Ultim’ora: ufficiale il “Bollo sugli animali domestici” | Devi pagare 900€ all’anno: più di quello auto

Cane dorme nel letto (Canva) Corrieredicomo.it
Una novità sorprende i proprietari di cani e gatti: una tassa annuale da 900 euro, presentata come un vero e proprio bollo.
Gli animali domestici sono ormai parte integrante della vita quotidiana, ma c’è una notizia che ha scosso i proprietari italiani.
Una nuova misura, presentata come un bollo simile a quello automobilistico, rischia di far discutere a lungo.
La cifra, pari a quasi 900 euro all’anno, non lascia indifferenti chi già sostiene spese importanti per il proprio amico a quattro zampe.
Che cosa si nasconde dietro questo nuovo “bollo sugli animali domestici” e perché interessa milioni di famiglie?
Un’imposta che fa discutere i proprietari italiani
La notizia di un contributo obbligatorio per chi possiede cani o gatti ha subito destato clamore. L’idea di dover sostenere una spesa annuale quasi equiparabile a quella di un’auto sembra difficile da accettare per molti. Nel dibattito emergono domande pressanti: si tratta davvero di un’imposta punitiva o di una misura di sostegno travestita?
In effetti, già oggi le famiglie spendono cifre considerevoli per la cura dei propri animali. Secondo recenti analisi di settore, il bilancio medio per il mantenimento di cani e gatti sfiora i 75 euro mensili, con punte che superano i 900 euro all’anno. Tra cure veterinarie, vaccini, cibo di qualità e accessori, i costi incidono non poco sull’economia domestica. In questo scenario, l’idea di un nuovo bollo appare come un ulteriore macigno da sostenere, ma la realtà è più complessa di quanto sembri.
Il “bollo sugli animali domestici”: tassa da pagare
La misura, in realtà, non è una tassa punitiva, bensì una forma di contributo che ricalca il concetto di “bollo”. L’obiettivo è quello di garantire risorse destinate al benessere degli animali domestici, creando un fondo specifico per la loro salute e la prevenzione. I 900 euro, dunque, non sono un’imposizione fine a sé stessa, ma una stima della spesa media che le famiglie già affrontano ogni anno. Il cuore della questione sta nel sostegno alle cure veterinarie, voce che da sola pesa quasi 380 euro sul bilancio domestico. Nonostante l’86% dei proprietari porti i propri animali dal veterinario almeno una volta all’anno, molti rinunciano ai controlli periodici e ai vaccini, aumentando i rischi per la salute.
Con il nuovo “bollo”, l’intento è quello di incentivare la prevenzione, favorire convenzioni con cliniche veterinarie e agevolare l’accesso a servizi essenziali. Parallelamente, cresce anche il mercato delle assicurazioni per animali: polizze che offrono rimborsi, tariffe agevolate, persino assistenza legale e copertura GPS in caso di smarrimento. Un segnale chiaro che la pet economy italiana sta evolvendo, e che il benessere degli animali non è più un lusso, ma un diritto da garantire. In quest’ottica, il nuovo contributo rappresenta un passo verso una maggiore responsabilità collettiva, alleggerendo nel tempo il peso delle spese improvvise e rafforzando il legame tra famiglie e i loro inseparabili compagni.