Doppio voto per il piano di risanamento del Casinò di Campione d’Italia. Il Comune ha votato a maggioranza la modifica della convenzione con la casa da gioco che di fatto certifica la riduzione dei trasferimenti al municipio. L’assemblea dei soci del Casinò ha poi approvato il documento di tagli e riorganizzazioni che dovrebbe salvare il bilancio della struttura ed evitare il fallimento. Il piano dovrà essere presentato in Tribunale a Como entro il 25 luglio.Il sindaco di Campione, Roberto Salmoiraghi – che resta ai vertici del Comune nonostante si sia insediato anche il commissario prefettizio, inviato dopo la dichiarazione di dissesto – nonostante il parere fortemente contrario dei rappresentanti sindacali dei dipendenti ha tirato dritto e ha portato in consiglio la delibera di variazione della convenzione tra municipio e casa da gioco.Il documento, votato venerdì sera, prevede che il Casinò non debba più trasferire una quota fissa annuale al Comune. La cifra al contrario potrà variare di anno in anno e dovrà essere compatibile con il bilancio del Casinò. Dura la risposta dei sindacati, che non escludono una protesta plateale. «Abbiamo indetto per martedì alle 15.30 un’assemblea con il personale del Comune – dice Vincenzo Falanga, segretario della Uil – A questo punto ci restano due strade, ipotizzare la dichiarazione di sciopero oppure procedere con un ricorso al Tar per impugnare la delibera».L’assemblea dei soci della casa da gioco, intanto, ha approvato il piano che dovrebbe portare al risanamento del bilancio. Un documento su cui si è trovata un’intesa anche con i sindacati e che dovrebbe scongiurare gli esuberi e il fallimento. L’istanza in Tribunale è ancora aperta e sospesa in attesa che sia depositato proprio il piano di risanamento.
Autore: Redazione
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Campione d’Italia, un progetto per riaprire il casinò
Qualcosa si muove anche dall’interno, per il futuro dell’enclave. Un progetto per la riapertura della casa da gioco e per un nuovo corso del paese sulle sponde del Ceresio, non più legato da un abbraccio che può diventare mortale, ovvero soltanto al suo casinò. Queste sembrano le premesse del disegno che verrà presentato martedì prossimo alla stampa dal Comitato “Ritornare Campione”. L’appuntamento è all’Hotel Melia, il cinque stelle dell’enclave. Al tavolo tre persone molto note a Campione, a iniziare da un indiscusso protagonista della storia amministrativa locale, ovvero Simone Verda, già vicesindaco di Roberto Salmoiraghi dodici anni fa, fino alle dimissioni, nell’agosto del 2006, perché in disaccordo su alcune scelte relative alla gestione del casinò. Verda, che appartiene a una famiglia campionese molto radicata, ha poi ricoperto il ruolo di presidente dell’Azienda Turistica, dall’estate 2012. Con Verda, Massimo D’Amico, ovvero il presidente dell’Associazione operatori economici di Campione. D’Amico si è battuto negli ultimi anni per salvaguardare le attività locali alle prese con concorrenti soggetti a una pressione fiscale minore, perché insediate sul territorio elvetico. La terza persona al tavolo di “Ritornare Campione” è l’avvocato Davide Contini, dello studio Grimaldi di Milano, con sedi pure a Roma, Bari, Bruxelles, Londra e Lugano. Il professionista ha vissuto a lungo nell’enclave ed è un esperto di Diritto fallimentare e ristrutturazioni aziendali.
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Campione d’Italia, slitta di altre 48 ore la decisione del Tar
Slitta ancora di un paio di giorni la decisione del Tribunale Amministrativo della Lombardia (Tar) sulla richiesta di sospensiva della delibera di riduzione della pianta organica del Comune di Campione d’Italia. Com’è noto, alla fine dello scorso mese di giugno la giunta allora presieduta dal sindaco Roberto Salmoiraghi, aveva dichiarato lo stato di dissesto del Comune. Qualche settimana dopo era stato quindi necessario – è un adempimento di legge – procedere alla revisione della pianta organica, ridotta da 102 a 16 i dipendenti. Gli effetti di questa decisione entrano in vigore proprio oggi. Contro la delibera, di cui chiedeva l’annullamento, il sindacato aveva presentato ricorso al Tar della Lombardia. I giudici hanno fissato la discussione sulla sospensiva per la giornata di venerdì scorso, quando era atteso anche il loro pronunciamento. Tuttavia, i magistrati del Tar non hanno fatto conoscere né venerdì né ieri il verdetto. Secondo fonti sindacali, la sentenza sulla richiesta di sospensiva arriverà domani. Per i 99 dipendenti del Comune (tre di loro, nel frattempo, si sono licenziati per accedere all’indennità di disoccupazione in Svizzera) l’attesa si è così allungata di altre 48 ore.
