L’assemblea di Ance Lombardia (Associazione regionale dei costruttori edili lombardi) ha eletto all’unanimità Luca Guffanti, già numero uno di Ance Como, alla carica di presidente per il quadriennio 2018-2022. E’ la prima volta che un comasco ricopre questo ruolo. Luca Guffanti, succede al lecchese Luigi Colombo.
Categoria: Economia
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Asf assume cinque manutentori
Aperta la selezione per l’assunzione di 5 tecnici manutentori di Asf Autolinee.
Le domande potranno essere presentate esclusivamente per posta elettronica all’indirizzoselezioneofficina@asfautolinee.itentro le ore 8 del 10 dicembre.Il contratto di lavoro previsto è a tempo determinato full time per 12 mesi.Le candidature per essere valide devono rispettare tutti i requisiti previsti dall’avviso pubblicato integralmente sul sito diwww.asfautolinee.it, sezione “Società trasparente” – “Lavora con Noi”, al quale si rimanda.
Per partecipare alla selezione bisogna avere, in particolare, una età non inferiore ai 18 anni e non superiore ai 45, godere dei diritti civili e politici, assenza di condanne penali e posizione regolare nei confronti del servizio militare.
Sono considerati requisiti specifici il possesso di un titolo di studio di scuola secondaria di secondo grado e il possesso della patente B.
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Asf Autolinee cerca nuovi autisti. Il termine per le domande è il 20 novembre
Asf Autolinee, la società che gestisce il trasporto pubblico a Como e provincia, cerca venti nuovi autisti con contratto di lavoro a tempo determinato full time. L’iscrizione alla selezione dovrà avvenire per posta elettronica attraverso l’invio della candidatura e di tutti i documenti richiesti all’indirizzo ufficio.segreteria@asfautolinee.it. Per essere valide, le candidature devono rispettare tutti i requisiti previsti dall’avviso pubblicato sul sito di www.asfautolinee.it, sezione “Società trasparente”-“Lavora con Noi”. Il termine ultimo per l’invio della documentazione è alle ore 8 del 20 novembre.
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Camera di Commercio Como e Lecco, entro venerdì gli apparentamenti
Una schiacciante maggioranza – 22 consiglieri su 33 – e un accordo ancora fragile. Che potrebbe riservare qualche sorpresa anche all’ultimo momento. La presidenza della nuova Camera di Commercio di Como e Lecco potrebbe passare nelle mani degli artigiani che hanno proposto Marco Galimberti, vicepresidente uscente in via Parini. Gli industriali, dopo il no di Angelo Majocchi, sono ancora alla ricerca di un nome da proporre a loro volta. Tutti i nodi saranno sciolti nel giro di pochissimi giorni, e comunque entro venerdì. Si sa per certo che l’apparentamento tra Unindustria Como, Confindustria Lecco, Confartigianato e Confcommercio garantirà alle associazioni di categoria più importanti i due terzi del consiglio camerale. La “minoranza”, grazie all’alleanza tra Confesercenti, Api Lecco, Cna e Cdo avrebbe 5 consiglieri. Un seggio ciascuno avranno la Coldiretti (che ha anche un posto in giunta), le cooperative e il credito. Oltre a loro saranno rappresentanti in consiglio anche i liberi professionisti, i sindacati e i consumatori. Da definire, invece, il segretario generale tra Giuliano Caramella e Rossella Pulsoni.
