Categoria: Economia

  • Cinghiali, nel 2019 in provincia di Como abbattuti 1503 esemplari

    Cinghiali, nel 2019 in provincia di Como abbattuti 1503 esemplari

    Nel 2019 in Lombardia sono stati
    abbattuti 4.252 cinghiali grazie alle azioni programmate dalla Regione. Ben 1503
    in provincia di Como che, con tali cifre, è il territorio dove si è intervenuti
    in maniera più decisa. Si tratta di numeri molto elevati se si pensa che in tutto
    il 2018 in Lombardia il numero degli abbattimenti complessivo è stato pari a 2mila.
    Sono dati resi noti dall’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi
    verdi della Regione Lombardia Fabio Rolfi,intervenuto questa mattina a
    Roma durante la manifestazione organizzata da Coldiretti in piazza Montecitorio
    a Roma sul tema della fauna selvatica.  In
    proci di Como gli abbattimenti sono stai così suddivisi: 140 tramite i piani di
    controllo, 1355 tramite la caccia di selezione e 8 attraverso la caccia
    collettiva. Numeri impressionanti che evidenziano un problema molto serio che
    già da tempo si sta cercando di arginare. In prima linea ovviamente la Coldiretti.
    Il tema è molto sentito sia per i danni al mondo agricolo che per le
    conseguenze sui cittadini. Nel 2018 infatti i cinghiali e la fauna selvatica sono
    stati la causa di ben 67 incidenti stradali nel comasco e 13 nel lecchese. E
    gli indennizzi concessi d Regione Lombardia per danni causati da questi animali
    selvatici ammonta, nel comasco, a quasi 74mila euro. ,
    dice Fabio Rolfi, che si è detto contrario all’istituzione della figura degli
    ausiliari per il controllo faunistico.

  • Dipendente punita per il secondo figlio: sono comasche la vittima e l’azienda

    Dipendente punita per il secondo figlio: sono comasche la vittima e l’azienda

    Ricordate la storia di Chiara (nome di fantasia per tutelarne l’identità)? L’aveva ben raccontata, un mese fa, Giampiero Rossi sul “Corriere della Sera”, l’articolo si trova ancora nell’edizione online del Corriere.it. È la triste vicenda di una mamma alla quale un consulente del suo datore di lavoro, arrivò a dire: «Ti conviene accettare l’offerta. Se rientri al lavoro ti faranno morire». La proposta era una buonuscita.La colpa di Chiara? Essere diventata mamma, per la seconda volta. Ebbene, Chiara è comasca. L’azienda di piccole dimensioni, a gestione familiare, in cui la mamma lavora da una quindicina di anni, è in provincia di Como.Il retroscena della storia è stato svelato oggi nel corso di una conferenza stampa (nella foto) nella sede della Camera del Lavoro di Como.Il caso di Chiara viene infatti seguito dall’ufficio vertenze della Cgil.

    L’approfondimento sul Corriere di Como in edicola giovedì 7 novembre

  • Castagne, ottima annata sul Lario, meglio che nel resto d’Italia

    Castagne, ottima annata sul Lario, meglio che nel resto d’Italia

    Prealpi in controtendenza, con un’annata-super per le castagne, che “bissano” la performance positiva della scorsa stagione e, anzi, registrano un ulteriore incremento tra il 10 e il 15%. Lo comunica la Coldiretti Como Lecco in una nota diffusa ai media.Un dato in controtendenza con la media nazionale che, invece, registra un brusco calo (fino al 30%) e presenta una situazione a macchia di leopardo con cali soprattutto in Campania, in parte della Toscana, in Emilia-Romagna e in Veneto, mentre segnali positivi si registrano anche in termini quantitativi in altre parti d’Italia come il vicino Piemonte: una flessione causata dall’andamento climatico avverso e dell’attacco degli insetti alieni, con una stima produttiva inferiore ai 25 milioni di chilogrammi nell’intera la penisola.

    I boschi delle
    alture lariane e dei laghi sono tornati dunque a essere meta ambita
    di cercatori di castagne che, per lo più muovendo dalle grandi
    città, approfittano dell’occasione per trascorrere una giornata
    diversa a contatto con la natura e l’ambiente montano.