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Campione d’Italia si ferma. Domani dalle 10 la manifestazione di protesta contro la chiusura del Casinò
Una marcia di due ore. Lungo le strade del paese.
La protesta di Campione d’Italia si mette in moto domani mattina alle 10. Ed è facile immaginare che alla manifestazione aderiranno praticamente tutti.
I negozi e i bar dell’enclave rimarranno chiusi. Sulle vetrine saranno appesi i cartelli preparati negli ultimi due giorni dal comitato organizzatore e molto espliciti nel loro messaggio di rabbia e di paura: «No Casinò, no lavoro»; «Siamo obbligati a chiudere»; «No Casinò, no futuro»; «Chiuso per lutto: morto il Casinò, morta Campione».
Quello di domani non sarà l’unico appuntamento di protesta in piazza. I campionesi sono già al lavoro per un grande concerto che dovrebbe aver luogo il 23 agosto, sempre nell’area del parcheggio sottostante il Casinò.
L’obiettivo è sempre lo stesso: raccogliere solidarietà, fare notizia per far parlare della situazione di grave crisi che ha afferrato alla gola Campione d’Italia.
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Campione d’Italia, rinascita in tre mosse. Museo come a Bilbao, fisco come alle Canarie e class action
Portare a Campione d’Italia una fiscalità agevolata per residenti e aziende, come accade alle Canarie, in Irlanda, a Madeira e in Lussemburgo, realizzare un museo all’aperto e in un’ala del casinò, sul modello del Guggenheim di Bilbao, tutelare i residenti campionesi in un momento così difficile anche dal punto di vista legale e psicologico, attraverso la valutazione del danno biologico alle famiglie. Non si può certo dire che non pensi in grande il comitato “Ritornare Campione”, presentato ieri all’hotel Melià, cinquestelle dell’ enclave, a pochi metri dalla casa da gioco, chiusa da luglio.Promotori e fondatori del comitato, sono tre persone molto note sul territorio, ad iniziare dall’ex vicesindaco del penultimo mandato di Roberto Salmoiraghi, Simone Verda, poi presidente dell’Azienda del Turistica fino all’anno scorso.«Non siamo un movimento politico – dice Verda – correre tra uno o due anni per amministrare il paese non è nei nostri progetti». Il comitato si vuole confrontare però al più presto con la politica romana, dopo aver raccolto il maggior numero di adesioni tra i residenti e gli imprenditori. La campagna di iscrizione a “Ritornare Campione” è stata avviata.«Ci confronteremo anche con i parlamentari di Como e Varese, che in questi anni hanno avuto a cuore le sorti del territorio», dice Verda.«Campione non può dipendere soltanto dal casinò, che comunque va riaperto al più presto», dice ancora Verda.Massimo d’Amico, presidente dell’Associazione operatori economici di Campione ed esperto in materia fiscale, indica i modelli da seguire. «Oggi a Las Vegas il gioco pesa il 20% del Pil, il resto è dato da servizi, turismo e divertimento – dice d’Amico – Abbiamo avuto nell’ultimo anno di attività 900mila ingressi al casinò di Campione, ma non siamo mai riusciti a intercettare e trattenere in modo diverso tutta questa gente».«A Campione non esiste un macellaio, un panettiere – dice Verda – deve tornare a essere un paese bello anche in cui vivere».C’è poi il tema di quello che l’avvocato Davide Contini definisce «danno esistenziale subìto dai cittadini per via della chiusura del casinò».Il professionista, che ha vissuto a Campione ed elaborato uno studio quattro anni fa proprio con Verda, spiega di aver già consultato psicologi e psichiatri. «C’è un intero paese in ansia, che non vede prospettive per il futuro – dice Contini – Qui non si parla di tutelare solo i dipendenti del casinò dal licenziamento collettivo, ma di intere famiglie che soffrono».Il tema di una possibile class action di un paese contro lo Stato non avrebbe nessun precedente in Italia.Toccato dai promotori di “Ritornare Campione”, anche il discorso degli eventi sportivi e culturali, che possano essere di richiamo.Nel momento più difficile della storia di Campione d’Italia, ecco così una nuova proposta di rilancio. Il comitato chiede ora il sostegno, oltre che dei residenti, di imprenditori che siano intenzionati a investire sul territorio. Alcune figure si sarebbero anche già fatte avanti, ma senza le necessarie riforme a livello fiscale, investire nell’enclave rimane troppo rischioso.La salvezza di Campione, per i fondatori del Comitato, deve passare da una modifica fiscale che permetta di rendere sostenibile il costo della vita per i residenti e di attrarre nuove imprese.Il mito che l’enclave oggi sia un “paradiso fiscale” è infatti assolutamente da sfatare, come ha spiegato d’Amico. «Anzi, c’è un problema normativo che penalizza le imprese – dice – l’Inps di Como fatica a riconoscere sgravi previsti per legge. Si deve intervenire al più presto a livello normativo, sia sulle imposte dirette, sia sugli oneri doganali, altrimenti è impossibile rilanciare l’economia del paese».«Dovremmo essere il biglietto da visita dell’Italia all’estero, invece dalla crisi del casinò siamo allo sbando. È ora di ripartire», conclude Simone Verda.
