sindaco Sergio Abramo. (ANSA).

  • Covid: sul tetto di auto per ore per vedere mamma ricoverata

    (ANSA) – MILANO, 23 NOV – E’ rimasta per ore sul tetto della propria auto per cercare di salutare, almeno con un abbraccio virtuale, la mamma ricoverata all’ospedale Valduce di Como che non può vedere per via delle regole imposte per contrastare la diffusione del coronavirus. La sua fotografia scattata ieri, emblematica delle difficoltà e dell’ansia che provano persone le quali hanno parenti ricoverati, è stata postata su Facebook da Salvatore Amura, che abita davanti all’ospedale. Una notizia ripresa dalla Provincia di Como. “Abito di fronte l’ospedale Valduce a Como, i primi piani sono occupati dai reparti Covid – ha scritto nel post – Da marzo medici e infermieri si muovono freneticamente notte e giorno bardati e incessanti curano, portano conforto e cercano di fare tutto il possibile per salvare le persone. Capita spesso di vedere familiari e amici che cercano di salutare i propri parenti, fargli sentire una vicinanza, la presenza degli affetti. Dalla strada anche per ore senza successo». “Nello foto che ho scattato a tardo pomeriggio una ragazza che da stamattina provava a salutare la sua mamma – scrive Amura – Si disperava perché non riusciva a vederla ma senza demordere. Qui sopra il tetto della sua auto che prova ancora a farsi riconoscere. Speriamo che tutto questo finisca presto”. (ANSA).