    L’albero del
    castagno, molto diffuso nell’area insubre, appartiene come faggi e
    querce alla famiglia delle fagacee ed è una pianta monoica (fiori
    maschili e femminili sono separati ma entrambe ospitati dalla stessa
    pianta, che fiorisce nel mese di giugno). Tradizionalmente, la sua
    coltivazione avviene con l’impianto di esemplari a distanza uno
    dall’altro, spesso sui cosiddetti “prati magri” o nel bosco di
    coltura.

    “La raccolta delle
    castagne offre l’opportunità di trascorrere una giornata diversa,
    a stretto contatto con la natura e il territorio” rimarca
    l’organizzazione agricola. “Questi frutti sono oltretutto base di
    numerose preparazioni agroalimentari “di stagione” che possono
    essere gustate in queste settimane anche nei numerosi agriturismi
    delle nostre due province: l’invito è quindi quello di legare il
    programma di una giornata vissuta nel bosco ad una sosta in tali
    strutture, in modo da potersi ristorare ed ispirare… per la
    preparazione di succulenti ricette”.

    Se non si vuole
    comunque correre il rischio di acquistare spesso a caro prezzo
    caldarroste straniere in vendita nel centro delle città, la
    Coldiretti invita i consumatori a prestare attenzione alla qualità e
    suggerisce di ricorrere a un più genuino fai da te casalingo per
    garantirsi un prodotto fresco, sicuro e a costi accessibili. Meglio
    allora frequentare i mercati degli agricoltori di Campagna Amica o le
    sagre in programma in questi giorni in tutta Italia dove è possibile
    fare buoni acquisti di alta qualità oppure rivolgersi alle imprese
    agricole e riscoprire il gusto di partecipare nei boschi alla
    raccolta delle castagne.

  • Bennet entra nel Gruppo Végé

    Bennet entra nel Gruppo Végé

    Bennet, azienda lariana leader nella grande distribuzione nata 55 anni fa in territorio lariano, entra a far parte del Gruppo Végé, che festeggia 60 anni di vita. L’accordo porta in dote al network nazionale di Gruppo VéGé, dal 1° gennaio 2020, una consolidata rete commerciale di 63 ipermercati distribuiti in tutto il Nord Italia, che danno lavoro a circa 7.000 dipendenti e un fatturato di circa 1,6 miliardi di euro. A 60 anni dalla fondazione, Gruppo VéGé ha all’attivo 32 imprese, 3.416 punti di vendita, un giro d’affari di 7,5 miliardi di euro (stima 2019) e la leadership in Campania, Basilicata e Sicilia. Negli ultimi quattro anni, è stato il Gruppo che ha fatto segnare la performance di crescita di quota di mercato più elevata in Italia. (Fonte: Guida Nielsen Largo Consumo, edizione di settembre 2019).

    “Siamo decisamente lieti di stringere questa alleanza con il Gruppo VéGé, perché crediamo fortemente nel progetto commerciale, portato avanti con successo, che garantisce libertà ed autonomia alle imprese aderent.” ha dichiarato Adriano De Zordi, Consigliere Delegato e Legale Rappresentante di Bennet – e prosegue: “Condividendo gli stessi valori, la visione del mercato e gli obiettivi di crescita siamo certi che sarà possibile realizzare insieme un percorso di potenziamento ed espansione della rete vendita che ci permetterà di essere ancor più competitivi e protagonisti di primo piano nel mondo del retail del futuro.”

