Categoria: Politica

  • Campagna elettorale a Cantù: domani a mezzogiorno Matteo Salvini in piazza Garibaldi

    Campagna elettorale a Cantù: domani a mezzogiorno Matteo Salvini in piazza Garibaldi

    Nuovo appuntamento elettorale nel Comasco per il vicepremier Matteo Salvini, ministro dell’Interno e leader della Lega. Il segretario del Carroccio, dopo il comizio di inizio aprile a Como, domani mattina alle 12 sarà in piazza Garibaldi a Cantù per sostenere la candidata sindaco Alice Galbiati e tutti i candidati sindaci della Provincia di Como del Carroccio. Sarà presente anche il sottosegretario canturino Nicola Molteni e tutti gli esponenti locali della Lega.

  • Da Vercana al Pirellone, lezione di politica in consiglio regionale per gli alunni della primaria

    Da Vercana al Pirellone, lezione di politica in consiglio regionale per gli alunni della primaria

    Gli alunni delle classi quarta e quinta della scuola primaria di Vercana, dell’Istituto comprensivo statale di Gravedona ed Uniti (Como), hanno visitato oggi l’aula consiliare di Palazzo Pirelli, a Milano, sede del consiglio regionale della Lombardia.

    I ragazzi e i loro insegnanti sono stati accolti daGigliola Spelzini, presidente della commissione Montagna e consigliere regionale comasca della Lega.

    «Far visitare la sede del consiglio regionale della Lombardia alle scolaresche è di fondamentale importanza in un’ottica di educazione civica delle nuove generazioni. Il modo migliore per avvicinare i giovanissimi al funzionamento delle nostre istituzioni democratiche», ha dichiarato la stessa Spelzini.

    Gli alunni altolariani si sono seduti tra i banchi del consiglio per una lezione sul funzionamento dei lavori dell’assemblea e si sono calati nella parte dei consiglieri regionali, con tanto di votazioni simulate su proposte di legge scelte da loro stessi.

    Come primo atto amministrativo, i ragazzi di Vercana hanno puntato sull’abolizione della plastica

  • Elezioni europee, Como (forse) senza candidati

    Elezioni europee, Como (forse) senza candidati

    Grandi partiti senza comaschi in lista per le Europee. Una situazione che potrebbe ripetersi – identica – anche per le piccole formazioni politiche.

    A quattro giorni dalla presentazione delle candidature per il Parlamento di Strasburgo, lo scenario che si presenta per la politica lariana è abbastanza desolante.

    Vero è che la circoscrizione del Nord-Ovest comprende le tre grandi città del triangolo industriale – Milano, Torino e Genova – e un territorio con una densità di popolazione molto alta. E altrettanto vero è che i candidati per ciascuna lista in questa circoscrizione sono soltanto 20.

    Ma un’elezione europea senza comaschi in lista sarebbe comunque una novità poco apprezzabile.

    I conti si faranno soltanto alla fine. Vale a dire mercoledì, giorno in cui scade il termine per il deposito delle liste in Corte d’Appello a Milano.

    Allo stato attuale, si sa per certo che Partito Democratico, Forza Italia, Verdi, Movimento 5 Stelle e La Sinistra non avranno candidati provenienti dalla provincia lariana. I Verdi, in realtà, hanno offerto adAlessandra Patelliil posto di capolista nella nostra circoscrizione, ma la dirigente del movimento ambientalista ha declinato l’offerta per motivi personali.

    Tra le formazioni politiche più grandi che non hanno ancora chiuso le liste ci sono poi Lega e Fratelli d’Italia.

    Per ciò che riguarda il Carroccio, la scelta finale viene fatta dalla segreteria federale ma tra le indiscrezioni sin qui uscite non sono segnalati nomi di comaschi.

    Fratelli d’Italia ufficializza le liste stasera e al momento tra i 20 candidati della circorscrizione Nord-Ovest non ci sarebbero comaschi.

    Una sorpresa positiva – l’unica, forse – potrebbe giungere da +Europa. Il portavoce lariano,Luca Monti, rivela che tra le proposte avanzate c’è anche quella di un sindaco comasco vicino a Italia in Comune, partito alleato di +Europa in queste elezioni.

