1 Novembre 2025: brutto risveglio per milioni di italiani | Vi siete dimenticati la data più importante e avete perso un sacco di soldi

Agenzia delle Entrate - pexels - Corrieredicomo

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Il 31 ottobre era una data importante per milioni di contribuenti italiani: era l’ultimo giorno utile per inviare la dichiarazione dei redditi in forma tardiva.

Chi aveva saltato la scadenza di settembre aveva avuto ancora qualche settimana per rimediare, ma da oggi quella finestra si è chiusa. Dal 31 ottobre, infatti, chi non ha ancora presentato nulla rischia di trovarsi in una situazione piuttosto scomoda con il fisco.

Molti, per distrazione o per mancanza di tempo, non erano riusciti a inviare la dichiarazione entro il termine ordinario del 30 settembre. La legge, però, offre una sorta di margine di recupero: novanta giorni in più per presentare una dichiarazione tardiva.

In questo modo era possibile mettersi in regola senza conseguenze gravi, pagando soltanto una piccola sanzione. Fino a ieri, quindi, bastava inviare il modello 730 o Redditi Persone Fisiche e versare 25 euro di penale, approfittando del cosiddetto ravvedimento operoso. Un gesto semplice, che permetteva di sistemare la propria posizione ed evitare sanzioni molto più pesanti.

Ma dal 31 ottobre, la situazione cambia. Chi non ha fatto nulla entro la scadenza si trova con una dichiarazione considerata omessa, e questo comporta conseguenze economiche ben più rilevanti. L’Agenzia delle Entrate può applicare sanzioni che vanno dal 120% al 240% delle imposte dovute, con un minimo di 250 euro. Significa che, per esempio, chi doveva pagare 1.000 euro di tasse potrebbe trovarsi a doverne versare fino a 2.400 solo di multa. Anche chi non aveva imposte da versare non è esente da rischi: la sanzione in questo caso varia comunque tra 250 e 1.000 euro.

Multe e altre conseguenze

Oltre alle multe, ci sono altre conseguenze spiacevoli. Chi non ha presentato la dichiarazione perde il diritto ai rimborsi fiscali e alle detrazioni, come quelle per le spese mediche, per gli interessi sul mutuo o per i familiari a carico. Inoltre, l’Agenzia delle Entrate può decidere di controllare la situazione del contribuente, ricostruendo il reddito in base ai movimenti bancari o alle spese sostenute durante l’anno. Insomma, non è una posizione piacevole.

Chi si accorge solo ora di non aver fatto la dichiarazione non è però completamente senza via d’uscita. Anche se ormai il termine è passato, è sempre possibile presentarla ugualmente, in modo da dimostrare la propria buona fede. Pur non essendo più considerata valida, questa dichiarazione “fuori tempo massimo” potrà servire ad attenuare le sanzioni in caso di accertamento.

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Multe fino al 150% per chi omette la dichiarazione dei redditi in forma tardiva – pexels – corrieredicomo

L’alternativa valida

In alternativa, si può attendere la comunicazione di irregolarità da parte dell’Agenzia delle Entrate e regolarizzare la propria posizione seguendo le indicazioni che arriveranno nei prossimi mesi.

Il passaggio del 30 ottobre dovrebbe servire da lezione per il futuro. Rispettare le scadenze fiscali non è solo una formalità burocratica, ma anche un modo per evitare costi inutili. Un piccolo ritardo può essere perdonato, ma andare oltre quella data significa rischiare di pagare molto caro un semplice errore di distrazione. Meglio segnarsi le scadenze in anticipo e pensarci per tempo: a volte bastano dieci minuti per risparmiare centinaia di euro e tanta preoccupazione.