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Casinò di Campione, oggi effettivi i licenziamenti dei dipendenti della casa da gioco
Casinò di Campione d’Italia, polemica a distanza sulle sorti dei lavoratori del casa da gioco fallita lo scorso mese di luglio, tra Giovanni Currò, deputato del Movimento 5 Stelle, e il sindacato. In particolare, a sferrare l’attacco è Giovanni Fagone, della Slc Cgil Lombardia.«Le dichiarazioni dell’onorevole Currò apparse sulCorriere di Comolasciano basiti per la portata del messaggio. Le stesse, senza il dubbio di essere fraintese, rendono chiara quale sia stata la strategia della politica dopo la chiusura per fallimento del Casinò di Campione: il licenziamento di tutti i dipendenti della Casa la gioco così da avere mano libera nei rapporti contrattuali. Il deputato pentastellato, riferendosi ai rapporti di lavoro dei dipendenti, ha detto che “andranno rivisti e modificati in base alla nuova, futura realtà”. I lavoratori, non responsabili del fallimento, meritano molto più rispetto da parte di chi si erge a paladino della dignità del lavoro, della difesa dei diritti acquisiti e della volontà di garantire le condizioni normative pre jobs act – attacca Fagone – Apprendere che l’unica strada per ripartire, a detta dell’esponente parlamentare, sia quella di licenziare è inaccettabile e le sue parole risultano di una gravità inaudita». Un attacco senza compromessi che prosegue. «Se si fosse accolta la richiesta del sindacato di modificare la norma che impedisce alle aziende non industriali di utilizzare il Fondo integrazione salariale quando fallite, avremmo cercato di ottenere dalla curatela il ritiro della procedura di mobilità e l’attivazione dell’ammortizzatore sociale. Tale scenario – conclude Fagone – avrebbe portato al congelamento delle posizioni lavorative con il fine di favorire il trasferimento del personale alla nuova società che dovrà gestire la casa da gioco».Una dura presa di posizione che arriva ormai a pochissime ore dal licenziamento dei dipendenti. Oggi infatti diventeranno effettive le lettere di fine rapporto per 469 lavoratori del casinò di Campione d’Italia che, unitamente al dissesto finanziario del Comune, hanno precipitato nell’abisso un’intera comunità, ora in attesa di una soluzione.
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Casinò, unico commissario per Campione e Anzio
Si dice “fatta la legge trovato l’inganno”, proverbio a cui non sfugge la drammatica realtà di Campione d’Italia e del suo Casinò. Giovedì, con la conferma dell’invio delle lettere di licenziamento ai dipendenti della casa da gioco, è infatti arrivata anche l’approvazione alla Camera del decreto fiscale collegato alla legge di Bilancio.Il testo, che sarà pubblicato nei prossimi giorni sulla Gazzetta ufficiale, prevede sgravi fiscali per cittadini e imprese dell’enclave e la nomina di un commissario ad hoc (entro 30 giorni dalla pubblicazione del decreto) che avrà il compito di trovare entro 45 giorni una soluzione per riaprire il Casinò.Peccato che il commissario nominato da Salvini, per il quale non sono previsti compensi, potrebbe avere anche un altro compito, ovvero riqualificare un maxi albergo di Anzio (Roma), il “Paradiso sul Mare”, e riportarlo alla sua destinazione originaria di casinò. L’ordine del giorno, dopo una prima bocciatura, è stato nuovamente presentato in aula, dal deputato laziale di Fratelli d’Italia, Marco Silvestroni.«Si tratta di un problema di non poco conto – sottolinea Massimo D’Amico, presidente dell’Associazione operatori economici di Campione – Non vedo come sia possibile per una persona chiamata a rivestire un ruolo così delicato, ovvero presentare in un tempo strettissimo un piano di riapertura del Casinò, gestire un’altra situazione a oltre 700 chilometri di distanza. Non voglio parlare di concorrenza, visto che la casa da gioco di Anzio interverrebbe su una clientela del Centro e Sud Italia, ma l’abbinamento tra le due questioni è assurdo. Impensabile».Il “Paradiso sul Mare” di Anzio, di proprietà del Comune locale, è un grande palazzo in stile liberty realizzato sul lungomare nel 1924. Il casinò, ad Anzio, in realtà, non ha mai aperto per via dei freni posti dalla legge sul gioco d’azzardo. Nell’edificio sono stati ospitati una scuola, il consiglio comunale e diverse mostre. Fellini lo utilizzò per alcune scene di “Amarcord” e altri film. Ospitò Alberto Sordi e Monica Vitti in “Polvere di stelle”. La terrazza principale del casinò è stata più volte vandalizzata.«Non si capisce come si possa pensare di avviare oggi un nuovo casinò – commenta ancora D’Amico – Se l’ordine del giorno dovesse essere accolto si dilaterebbero per forza di cose anche i tempi della riapertura di Campione d’Italia, dopo tutti gli sforzi messi in atto per trovare una soluzione».