  • Due settimane per completare le liste comunali. Sul Lario si eleggeranno 95 nuovi sindaci

    Due settimane per completare le liste comunali. Sul Lario si eleggeranno 95 nuovi sindaci

    Due settimane ancora, le più difficili, per riempire tutte le caselle in vista delle elezioni amministrative che quest’anno interesseranno 95 dei 148 Comuni della Provincia di Como. Quasi due terzi degli enti locali e poco più della metà della popolazione residente. Sabato 27, a mezzogiorno, scadrà il termine per la presentazione delle liste. E le sorprese potrebbero essere molte. Soprattutto nei piccoli e piccolissimi paesi. Dove la disaffezione alla politica è sempre maggiore, così come il rischio che nessuno o pochi scelgano di candidarsi.Lo scorso anno, per la prima volta, un Comune – Rodero – non andò a votare per mancanza di candidati. In altri tre – Carugo, Cassina Rizzardi e Sorico – non si raggiunse il quorum del 50% più uno dei votanti, necessario per rendere valide le elezioni con una sola lista in campo. A Sorico, addirittura, si recò alle urne meno del 30% degli aventi diritto. Qualcosa di mai visto in provincia di Como, dove la partecipazione alle comunali – almeno fino a pochi anni fa – raggiungeva talvolta percentuali altissime.È vero che la coincidenza con le Europee potrebbe favorire in qualche modo l’affluenza, ma dare per scontato che questo avvenga potrebbe rivelarsi un errore.Una situazione molto particolare, poi, potrebbe verificarsi a Campione d’Italia, Comune in dissesto finanziario dal giugno del 2018 e commissariato in seguito alle dimissioni dell’ex sindaco Roberto Salmoiraghi. Data la situazione, e con la crisi della casa da gioco lontana da una possibile soluzione, sembra davvero difficile che qualcuno voglia tentare la scalata al municipio. Questa volta, vincere a Campione d’Italia potrebbe non essere una buona notizia.Ma al di là dell’enclave, che ha sempre fatto storia a sé anche in tempi di assoluta normalità, la tornata elettorale coinvolgerà comunque centinaia di candidati.I Comuni più importanti in cui si vota saranno Cantù (che torna alle urne dopo soli due anni a causa della nota vicenda dell’incompatibilità del sindaco Edgardo Arosio) e Mariano Comense, dove si chiude con difficili prospettive di riconferma un travagliato quinquennio di centrosinistra.Tra i centri più popolosi chiamati al voto anche Fino Mornasco, Lomazzo e Cermenate.All’opposto, si rinnoveranno i consigli comunali di alcuni tra i paesi più piccoli della provincia: Livo, Zelbio, Val Rezzo, Cusino, Peglio, Dosso del Liro. Tutti Comuni nei quali il numero di elettori non supera quota 300 (e in alcuni casi nemmeno quota 200).Per la prima volta sarà poi eletto il sindaco di Solbiate con Cagno, paese di frontiera e di frontalieri, nato dalla fusione approvata dai cittadini il 10 giugno dello scorso anno con un referendum popolare.

  • «Como vuole infrastrutture con buona pace dei Cinque Stelle». Matteo Salvini, ieri in città, “promuove” la squadra di Landriscina

    «Como vuole infrastrutture con buona pace dei Cinque Stelle». Matteo Salvini, ieri in città, “promuove” la squadra di Landriscina