  • Aram Manoukian (Confindustria), l’intervista integrale

    Aram Manoukian (Confindustria), l’intervista integrale

    Cambiare per non essere condannati a un inesorabile declino. Il mondo dell’industria comasca sta per compiere un balzo in avanti verso uno spazio incognito e sicuramente diverso dall’attuale. Un balzo compiuto per convinzione, per scelta. E anche per necessità. Perché il futuro puoi tentare di dominarlo, di farlo girare dalla tua parte. Oppure, quando è ormai troppo tardi, finirai per subirlo.Aram Manoukian è alla guida di Confindustria Como da pochi mesi. All’atto del suo insediamento ha indicato una direzione precisa condensandola in quattro parole chiave: visione, anima, fiducia e collaborazione. Ora inizia a tradurre quelle parole in fatti concreti. Sa di doverlo fare. Perché i tempi sono difficili.Inutile negarlo. «C’è un problema di tenuta del tessuto industriale – dice – la crisi economica non è finita. In un mondo che continua a cambiare ci saranno ancora moltissime turbolenze. Il mare diventerà presto tempestoso».Confindustria deve cambiare. Assieme alle imprese associate. «Avremo ancora un senso – spiega Manoukian – se sapremo convincere le aziende associate a intraprendere un percorso nuovo, con parametri precisi». Oggi sono poco meno di 900 le industrie che si appoggiano sugli uffici di via Raimondi: il 94% di esse ha meno di 100 dipendenti.«Le piccole e medie imprese faticano, spesso arrancano. Sono costrette a giocare in difesa. Mentre dovrebbero andare in direzione opposta. Andare all’attacco», dice Manoukian. Cambiare, appunto, per non morire. Come?«Rafforzandosi sul terreno della governance, aprendo il contesto dell’azienda, coinvolgendo le persone». Gli imprenditori che accentrano su sé stessi ogni responsabilità devono fare qualche riflessione in più. «Si parla di passaggio generazionale – dice il presidente della Lechler – io preferisco vedere come un’azienda sia capace di diffondere responsabilità».Inutile girare intorno alle parole. Manoukian non lo fa. «La managerialità – dice – va di pari passo con la competenza. Nel contesto attuale bisogna avere chiari punti di riferimento e prospettive certe. Servono piani strategici, visione prospettica. Bisogna sapere che cosa fare».Il primo passaggio è quindi spingere le aziende comasche a ripensare sé stesse. Mettendo da parte qualche egoismo imprenditoriale. E «collaborando». Il secondo è ripensare Confindustria. Stringendo un patto d’azione con Lecco e Sondrio in vista di una ormai più che probabile fusione.

    Il 15 novembre prossimo, a Lariofiere, Aram Manoukian disegnerà il percorso che dovrebbe portare alla nascita di un’unica associazione per le tre province pedemontane.«In questa prima fase sarà una collaborazione. Non tanto per una questione di natura economica, ma per accrescere subito le conoscenze reciproche e lavorare verso obiettivi unici sui temi che riguardano appunto la responsabilità delle imprese e la loro continuità».La dimensione territoriale comincia a farsi stretta. Como e Lecco, che pochi anni fa si erano divise scegliendo strade diverse, sono lentamente tornate sui propri passi. Anche la rinascita della Camera di Commercio unica, decisa dall’alto per decreto e per questo in qualche modo subìta da tutti gli attori in campo, ha avuto inevitabilmente il suo peso. «Qualche volta sembra di vivere in un Paese illogico in cui fare sistema è più complicato – dice ironicamente Manoukian – è la nostra forza e insieme la nostra debolezza. Ma non è questo il punto: è stato deciso di riunificare le Camere di Commercio, noi abbiamo dato il nostro contributo a una ricomposizione tra culture diverse che non era automatica. Questo processo va ora governato e daremo aiuto e supporto a chi guida l’operazione. Ciò che conta è far capire che da soli non si va da nessuna parte. Il fenomeno delle aggregazioni e delle alleanze è destinato a crescere, se vogliamo contare nella geografia economica del mondo dovremo avere obiettivi comuni».Unità, quindi. In funzione di un progetto. Anche qui, il presidente della Lechler insiste su una sorta di ribaltamento culturale. «Unirsi – dice – è utile non per andare contro qualcuno ma per dare valore a noi stessi. Serve un cambiamento di parametro. Tutti vorremmo che il mondo fosse migliore, ma che cosa può fare ciascuno di noi? Intanto, prendersi cura del futuro insieme agli altri, organizzare una volontà comune. E in questo senso, vedo un ruolo per una Confindustria più grande».Manoukian utilizza una metafora antica ma sempre attuale: il lievito. Materia prima che modifica nel tempo ma sempre in meglio.«La crescita dimensionale delle imprese rimane un tema centrale – dice ancora il presidente della Lechler – ma non per forza bisogna mettersi insieme, fare acquisizioni, spazzare via i piccoli. Serve piuttosto lavorare in rete, in filiera. Abituarsi anche a uscire dalla propria zona di difesa, collaborare. Con il sostegno e l’aiuto di un’associazione, qual è la nostra, che oltre a rilasciare servizi, dev’essere soprattutto di stimolo affinché gli imprenditori si facciano le giuste domande. Insisto nel ritenere che si tratta di un processo quasi culturale, in cui Confindustria agisce da lievito per tutto il territorio».L’esempio classico riguarda l’internazionalizzazione delle aziende. «Non significa soltanto vendita di prodotti all’estero – spiega Manoukian – ma appunto accrescere la propria cultura internazionale, assumere persone che portino valore aggiunto, far vivere l’impresa in un contesto più grande in cui ci si misura con competitori di altri Paesi. Ovvio, non obblighiamo nessuno a fare ciò che diciamo. Non siamo prescrittivi. Noi suggeriamo, E in qualche modo facciamo prevenzione. Così come accade nel settore medico-sportivo, dove ci si premura per evitare malattie o situazioni di disagio, allo stesso modo nel mondo delle imprese bisognerebbe impegnarsi e lavorare in anticipo su temi chiave che altrimenti rischiano di travolgere i meno accorti».L’ultima riflessione è attorno a una «inquietudine» che Manoukian dice di avvertire sempre più spesso. «Mi angoscia vedere il fiato corto di molti colleghi di fronte alla burocrazia o alla fiscalità. Mi dà angoscia perché io non lo avverto. Lavorare in Italia ha fattori positivi e negativi, ma credo che una madre di famiglia metta a tavola quello che ha nel frigo, e se ha poco riesce sempre a inventarsi qualcosa. Un imprenditore è abile se è capace di far fruttare anche le risorse scarse, se ha capacità di organizzare la sua impresa. Se sa che fare per dare valore aggiunto alla sua azienda. Avere tutto a disposizione sarebbe meglio, ma non sempre è così. Io, ad esempio, mi sono salvato lavorando sulla conoscenza delle persone».

