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Restiamo sospesi tra sogno e incubo

di Marco Guggiari

Siamo tutti stretti tra sogno e incubo. Il sogno di un tempo in cui non ci sarà più il problema dei tamponi. Non soltanto dei tamponi pietìti e poi eseguiti a distanza di settimane, ma anche dei verdetti che da quegli stessi tamponi dipendono, attesi con ansia, con annesso auto-isolamento. Il sogno di un giorno che verrà, ne siamo certi, in cui avere tosse, mal di gola, raffreddore e perfino qualche linea di febbre tornerà ad essere malanno di stagione e non più incubo Covid. Il sogno di una nuova era in cui il coronavirus, per merito di un vaccino e per immunità di gregge, sarà tutt’al più quella noiosa influenza che alcuni “esperti” avevano tanto prefigurato all’inizio, quasi stizziti, rassicurandoci e sottovalutando tutto. E noi ci avevamo creduto.

Che bel sogno, ancora lontano purtroppo dal realizzarsi. Intanto la realtà costringe a tenere i nervi saldi, ma ci consegna l’incubo. La situazione non è buona, specialmente dalle nostre parti. Martedì scorso abbiamo avuto il record di contagi per Como e provincia: 1.356 casi in ventiquattr’ore. Mercoledì invece ci è toccato il numero più alto in tutta la Lombardia, dopo Milano. E adesso, in città, i morti si seppelliscono con due bare nello stesso loculo perché lo spazio a disposizione si è ridotto.

Non rinunciamo però alla speranza di una buona notizia paracadutata proprio in quest’ultima settimana, per altri versi orribile. Il vaccino arriverà presto, già oggi è efficace al 90% secondo le aziende che l’hanno testato. A fine anno avremo le prime dosi.

Tutt’intorno, invece, molte cose non vanno bene e gli esempi si sprecano. Pensiamo agli altri vaccini, quelli contro la “normale” influenza. Nella nostra regione non è tuttora chiaro quando li avremo in quantità adeguate. A causa della diabolica perseveranza nei soliti errori, dopo ben dieci bandi di gara, è arrivata solo una dose su quattro del fabbisogno necessario. I farmacisti comaschi lanciano il grido d’allarme: un anno fa in questo stesso periodo disponevano fino a 150 unità vaccinali, adesso si attestano al massimo a 15. E se le altre arrivano a fine anno, non serviranno più a niente.

Non va bene, poi, che tra le figure di riferimento ci siano personaggi improbabili e privi di credibilità a causa delle loro pittoresche esternazioni che contraddicono i fatti. Prendiamo il caso dei commissari per la Sanità in Calabria. Uno non sapeva di dover provvedere al piano anti-pandemia e il successore, beh, se non l’avete ancora fatto, sentite in rete cosa diceva su mascherine e virus. Il primo è saltato, il secondo invece al momento è imbullonato alla sedia. La politica nazionale, la maggioranza, il governo, qui dimostrano tutta la loro debolezza.

Dopo giorni non hanno ancora avuto la decenza e il coraggio di rimuoverlo, C’è chi pensa di potersi affidare alla vecchia furberia: “Ha da passà ’a nuttata”, senza che nulla cambi. Basta solo avere pazienza. E visto che siamo in tema di veraci espressioni partenopee, che dire del governatore Vincenzo De Luca? Dalla richiesta perentoria della zona rossa, avanzata meno di un mese fa, è passato a strenuo difensore di quella gialla.

Non ha saputo reclutare medici e infermieri, come altre regioni (per esempio la Toscana) sono invece perfettamente riuscite a fare, buttandola in alti lamenti e invettive. Quanta inadeguatezza, quanta incompatibilità al ruolo. E vogliamo parlare di Solinas in Sardegna, con tutte le discoteche aperte quest’estate contro ogni parere scientifico e di buon senso, quando si poteva immaginare quale effetto avrebbero avuto poi quei carnai,  una volta avvenuto il ritorno sulla Penisola? Ed è commentabile il governatore ligure Toti sugli anziani? «Persone non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese», si è lasciato sfuggire. Gli anziani però tornano comodi e sono molto produttivi quando curano i nipoti e aiutano i figli in difficoltà economiche, attingendo generosamente ai propri risparmi e alla pensione.

Da questa carrellata esce una bella antologia. Ci sono presidenti di Regione che si atteggiano a strani fenomeni, o sono incoerenti, oppure timorosi di impopolarità. O tutte queste cose insieme.

Noi restiamo sospesi tra sogno e incubo. L’indice di contagiosità, nonostante i numeri assoluti del bollettino giornaliero, sta frenando. Ha ragione però chi dice che ci attende una lunga maratona.

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