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Campione d’Italia, occupato il Comune. Sale la tensione, a rischio l’ordine pubblico
Il caso Campione d’Italia si trasforma in una questione di ordine e sicurezza pubblica.Questa mattina infatti era in programma un incontro tra il prefetto di Como e i rappresentanti sindacali della casa da gioco. Riunione che in breve si è rivelata ininfluente per le sorti dei lavoratori. La notizia del flop è subito rimbalzata fino a Campione dove numerosi dipendenti del Casinò, in presidio fisso fuori dalla casa da gioco, hanno deciso di fare un atto dimostrativo occupando, in maniera assolutamente pacifica, il comune di Campione. E li hanno trovato diversi dipendenti comunali e i sindacalisti della funzione pubblica in attesa di incontrare il commissario Giorgio Zanzi per un’altra riunione che si è ben presto rivelata un altro buco nell’acqua. L’occupazione è così proseguita anche nel pomeriggio. «Siamo delusi. Il commissario ci ha chiaramente detto che la politica non è ancora intervenuta sul problema Campione. Dopo il recente incontro in commissione con il sottosegretario Carlo Sibilia nulla si è mosso – dice Vincenzo Falanga funzione pubblica Uil – E intanto il territorio si spegne, il lavoro sparisce e una comunità è sempre più a rischio. Un silenzio preoccupante anche perchè tra pochi giorni c’è una scadenza importante». La delibera sugli esuberi in Comune, del 13 agosto scorso, procede infatti nel suo iter e, senza risposte entro il 10 novembre, sarà un problema per la tenuta dei servizi e dell’intero sistema Campione. «Adesso chiediamo un incontro urgente con il prefetto anche perchè la situazione sta diventando un tema di ordine pubblica e quanto accaduto con l’occupazione ne è un chiaro esempio ». In vista anche uno sciopero nei prossimi giorni e una manifestazione a Roma. «I dipendenti del comune hanno deciso di non essere più accondiscendenti e responsabili come accaduto fino a oggi – zspiega Nunzio Praticò segretario generale per la funzione pubblica della Cisl dei Laghi – adeso pretendono un incontro urgente con il prefetto che deve agire a livello politico. Deve interessare subito Roma. I lavoratori sono stufi. C’è un paese che sta sper scomparire». Altrettanto allarmata è Alessandra Ghirotti (Fp Cgil): «Il commissario Zanzi non ci ha dato alcuna prospettiva per il futuro. Si deve avviare un tavolo unico a livello governativo. A rischio c’è ormai l’ordine pubblico, la gente è esasperata. La dimostrazione in comune ne è un esempio. Sono pronti a scioperare e si sta ragionando su una manifestazione a Roma». Una situazione ad alta tensione che non è stata in alcun modo stemperate, come detto, neanche dall’incontro dei sindacalisti del casino con il prefetto Ignazio Coccia ieri mattina, come testimoniato dal comunicato unitario emesso dalle Rsu. «Il prefetto pur preoccupato per la situazione ha dovuto comunicare che non era in grado di anticipare una data per l’incontro con il ministero dell’Interno ne di ipotizzare un percorso con date o ipotesi di sviluppo sulla vicenda», si legge nella nota. «C’è la preoccupazione che la mancanza di date e di un percorso possano ingenerare tensioni e azioni di difficile gestione senza un tavolo di confronto istituzionale. Adesso organizzeremo a Roma una manifestazione che sia di richiamo per la politica», si chiude il comunicato.
