Rapina di Natale, assolto l’ultimo sospettato

Non è stata raggiunta la prova. Il Collegio del tribunale di Como ha assolto ieri un 57enne pugliese residente a Cesano Maderno, che era stato accusato dalla Procura di aver preso parte alla “rapina di Natale” avvenuta ai danni di un imprenditore di Mariano Comense all’alba del 25 dicembre 2014. L’uomo era stato riconosciuto dalla vittima come uno dei due malviventi – quello che si faceva chiamare il “maresciallo” – che si erano introdotti in casa fingendosi finanzieri. Il titolare di un locale era stato avvicinato da finti militari: «Mi misero al muro e mi perquisirono. Poi perquisirono anche la casa», raccontò la vittima, un 30enne. «Misero orologi e catenine in buste con scritto “Reperto A”, “Reperto B”. Chiesi di poter chiamare il mio avvocato ma a quel punto mi strapparono il cellulare». «Se chiami qualcuno ti arrestiamo», urlarono. Invece a essere arrestati furono i rapinatori. Fondamentale fu una impronta palmare rilevata dai carabinieri della Tenenza di Mariano e dai colleghi del Nucleo operativo e radiomobile di Cantù. Dalla traccia emerse il nome di un pregiudicato che poi permise di allargare il cerchio dei sospettati ai complici. Tre erano stati già condannati. Ora rimaneva da definire la posizione dell’ultimo imputato. Uno dei presenti al colpo nelle scorse udienze l’aveva scagionato («lui non c’era») e anche il riconoscimento della vittima non era stato granitico. Da qui la decisione del Collegio di assolverlo. La Procura aveva chiesto una condanna a 5 anni.