Ufficiale: dal 2026 Netflix finisce nel Canone RAI | Lo devi pagare per forza: diventa tv di stato

Netflix (Pixabay) Corrieredicomo.it
Dal 2026 Netflix entrerà nel Canone RAI: abbonamento obbligatorio come la tv di Stato. Scopri cosa significa davvero questa novità.
Immagina di non poter più scegliere se abbonarti o meno a una piattaforma streaming.
Dal 2026, guardare Netflix non sarà più una questione di preferenza, ma un dovere fiscale.
Una rivoluzione che lega l’intrattenimento digitale al vecchio concetto di tv pubblica.
Cosa cambia per milioni di italiani abituati a decidere in autonomia i propri abbonamenti? Cosa cambia per gli utenti.
Netflix diventa “tv di Stato”: cosa significa davvero
L’industria dell’intrattenimento è da tempo terreno di trasformazioni radicali. Se un tempo il telecomando decideva il palinsesto, oggi sono le piattaforme on demand a stabilire il ritmo delle nostre serate. Netflix, con le sue serie originali e un catalogo internazionale in continua espansione, ha ridefinito il modo di guardare la televisione.
Dal 2026, però, questo scenario cambierà ancora. La piattaforma entrerà di diritto nel pagamento del Canone RAI, trasformandosi di fatto in una “tv di Stato”. L’abbonamento, che finora era una libera scelta dell’utente, diventerà obbligatorio e agganciato al tradizionale canone. Una novità che suscita dibattiti: c’è chi la vede come un passo verso una democratizzazione dei contenuti e chi teme un ulteriore peso fiscale senza libertà di scelta. Questa mossa segna una svolta nella definizione stessa di televisione. Non più solo canali nazionali, ma anche colossi globali dello streaming potrebbero finire sotto l’ombrello del servizio pubblico, ridefinendo i confini del mercato audiovisivo.
Canone RAI e Netflix: cosa devono sapere i cittadini
La domanda che molti si pongono è semplice: se possiedo una televisione e la uso soltanto per guardare Netflix, devo comunque pagare il Canone RAI? La risposta è sì. La tassa non è mai stata legata alla fruizione dei canali Rai, ma al possesso dell’apparecchio televisivo stesso. Anche chi non guarda un minuto della programmazione tradizionale resta obbligato al pagamento.
Con l’ingresso di Netflix, il concetto si amplia ulteriormente. Non si tratterà più di un abbonamento da gestire in autonomia, ma di una voce fissa a bilancio familiare, al pari delle altre imposte. Questa integrazione obbligatoria solleva interrogativi sulla libertà di scelta dei consumatori e apre nuovi scenari per il futuro dell’intrattenimento in Italia. Se da un lato la misura promette di rendere accessibili a tutti contenuti prima riservati agli abbonati, dall’altro porta con sé inevitabili polemiche. Quel che è certo è che il 2026 segnerà un punto di svolta: la tv pubblica e lo streaming privato, un tempo mondi separati, finiranno per confondersi in un unico obbligo fiscale.