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Campione d’Italia, minoranze all’attacco: “Azzerati tutti i servizi essenziali”
Centro estivo dei ragazzi, scuolabus, ordinaria manutenzione di strade e rete fognaria. Quattro consiglieri comunali di Campione d’Italia escono allo scoperto e denunciano «l’azzeramento di tutti i servizi essenziali e primari che il Comune dovrebbe garantire ai cittadini». Il Comune dell’exclave è schiacciato dai debiti.
«Siamo entrati in una spirale negativa che sembra non avere più fine e la politica poco sta facendo per cambiare le cose», denunciano in una lettera al sindaco Roberto Salmoiraghi i consiglieri Tanina Padula, Fiorenzo Dorigo, Domenico Deceglie e Michele Canesi. «Sono stati azzerati gli interventi di manutenzione – dicono – la scuola dell’infanzia e la mensa scolastica sono a rischio chiusura, è stato cancellato lo scuolabus e l’assistenza nella casa di riposo è inadeguata, senza contare che i dipendenti non ricevono lo stipendio da mesi».
I consiglieri chiedono chiarimenti: «Siamo convinti che questa cancellazione dei servizi non sia solo un problema di risorse, ma anche un problema di scelte di questa amministrazione che ha individuato altre priorità, rispetto alla tutela di aspetti così importanti». A rischio persino la raccolta rifiuti. «Non possiamo accettare supini che si decida deliberatamente di far morire tutti i servizi essenziali che dovrebbero essere garantiti ai cittadini».
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Campione d’Italia, in Comune 86 esuberi su 102 dipendenti
È l’effetto domino dopo il dissesto delle casse provocato dalla crisi del Casinò
Effetto domino a Campione d’Italia: incombe lo spettro della mobilità per 86 dipendenti comunali su 102. Sulla base delle norme relative agli enti locali in dissesto finanziario, il Comune di Campione non potrà avere più di un dipendente ogni 150 abitanti. Si salverebbe, quindi, solo una frazione dell’attuale organico.
I numeri drammatici della riduzione sono scritti nero su bianco in un lettera protocollata del Municipio, firmata dal segretario generale.«Questo Ente – si legge nel documento – con deliberazione comunale del 7 giugno 2018 ha dichiarato il dissesto finanziario. Per effetto di tale procedura il Comune procederà a deliberare le eccedenze di personale in 86 unità, in ottemperanza ai parametri del decreto ministeriale 10 aprile 2017 che prevede per questo Ente una dotazione organica di 16 unità».
Il personale del Comune rischia pertanto di essere quasi decimato.«Il dissesto è stato dichiarato a giugno e solamente due mesi dopo arriva questa comunicazione – replica Vincenzo Falanga, sindacalista della Funzione pubblica della Uil del Lario – Siamo fuori tempo massimo, una comunicazione simile andava fatta il giorno dopo la dichiarazione del dissesto».
Resta da capire come mai il Comune di Campione abbia un totale di 102 dipendenti mentre, secondo i parametri del decreto ministeriale, debba ora scendere a 16.
«L’anomalia non nasce ora – spiega il sindacalista Falanga – ma deriva dalle competenze specifiche di Campione, exclave italiana in Svizzera: deve gestire rapporti con uno Stato estero, l’Aire, la navigazione sul Ceresio, il servizio postale».A ciò bisogna aggiungere che i controllori del Casinò campionese, il cui socio unico era il Comune, sono in carico al Municipio.«Ora abbiamo due preoccupazioni – conclude Falanga – La prima è mantenere i livelli occupazionali dell’intero “sistema Campione”, la seconda è scongiurare il rischio di ricadute in termini di servizi ai cittadini».La nota è stata trasmessa alla Prefettura di Como e ora i sindacati attendono una convocazione.