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Cgil, Alessandra Ghirotti confermata segretaria generale della Funzione Pubblica
L’assemblea generale della Funzione pubblica lariana ha riconfermato Alessandra Ghirotti segretaria generale.“Registriamo una crescita costante negli iscritti – ha spiegato durante la sua relazione – nel 2017 siamo 2798, quattrocento in più rispetto a quattro anni prima. Con le Rsu del 2018 abbiamo raggiunto la soddisfazione d’essere il primo sindacato in provincia, con il 34,5% delle preferenze”.Per quanto riguarda i settori, quello delle funzioni centrali registra l’accorpamento e la trasformazione dell’ex direzione territoriale del lavoro, oggi ispettorato del lavoro di Como e Lecco: “La fusione – continua Ghirotti – non supportata dalla giusta dose d’investimenti e di risorse economiche e umane, ha naufragato i presupposti di miglioramento dell’efficacia del controllo”.
Circa gli enti locali, invece, si sottolinea negativamente la scelta del Comune di Como di privatizzare la refezione scolastica.“Abbiamo sempre cercato di coniugare e convertire esigenze e bisogni individuali in istanze e rivendicazioni collettive tramite la contrattazione – conclude Ghirotti – Questo è stato, e sarà in futuro, il nostro primo obiettivo, su cui ogni vertenza dovrà fondarsi, nel rispetto delle specificità di ogni singolo posto di lavoro”.
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Cinema e Fisco salvano Villa Erba. Nel 2018 un avanzo di 30mila euro
Dopo anni di bilanci in rosso Villa Erba si appresta a chiudere un esercizio finanziario nelle cifre nere. Per la soddisfazione degli amministratori del centro espositivo che ieri hanno addirittura convocato una conferenza stampa per annunciare la buona novella. In realtà, i numeri di questo avanzo non sono stati resi noti, ma ilCorriere di Comoè in grado ugualmente di rilevarli: il risultato prima delle imposte dovrebbe essere di circa 30mila euro.Pochi? Molti? Se si considera che Villa Erba esce da un lunghissimo periodo buio, con perdite anche pesantissime che hanno portato alla necessità prima di una ricapitalizzazione e poi di una modifica statutaria per consentire ai privati di acquisire la maggioranza delle quote della società di gestione, si può dire che 30mila euro sono comunque un segnale.Il punto è capire se si tratta di qualcosa di strutturale, di una vera inversione di tendenza, oppure dell’esito di una congiuntura favorevole.Il direttore e il presidente di Villa Erba, Piero Bonasegale e Filippo Arcioni, parlando ieri mattina ai giornalisti, hanno ovviamente privilegiato la prima ipotesi. Ma hanno anche ammesso che tra le «due componenti fondamentali» che hanno permesso di raggiungere l’importante risultato, oltre all’atteso e indispensabile «incremento del fatturato in misura significativa» (+11% in più rispetto al 2017) va considerata anche «la conciliazione della controversia» in atto «da 14 anni con l’Agenzia delle Entrate». Un accordo «che ha permesso la definizione di nuove rendite catastali e la conseguente riduzione dell’Imu e della Tasi» di circa 100mila euro.«Una questione di equità fiscale», l’ha definita Arcioni. E probabilmente con qualche ragione. Un’intesa trovata però a metà strada tra le richieste di Villa Erba e le pretese del Fisco, se è vero che ancora nella relazione dell’ultimo bilancio (2017) gli amministratori del polo espositivo attribuivano il risultato economico negativo «all’imposizione Imu e Tasi in eccesso per circa 187.500 euro rispetto all’onere che si dovrebbe sopportare se tale imposta fosse calcolata sulla rendita da noi proposta all’Agenzia delle Entrate di Como». In ogni caso, uno sconto di 90mila euro è pur sempre meglio di niente, soprattutto se permette – assieme alla crescita del giro