Ultim’ora: defunta l’azienda più amata dai bambini nel 1990 | Tutti licenziati: è la fine di un’epoca

Serranda abbassata - CorrierediComo.it

Serranda abbassata - CorrierediComo.it (Fonte X)

La storica azienda italiana si avvia verso il fallimento: sono 92 i posti di lavoro a rischio, e un altro tassello dell’eccellenza italiana potrebbe scomparire.

Ah, i mitici anni ’90… Basta ritornare col pensiero a quel periodo storico per evocare in pochi secondi lunghe estati assolate, un mercato del lavoro florido, maglioncini discutibili il giorno di Natale e famiglie raccolte attorno alle tavole, magari con in sottofondo il TG della prima rete nazionale.

Si tratta infatti di un’epoca in grado di suscitare una comprensibile nostalgia, una parentesi di grande fermento culturale, economico, tecnologico e di consumo, gli anni che avrebbero preceduto la rivoluzione digitale in tutto il mondo.

E come ogni periodo, anche gli anni ’90 hanno avuto i loro status symbol, dal Rolex per gli imprenditori ai più umili ciucci in plastica da appendere a zaini e borsette, un’autentica fissazione per quasi ogni studente delle scuole elementari e medie.

Non mancavano inoltre gli snack di riferimento, dai lecca-lecca alle patatine industriali. Chi non ricorda, ad esempio, i Push-Pop, contenuti in tubetti tascabili e disponibili nei gusti mela verde e ciliegia? Oppure le merendine della Mulino Bianco, come il Tegolino e il Soldino. Senza dimenticare le patatine San Carlo, che al loro interno contenevano le iconiche manine appiccicose, incubo di tutte le casalinghe. Nel 2025, però, una delle aziende più gettonate di snack industriali rischia di chiudere per sempre la serranda: ecco di quale si tratta.

Dagli anni ’90 al 2025, il lento declino dell’impero delle patatine

Come anticipato, quest’anno uno storico marchio italiano di patatine e snack potrebbe chiudere i battenti per sempre, un’azienda fondata nel lontano 1949 e che ha costituito un motivo di vanto per l’industria alimentare italiana per molti decenni.

Complice la crisi martellante e l’aumento dei costi delle materie prime, ora circa 92 dipendenti di questo colosso rischiano il proprio posto di lavoro, e anche i prodotti più amati da grandi e piccini potrebbero rapidamente scomparire dagli scaffali dei supermercati. A partire dagli anni 2000, inoltre, il mercato delle patatine industriali è diventato sempre più competitivo, con marchi internazionali come Lay’s, Pringles e la nostrana San Carlo che hanno dominato il settore grazie a strategie di marketing aggressive e a una distribuzione capillare. Di conseguenza, il brand cult Crik Crok non è riuscito a mantenere il passo con l’innovazione dei prodotti e con le campagne pubblicitarie dei competitors, e il suo destino, salvo interventi in extremis, appare ormai segnato.

Patatine Crik Crok - CorrierediComo.it
Patatine Crik Crok – CorrierediComo.it (Fonte X)

Crik Crok verso il fallimento?

Produttrice di snack come le patatine classiche, disponibili anche nelle versioni al ketchup  e alla paprika, nonché delle Puff al formaggio e delle patatine a forma di cuore, ora l’azienda rischia il collasso.

La sospensione delle produzione e il mancato pagamento della cassa integrazione ai lavoratori dello stabilimento di Pomezia, infatti, pesa sul suo futuro come una Spada di Damocle, e 92 dipendenti si dichiarano preoccupati per i tempi a venire. Fortunatamente, però, Crik Crok potrebbe aver trovato una via d’uscita dal momento di impasse. Lo riporta RomaToday: “Finalmente, un investitore solido e affidabile ha scelto di credere in Crik Crok, dimostrando la volontà di rilanciare l’azienda, scommettendo sul futuro di questo marchio storico e, al fine di favorire e proteggere la continuità aziendale, si è fatto ricorso all’apposita procedura di concordato preventivo“.