Ultim’ora: chiuso il Lago di Como, ordinanza senza precedenti | Non lo puoi neanche fotografare

Lago di Como

Lago di Como (Pixabay) Corrieredicomo.it (1)

Una notizia shock scuote Como: il Lago più amato d’Italia diventa improvvisamente inaccessibile. Ma la verità è un’altra.

C’è un luogo che ha fatto sognare generazioni, ma oggi rischia di diventare solo un ricordo indelebile.

La notizia è arrivata improvvisa, spiazzando cittadini e turisti che non avrebbero mai immaginato un simile epilogo per il Lario.

Passeggiate, fotografie, tramonti: tutto ciò che sembrava eterno oggi viene messo in discussione con un annuncio secco e definitivo.

Eppure, dietro questo addio inatteso, si cela una verità sorprendente che cambierà per sempre il modo di guardare il lago.

Un addio che nessuno si aspettava

Sembra incredibile, eppure è tutto vero: il Lago di Como, icona mondiale di bellezza, da oggi non sarà più lo stesso. Un provvedimento improvviso ha colto di sorpresa cittadini e turisti, lasciandoli senza parole di fronte a un destino che fino a ieri pareva impensabile. Per chi ha camminato lungo le sue rive, sorseggiato un caffè con vista sulle acque o immortalato il tramonto con lo smartphone, questa è una notizia che lascia un vuoto profondo. Un addio che non si può raccontare a cuor leggero, un distacco che segna un prima e un dopo nella storia del Lario.

C’è chi si domanda se davvero non sarà più possibile passeggiare, scattare una foto o semplicemente respirare l’atmosfera unica del lago di Como. Eppure, le autorità parlano chiaro: la misura è effettiva da subito. Ma dietro a questo annuncio si nasconde una verità sorprendente. Quella che leggerete tra poco cambierà il senso di questo “addio”. Perché non è il Lago di Como in sé a sparire, ma un certo modo sbagliato di viverlo.

Auto Carabinieri
Auto Carabinieri (Instagram) Corrieredicomo.it

Addio al Lago di Como come contenitore di oggetti e sostanze

Non è il lago a chiudere i battenti, ma l’abuso che da tempo subisce: quello di essere usato come discarica improvvisata o, peggio, come nascondiglio per sostanze illegali. La vicenda che ha acceso i riflettori è avvenuta proprio ieri, quando la Polizia di Stato di Como ha denunciato un 23enne tunisino, senza fissa dimora né documenti, per resistenza, violenza e minaccia a Pubblico Ufficiale. Tutto è iniziato con una telefonata al 112, che segnalava un gruppo di persone nei pressi di Villa Olmo, apparentemente dedito al consumo di droga. Gli agenti dell’equipaggio “Nibbio” sono intervenuti sulla passeggiata Lino Gelpi, fermando il giovane.

Il 23enne ha tentato più volte di sfuggire al controllo, fino a gettare nelle acque del lago un sacchetto trasparente con involucri contenenti presunte sostanze stupefacenti. Subito dopo, ha reagito con violenza contro gli agenti, che lo hanno immobilizzato per la sicurezza dei passanti. Portato in Questura, è emerso il suo lungo elenco di precedenti per reati contro la persona e la Pubblica Amministrazione. Inoltre, era già sottoposto all’obbligo di firma presso la Stazione dei Carabinieri di Como. Il giovane è stato denunciato a piede libero, mentre la sua posizione è ora al vaglio dell’Ufficio Immigrazione. Questo episodio segna un punto fermo: addio all’idea del Lago di Como come luogo dove gettare ciò che si vuole. Le acque del Lario non sono più, e non devono mai essere, il contenitore dell’illegalità.