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Campione d’Italia, la proposta: «Stop a recupero crediti su prestiti e servizi»
Sospensione delle azioni di recupero crediti da parte delle banche, dell’agenzie delle entrate e dei fornitori di servizi essenziali (gas, energia elettrica) per un anno, in attesa di nuove norme da mettere a punto a favore di Campione d’Italia. E la realizzazione di una Zes nell’enclave. Queste le principali proposte emerse ieri in Regione all’audizione del commissario prefettizio Giorgio Zanzi davanti a due organi del Pirellone, la Commissione regionale speciale sui Rapporti con la Svizzera e quella delle Attività produttive. Timida soddisfazione per i contenuti affrontati dall’incontro è stata espressa da Massimo D’Amico, presidente dell’Associazione operatori economici di Campione, presente al tavolo anche come membro del Comitato “Tornare Campione” presieduto da Simone Verda.Sue le proposte sul congelamento di un anno delle richieste da parte di banche e Agenzia delle entrate. «Siamo consapevoli che la Lombardia non ha tutte le competenze per affrontare la situazione economica di Campione d’Italia – ha detto D’Amico – Il rapporto della Regione è però fondamentale per seguire l’iter a Roma».«Il blocco della rivalsa da parte delle banche è un’ipotesi condivisibile», ha commentato Raffaele Erba, consigliere regionale del M5S Lombardia. Erba ha assicurato l’impegno su Campione anche del deputato Giovanni Currò. «Il tema ovviamente è nazionale – ha concluso Erba – Il 22 novembre ne discuterà il Senato e c’è ancora tempo per portare in quella sede le istanze del territorio».Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Pd e segretario della Commissione consiliare Rapporti tra Lombardia e Confederazione svizzera, ha dichiarato: «Il quadro è drammatico. Stiamo rischiando di veder fallire, collassare e chiudere un intero paese della provincia».Il consigliere Pd aveva già incontrato la delegazione campionese in mattinata assieme al senatore Dem Alessandro Alfieri e all’ex consigliere regionale Luca Gaffuri. Durante l’incontro, Angelo Orsenigo ha spiegato anche che «bisogna sfatare il mito del paese del bengodi e delle spese folli. Il contesto di Campione – ha concluso – va inserito nell’ambito dei costi della vita svizzeri. Mi sento di proporre una Zes per l’enclave».
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Campione d’Italia, insediato il commissario prefettizio Angela Pagano
Angela Pagano si è insediata a Campione d’Italia. Il commissario prefettizio ha ora come obiettivo quello di occuparsi del bilancio del municipio dell’exclave dopo la dichiarazione del dissesto finanziario. Il sindaco Roberto Salmoiraghi intanto tira dritto ed è pronto a varare la nuova convenzione con il Casinò nonostante la diffida formale dei rappresentanti sindacali dei dipendenti del Comune. Prevista per giovedì sera, la seduta del consiglio comunale è slittata a questa sera per un’eccezione sollevata da alcuni consiglieri. Un ostacolo subito aggirato dal sindaco, con il rinvio di 24 ore della convocazione della seduta. I portavoce dei lavoratori hanno inviato una dura presa di posizione al primo cittadino, chiedendogli di non votare documenti che di fatto andrebbero a vantaggio della casa da gioco penalizzando ulteriormente il Comune di Campione d’Italia.
«Il primo impegno è quello di cercare di salvare la collettività – ribatte il sindaco Roberto Salmoiraghi – Il sindacato dimentica che il Casinò non ha nulla a che fare con questa situazione. Il Comune deve applicare le norme previste dalla legge dopo la dichiarazione del dissesto. Questo significa, ad esempio, procedere con la dichiarazione degli esuberi e la messa in mobilità dei dipendenti, intervento che peraltro va a vantaggio del personale perché consentirà agli operatori di ricevere per due anni l’80% dello stipendio e di essere ricollocati. Sono passaggi da fare».Il consiglio comunale è pronto invece a dare il via libera a una modifica della convenzione con il casinò di Campione.«Il documento che regola i rapporti con la casa da gioco prevede un trasferimento di una quota fissa annuale al Comune – dice sempre il primo cittadino Salmoiraghi – Ora, in base al piano di risanamento della casa da gioco, la cifra potrà variare di anno in anno e dovrà essere compatibile con il bilancio del Casinò, che potrà stabilire una cifra variabile che può trasferire al Comune salvaguardando il proprio equilibrio finanziario».I rappresentanti sindacali intanto promettono battaglia e sono pronti a contrastare la decisione in tutte le sedi. Le prossime ore dunque potrebbero rivelarsi decisive.