di Lorenzo Morandotti
Manca esattamente un mese a Natale, il più atipico mai visto. Sarà un Natale austero, sobrio e intimo (improprio paragonarlo a quelli durante le due guerre dato che i contesti storici e le diseguaglianze sociali erano differenti). Forse sarà un Natale più spirituale, ricondotto alle sue radici dalla pandemia. L’invito è viverlo in famiglia, limitando i danni per non permettere al 2021 di essere peggio dell’anno che l’ha preceduto. L’invito è anche a regalare cose utili.
Ad esempio libri. Le librerie sono rimaste aperte a differenza del precedente lockdown, molte fanno anche consegne a domicilio e quindi non avete scuse quest’anno per fare un regalo intelligente. Investire in cultura è una forma di amore. Tra le tante pubblicazioni ne segnalo una non nuova ma purtroppo sempre attuale e che la pandemia permette di leggere in maniera ancora più stringente. Di fronte alla chiusura forzata di musei, teatri, cinema e biblioteche non pochi, oltre ai diretti interessati che ci lavorano, si sono domandati che ruolo abbia la cultura: è un bene di lusso, che fa mangiare pochi eletti e quindi non serve?
È bella e utile ma non possiamo permettercela in tempi emergenziali? I tagli alla cultura non sono un male di oggi. Victor Hugo, che di miserabili si intendeva, tenne due infuocati discorsi contro la falcidie ai bilanci francesi all’Assemblea costituente, nel 1848 e nel 1849, dichiarando la propria avversione ai tentativi del governo di ridurre le spese per la cultura. Drammatico il suo racconto del suicidio di un amico scultore ridotto in miseria.
I resoconti sono nel volume edito da Ibis di Como Contro i tagli alla cultura. Un libro battagliero, propositivo. Attualissimo.
di Lorenzo Morandotti
Manca esattamente un mese a Natale, il più atipico mai visto. Sarà un Natale austero, sobrio e intimo (improprio paragonarlo a quelli durante le due guerre dato che i contesti storici e le diseguaglianze sociali erano differenti). Forse sarà un Natale più spirituale, ricondotto alle sue radici dalla pandemia. L’invito è viverlo in famiglia, limitando i danni per non permettere al 2021 di essere peggio dell’anno che l’ha preceduto. L’invito è anche a regalare cose utili.
Ad esempio libri. Le librerie sono rimaste aperte a differenza del precedente lockdown, molte fanno anche consegne a domicilio e quindi non avete scuse quest’anno per fare un regalo intelligente. Investire in cultura è una forma di amore. Tra le tante pubblicazioni ne segnalo una non nuova ma purtroppo sempre attuale e che la pandemia permette di leggere in maniera ancora più stringente. Di fronte alla chiusura forzata di musei, teatri, cinema e biblioteche non pochi, oltre ai diretti interessati che ci lavorano, si sono domandati che ruolo abbia la cultura: è un bene di lusso, che fa mangiare pochi eletti e quindi non serve?
È bella e utile ma non possiamo permettercela in tempi emergenziali? I tagli alla cultura non sono un male di oggi. Victor Hugo, che di miserabili si intendeva, tenne due infuocati discorsi contro la falcidie ai bilanci francesi all’Assemblea costituente, nel 1848 e nel 1849, dichiarando la propria avversione ai tentativi del governo di ridurre le spese per la cultura. Drammatico il suo racconto del suicidio di un amico scultore ridotto in miseria.
I resoconti sono nel volume edito da Ibis di Como Contro i tagli alla cultura. Un libro battagliero, propositivo. Attualissimo.
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