    Una piazza che si è lentamente riempita fino a scoppiare in un boato all’arrivo del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, in città per un appuntamento elettorale.Un migliaio i sostenitori e i curiosi che hanno voluto ascoltare le parole del vicepremier che è subito partito con decisione sul fronte delle infrastrutture.«Como ha fame di strade, collegamenti efficienti e treni sicuri – ha esordito Salvini – Fortunatamente la variante della Tremezzina, toccando ferro, ormai dovrebbe partire. C’erano sovrintendenti un po’ pignoli ma ormai ci siamo. Bisogna poi lavorare sul fronte della tangenziale e della Pedemontana. Così come, a partire da questa splendida città, bisogna lavorare per i parcheggi e per infrastrutture che siano al passo con i tempi anche dal punto di vista ambientale. E gli amici del Movimento 5 Stelle dovranno prenderne atto».Sul palco, insieme a Salvini, il sindaco Landriscina, che ha ribadito l’importanza dell’alleanza con la Lega, l’assessore Negretti con maglietta azzurra pro Matteo e tutti gli esponenti cittadini, provinciali e regionali della Lega. Il ministro dell’Interno ha poi parlato ancor più nel dettaglio della città. «Solo due anni fa qui regnava la confusione. La stazione era un dormitorio a cielo aperto, i giardini a lago e altre aree della città non erano sicure. Adesso vedo una città in ripresa, più sicura, merito di questa amministrazione. Certo c’è ancora tanto da fare, a partire dal recupero della Ticosa e dalle paratie. Argomento quest’ultimo che stiamo analizzando con sempre maggior attenzione». Un passaggio anche sull’autonomia che «è un risultato da ottenere per restituire responsabilità a chi amministra un territorio. E Bruxelles non può venire a darci lezioni. Lo sapremo bene noi come si fanno i missoltini, non a Bruxelles», ha ironizzato Salvini scatenando cori da stadio. Ultimo, importante passaggio, quello sulle infiltrazioni sempre più insistenti, anche in Brianza, della criminalità organizzata.«Per stroncare il fenomeno bisogna ovviamente aiutare le forze dell’ordine e la magistratura. E poi stiamo intervenendo potenziando quello che dipende direttamente da me ovvero l’Agenzia per i beni confiscati a mafia, camorra e ’ndrangheta. Adesso apriremo una nuova sede a Milano che si occuperà di tutta la Lombardia. Vigilanza massima perché le mafie vanno dove ci sono i quattrini e dunque Como, la Brianza e Milano sono mete sempre più ricercate. Ma abbiamo dati sui sequestri e sulle confische di beni molto confortanti», ha chiuso Salvini.

  • Duello a Palazzo Cernezzi. Rapinese contro Nessi, il consiglio dice no alla commissione

    Duello a Palazzo Cernezzi. Rapinese contro Nessi, il consiglio dice no alla commissione

    Bocciata la commissione giudicante sullo scontro Nessi-Rapinese. Mercoledì scorso in consiglio comunale 19 voti contrari – su 24 votanti – hanno definitivamente affossato la possibile nascita di questo organismo fortemente voluto da Alessandro Rapinese per esprimersi sulla querelle nata con il capogruppo di Svolta Civica. Si chiude così una vicenda che nelle ultime settimane aveva fatto discutere la politica cittadina e la sala consiliare dove da più banchi era stata giudicata eccessiva la richiesta di creare questa commissione.Tutto nasce alcune settimane fa, con la richiesta di Alessandro Rapinese di istituire questa commissione per fare chiarezza sullo scontro frontale avuto con Vittorio Nessi. Tensione generata dalle durissime accuse dell’ex pm a Rapinese in relazione a ripetute mancanze di rispetto nei confronti dell’assessore Elena Negretti e, in generale, delle donne. Accuse totalmente rigettate da Rapinese che hanno spinto il consigliere a chiedere l’istituzione dell’organismo che però non vedrà la luce.

  • «Basta con i “furbetti” stranieri della multa». La proposta di Alessio Butti: #adesstebaletancati

    «Basta con i “furbetti” stranieri della multa». La proposta di Alessio Butti: #adesstebaletancati

    #adesstebaletancati: la risposta comasca airattdell’Udc ticinese che alcuni anni fa impersonavano i frontalieri divoratori di formaggio svizzero è arrivata ieri, sul filo dell’ironia, dal deputato di Fratelli d’ItaliaAlessio Butti. Il quale ha presentato in una conferenza stampa la sua proposta di legge contro i furbetti stranieri della multa non pagata, e ha postato sul suo profiloFacebookdue hashtag inequivocabili:#reciprocitàe, appunto,#adesstebaletancati.

