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Piazza Roma sia almeno viva, vivibile e vivace

di Marco Guggiari

Piazza Roma: parcheggio sì, parcheggio no, parcheggio forse. Il dibattito cittadino degli ultimi giorni è ruotato intorno alla destinazione dell’area entrata a far parte della Ztl allargata dal 2014 per volontà della giunta Lucini. La nuova amministrazione comunale, dopo le promesse della campagna elettorale, al dunque fatica a ripristinare la sosta blu, come richiesto dalle associazioni di commercianti ed esercenti. Così, in poche ore, si è passati dalla dichiarata «irreversibilità» dell’attuale assetto al possibilismo di una futura riapertura ai posteggi a rotazione veloce per tutti, previo parere della Soprintendenza. Per ora restano alcuni stalli gialli per i residenti e gli spazi per i pullman turistici, con transito dei bus di linea. In definitiva, qualcosa che non è carne nè pesce. E il punto è proprio questo: dare una logica compiuta e definitiva a questa zona di Como che i precedenti amministratori non hanno completato nella sua nuova sistemazione e che i loro attuali successori, riluttanti a proseguire in quel disegno, hanno lasciato in sospeso. Il risultato è un angolo di città, a ridosso del centro, semi-desertico, privo di appeal commerciale, male illuminato e percepito come insicuro nelle ore serali. Varrebbe davvero la pena fare uno sforzo per definire invece questo spazio. Il problema, forse, non è parcheggio sì-parcheggio no, ma appunto identità. Quella di cui lamenta la mancanza lo stesso progettista, architetto Stefano Seneca, che ne parla come di qualcosa di «irrisolto». La scelta politica di fondo, che ogni amministrazione comunale è legittimata  a fare, è il punto di partenza. Su questo occorrerebbe chiarezza subito. Poi, se bon gré mal gré, i vertici di Palazzo Cernezzi accantonassero il ripristino del parcheggio, dovrebbero lavorare di buona lena per rendere viva, vivibile e vivace piazza Roma. Il luogo è diverso dagli altri, pur vicini, pedonalizzati. Al contrario delle piazze Verdi, Duomo, Grimoldi, delle vie Plinio e Pretorio, di piazza Cavour, non ha un affaccio a lago o sui grandi e bellissimi monumenti del centro. Sta alle spalle di tutto questo ed è un punto non da poco di cui occorre tenere conto. Tante città e cittadine, tanti paesi, italiani ed esteri, pensiamo principalmente alla Francia, hanno piazze con identiche caratteristiche. La differenza sostanziale e decisiva con Como è che le hanno riempite di funzioni: ambiti ricreativi per piccoli e grandi (il gioco delle bocce di cui il popolo transalpino conserva la tradizione), mercatini, chioschi, incentivi per attività commerciali. Non è richiesta genialità, bastano sguardo attento e capacità di copiare. Se questa, alla fin fine, sarà la strada voluta da chi c’era prima e obbligata per chi c’è oggi, che sia perseguita fino in fondo a vantaggio dei comaschi e dei turisti.

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