d’affari – di rimettere in carreggiata i conti.A proposito di fatturato, in conferenza stampa sono stati diffusi alcuni numeri. Nel 2018 l’incremento è stato, come detto, superiore al 10%. Il volume d’affari si attesterà tra i 7,2 e i 7,3 milioni di euro contro i 6,6 del 2017.A contribuire in maniera sostanziosa a questa crescita sono state tra l’altro le tre produzioni che hanno portato sul Lario star del calibro di Jennifer Aniston e Margherita Buy. Il cinema si è rivelato vincente, almeno per quest’anno. Ripetersi nel 2019 potrebbe non essere così semplice né scontato.Villa Erba ha però deciso di puntare su questo filone, avviando una campagna di comunicazione dedicata e promuovendo alcuni investimenti «materiali e immateriali» finalizzati a rendere strutturale la presenza di eventi simili anche in futuro. Si parla di 2 milioni di euro che, secondo Arcioni, potranno essere ricavati «con l’esecuzione dell’aumento del capitale, anziché ricorrere ad ulteriori prestiti bancari». I soci privati di Villa Erba sarebbero disponibili, quelli pubblici non avrebbero «escluso, una volta verificati i presupposti politici e i vincoli di natura legislativa, di poter anch’essi partecipare all’aumento di capitale proposto». Motivo per cui la società ha pure deciso di proroga dal 31 dicembre 2018 al 30 settembre 2019 proprio il possibile aumento di capitale.Sullo sfondo rimane comunque un grande punto interrogativo, ovvero il destino di Proposte, l’unica fiera del tessile (assieme a Comocrea) rimasta a Villa Erba.Nel 2019 scade il contratto triennale, si discute da tempo il rinnovo ma gli organizzatori chiedono con insistenza alcune garanzie. Prima fra tutte, la riduzione della concorrenza «parassitaria» – così la definisce uno dei componenti del cda del polo espositivo – del “fuori salone”.Senza Proposte, il futuro di Villa Erba tornerebbe a tingersi di scuro. Su questo, però, le informazioni al momento sono poche.
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“Commercianti per un giorno” a Lariofiere
Iniziato il conto alla rovescia per le festività di fine anno, il centro congressi Lariofiere di Erba torna a offrire ai lariani la possibilità di trasformarsi in “Commercianti per un giorno” (nella foto, uno stand di una passata edizione). Questo il titolo della kermesse in scena il prossimo 16 dicembre. Quale occasione migliore per rifarsi il guardaroba o trovare un oggetto particolare o perchè no, anche curioso? La vendita dell’usato è sempre più in auge. E riciclo e riuso aprono le porte a un futuro etico e sostenibile, Orari: dalle 9.30 alle 19. Ingresso 5 euro.
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Comocrea Textile Design Show, il 22 si apre a Villa Erba la 61esima edizione
Manca ormai poco alla 61esima edizione di Comocrea Textile Design Show. Il 22 e 23 ottobre a Villa Erba torna infatti l’estate nei colori e nei motivi dei disegni tessili, presentati dagli studi di disegno tessile internazionali più importanti che metteranno in mostra la nuova collezione primavera estate 2020.Comocrea Textile Design Show è l’unica rassegna dedicata esclusivamente al design tessile per l’abbigliamento, alla quale prendono parte studi di diverse provenienze: Italia, Regno Unito, Francia, Olanda e Australia. «La situazione congiunturale internazionale degli ultimi anni ha pesato non poco sul settore – sottolinea Stuart Sartori, presidente di Comocrea – Tra i comparti che hanno beneficiato dei segnali positivi verso una discreta ripresa, il tessile rimane ancora fanalino di coda strappando a fatica un +0,2% nel secondo trimestre 2018 in Lombardia, a testimonianza degli sforzi che le nostre aziende stanno affrontando per rimanere competitive sui mercati internazionali.Noi disegnatori cerchiamo di fare la nostra parte».