    L’idea di base della proposta di Butti è semplice: estendere la sanzione del fermo amministrativo ai veicoli immatricolati all’estero nel caso in cui i proprietari, multati in Italia, si siano “dimenticati” di pagare o non abbiano fatto ricorso. Lotta dura, quindi, a quelli che lo stesso Butti definisce i “furbetti”, molti dei quali proverrebbero dalla vicina Svizzera.

    Gli automobilisti stranieri, in gran parte svizzeri, che infrangono il codice stradale italiano nella fascia di confine prendono sanzioni che poi non pagano, perché la burocrazia e la giurisprudenza impediscono la riscossione della multa – ha spiegato Butti – Ecco perché una proposta di legge: «Se è giusto che gli italiani paghino le multe prese, è altrettanto doveroso che lo facciano pure gli stranieri», ha detto il parlamentare lariano.

    Secondo Butti, le nuove norme sarebbero necessarie soprattutto a causa della tecnologia che ha ormai invaso anche le strade. L’estensione dei sistemi di rilevazione automatica – gli autovelox, i tutor di prima e seconda generazione, le telecamere delle Ztl e i semafori intelligenti che pizzicano chi passa con il rosso – ha fatto sì che le multe vivano di vita propria, siano cioè notificate senza più transitare da un ufficio. A uno straniero che non paga una multa presa in Italia non succede nulla. Se invece un italiano non paga una sanzione presa in Svizzera, viene bloccato alla frontiera e deve anche sborsare 300 franchi per evitare tre giorni di arresto.

    Adesso, afferma Butti, è arrivato il momento di dire basta a tutto questo, bloccando in Italia le auto degli elvetici che non pagano le multe.

  • Crisi politica a Senna, maggioranza in frantumi:   si dimettono sei consiglieri tra cui il vicesindaco

    Crisi politica a Senna, maggioranza in frantumi: si dimettono sei consiglieri tra cui il vicesindaco

    Maggioranza a pezzi a Senna Comasco dove oggi sei consiglieri comunali si sono dimessi. Tra loro anche il vicesindaco, Bruno Galati, e l’assessore Enrico Arighi. Un terzo componente della giunta, l’assessore esterno Marta Fionda, ha annunciato di voler lasciare l’incarico. «Il gruppo che sosteneva il sindaco Francesca Curtale non condivide più da tempo il modo di gestire la cosa pubblica» ha detto alCorriere di ComoBruno Galati.Insieme con Galati e Arighi si sono dimessi pure Francesco Incarnato, Silvano Pelanconi, Ivan Perlini e Paola Sinagra.I dimissionari hanno chiesto con una lettera al prefetto lo scioglimento del consiglio e il conseguente commissariamento del Comune.

    L’approfondimento sul Corriere di Como in edicola domani, mercoledì 27 febbraio

  • Campione d’Italia, Orsenigo (Pd) chiede la Commissione speciale sul posto

    Campione d’Italia, Orsenigo (Pd) chiede la Commissione speciale sul posto

    O“I nostri concittadini stanno aspettando da troppo tempo: interveniamo subito e come prima cosa riuniamo una seduta della Commissione speciale rapporti tra Lombardia e Confederazione
    elvetica direttamente a Campione d’Italia per far sentire loro che gli siamo vicini e ascoltarli”, è questa la proposta di Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Pd e segretario della stessa Commissione, dopo la decisione di rinviare la discussione della
    mozione sul caso dell’exclave italiana in Canton Ticino. L’atto doveva essere affrontato e votato questo pomeriggio, in consiglio regionale, ma la Lega ha proposto di rimandare l’argomento, anche in considerazione delle ultime novità e della recente nomina
    del commissario straordinario.

    “Ho dato il mio assenso, ma ho anche ribadito più e più volte che i tempi stringono e dobbiamo intervenire con urgenza – fa sapere Orsenigo, anch’egli firmatario della mozione proposta da Fi – Ho ricordato che i cittadini campionesi erano fuori da Palazzo Pirelli a protestare a luglio scorso: sono passati 7 mesi. Inoltre, pochi giorni fa, allo sciopero indetto a Campione, c’eravamo anche noi del Pd, assieme al presidente del consiglio regionale Alessandro Fermi, per ribadire che questi sono nostri concittadini, italiani, lombardi, comaschi. E che i loro figli non possono andare a scuola perché non ci sono le risorse per il riscaldamento delle aule”.

