Ufficiale, eletta la “Regione più sicura d’Italia” | Ma quale nord: distrutti tutti i luoghi comuni
Regione più sicura d'Italia - Pexels - corrieredicomo.it
Un nuovo report sulla sicurezza italiana incorona una regione in testa alla classifica, smentendo molti luoghi comuni geografici.
Quando si parla di sicurezza, nell’immaginario collettivo spuntano sempre gli stessi riferimenti: grandi città presidiate, territori di confine, aree considerate “modello” perché spesso al centro della narrazione mediatica. Eppure le cronache quotidiane mostrano soprattutto episodi negativi, alimentando la percezione di un Paese sempre più insicuro, mentre i dati raccontano anche una realtà fatta di territori in cui si vive con maggiore tranquillità.
A fotografare questa situazione ci pensano periodicamente i rapporti nazionali che incrociano numeri su reati, qualità della vita, percezione del rischio e capacità delle istituzioni di presidiare il territorio.
Da queste analisi nasce una sorta di “pagella della sicurezza” delle regioni italiane, che spesso riserva sorprese: a guidare la classifica non è necessariamente l’area più ricca o più popolosa, ma quella dove territorio, comunità e istituzioni riescono a fare squadra ogni giorno.
Non è il Nord: la Regione più sicura è nel cuore dell’Italia
Il nuovo rapporto dell’Osservatorio Censis–Verisure, elaborato con il supporto del Servizio Analisi Criminale del Ministero dell’Interno, conferma che la “Regione più sicura d’Italia” non si trova al Nord ma al Centro: sono le Marche a conquistare il primo posto, per il terzo anno consecutivo. Con un punteggio di 118,8 nell’indice di sicurezza in ambito domestico e territoriale, questa regione si colloca in vetta alla graduatoria nazionale, mentre altre aree – come il Lazio – chiudono la classifica con valori decisamente più bassi.
Il primato non è frutto di un singolo indicatore, ma dell’incrocio di più elementi: un territorio diffuso e armonico, una rete sociale di prossimità ancora forte, l’efficienza delle istituzioni locali e la collaborazione quotidiana con le Forze dell’Ordine. Nella lettura offerta dal rapporto, le Marche rappresentano un equilibrio raro tra qualità della vita e sicurezza: un contesto in cui la percezione di protezione coincide, più che altrove, con la realtà misurata dai dati.

Borghi, comunità e territorio: il modello “Marche” che funziona
Le Marche, con circa un milione e mezzo di abitanti distribuiti tra montagne, colline e costa, vengono descritte come una “regione diffusa”: niente metropoli ingestibili, ma una costellazione di centri medi e piccoli in cui la bassa densità abitativa favorisce coesione e benessere. Oltre 300 borghi storici, molti interessati da progetti di rilancio e ripopolamento, contribuiscono a un tessuto sociale in cui ci si conosce e ci si riconosce più facilmente.
In questo quadro, la sicurezza non è solo il risultato delle statistiche sui reati, ma anche di uno stile di vita in cui comunità, istituzioni e cittadini lavorano insieme sulla prevenzione e sulla qualità dello spazio pubblico. Il riconoscimento come Regione più sicura d’Italia, arrivato ancora una volta a Roma, all’Ara Pacis, diventa così una spinta a proseguire su questa strada: investire in innovazione, cura del territorio e relazioni sociali per dimostrare che si può vivere bene e in sicurezza in una regione a misura d’uomo, nel cuore del Paese.