    “Quindi, queste persone, queste famiglie meritano un’attenzione particolare perché stanno vivendo un momento davvero difficile” conclude il consigliere regionale del Partito Democratico.

  • Casinò, la Lega attacca i Cinque Stelle. Molteni: «Di Maio ha frenato la nomina del commissario»

    Casinò, la Lega attacca i Cinque Stelle. Molteni: «Di Maio ha frenato la nomina del commissario»

    «La nomina del commissario straordinario per la casa da gioco – si tratta di Maurizio Bruschi – poteva essere realtà da giorni. La responsabilità del ritardo è di Luigi Di Maio che ha chiesto tempo per accertamenti quando il nome prescelto è arrivato sul suo tavolo». Le parole sono del sottosegretario all’Interno Nicola Molteni che da tempo segue la vicenda e che con questa dichiarazione innescherà l’ennesima polemica all’interno del Governo giallo-verde. Questo perché il sottosegretario lariano ha parole dure anche per altri esponenti del Movimento 5 Stelle. Una sorta di resa dei conti su una vicenda che si è impantanata giorno dopo giorno. «La realtà è semplice. Bene farebbe a informarsi, prima di parlare, anche il parlamentare Giovanni Currò che in passato ha avanzato dubbi sui ritardi nella nomina che sarebbero stati causati da Salvini senza sapere che è stato Di Maio a prendere tempo». In mezzo a questa polemica va ribadito, anche se l’annuncio ufficiale non è ancora stato reso noto, che il «nome indicato in questi giorni, quello di Maurizio Bruschi, è corretto. Il decreto di nomina, con tutte le firme necessarie, è già alla Corte dei Conti. Questo è l’ultimo passaggio che deve essere fatto e non esiste alcuna necessità che passi in consiglio dei ministri. Quindi si tratta di ore, di attendere la bollinatura da parte della Corte dei Conti», spiega Molteni, che poi affonda. «Incredibile, in questa vicenda così delicata, che personaggi come Giovanni Currò addirittura abbiano presentato un’interrogazione sul tema, senza sapere quello che accadeva, ovvero che Di Maio aveva il nome sul tavolo e ha chiesto tempo», dice Nicola Molteni, che riassume così i passaggi formali dell’intera vicenda. «L’indicazione del nome del commissario, che spetta al ministero dell’Interno, è stata fatta più di 20 giorni fa. Dopodiché è necessaria innanzitutto la firma del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, che ha immediatamente provveduto e poi è passata prima al Mef (ministero economia e finanze) e successivamente al Mise di Luigi Di Maio (il ministero dello sviluppo economico), dove l’iter si è arenato – spiega sempre il sottosegretario Molteni – Alla fine, dopo che si è sbloccata la situazione, il decreto di nomina, con tutte le firme richieste, è arrivato alla Corte dei Conti. Adesso attendiamo l’ufficializzazione che sarà veramente questione di ore, anche perchè non è necessario alcun passaggio in Consiglio dei ministri». Il duro attacco al M5S da parte del sottosegretario Molteni, viene immediatamente controbattuto dal parlamentare comasco del partito di Grillo, Giovanni Currò, chiamato in causa dall’esponente di Governo della Lega. «Sull’interrogazione mi limito a dire che è uno strumento lecito e che tutti noi possiamo utilizzare in parlamento. Così ho fatto io, solo per sollecitare delle risposte su un tema molto delicato. Francamente non mi interessa sapere di chi è la colpa o se c’è una colpa nei ritardi sulla nomina del commissario e non mi va di polemizzare con il sottosegretario Molteni», spiega Currò. «Inoltre, anche ammesso che il dossier si sia fermato sulla scrivania del ministro Di Maio, se la Lega era così in ansia per la nomina, poteva sollecitare gli uomini del Mise, visto che sapeva dove si trovava il fascicolo. A livello personale, infine, non capisco perché il sottosegretario non mi abbia chiamato per chiarire», conclude Giovanni Currò.