  • Comocrea incanta i buyer con il fascino del lago

    Comocrea incanta i buyer con il fascino del lago

    La collezione primavera estate 2021 colora anche oggi gli stand di Villa Erba per Comocrea Textile Design Show. L’evento vede quest’anno la presenza dei migliori studi di design tessile del fashion d’Europa. Un settore di nicchia, che ha proprio a Como le sue eccellenze.Diversi gli studi inglesi presenti, da sempre affezionati espositori alla rassegna internazionale comasca, unica fiera a livello mondiale del settore serico rimasta sul territorio e con un’organizzazione completamente comasca.Nella due giorni cernobbiese, gli operatori più importanti della filiera possono catalizzare i buyer stranieri oltre che con la loro creatività, puntando anche sulle suggestioni del Lago di Como.«Non è un momento facile per il nostro settore – sottolinea Stuart Sartori, presidente del Consorzio Comocrea – Sia dal punto di vista economico che congiunturale il settore sta attraversando un periodo in cui dobbiamo moltiplicare gli sforzi per ovviare agli sbalzi dei mercati e alle “agitazioni” geopolitiche che caratterizzano diverse nazioni. Essere qui con questa fiera dopo 63 edizioni, dimostra la nostra determinazione e la qualità dei nostri prodotti e delle nostre idee».«I disegnatori tessili nella filiera produttiva rappresentano il primo anello che propone qualità, creatività e innovazione – sottolinea Fulvio Alvisi, presidente dell’Associazione Italiana Disegnatori Tessili e di Comocrea Expo – e in questo momento interpretano al meglio il saper fare, la capacità tutta artigianale di coniugare esperienza, storia, tradizione, ai temi attuali della ricerca, sperimentazione. Creare rete tra cultura in forme diverse è uno degli obiettivi di Comocrea».

  • Confindustria Como verso la fusione con Lecco e Sondrio. Il presidente Aram Manoukian: «Basta giocare in difesa»

    Confindustria Como verso la fusione con Lecco e Sondrio. Il presidente Aram Manoukian: «Basta giocare in difesa»

    Cambiare per non essere condannati a un inesorabile declino.

    Il mondo dell’industria comasca sta per compiere un balzo in avanti verso uno spazio incognito e sicuramente diverso dall’attuale. Un balzo compiuto per convinzione, per scelta. E anche per necessità.

    Aram Manoukian, presidente di Confindustria Como da pochi mesi, annuncia l’avvio di un percorso che porterà alla fusione con l’associazione degli industriali lecchesi e valtellinesi.

    Sulle pagine del Corriere di Como di domani l’intervista completa a Manoukian.

  • Agroalimentare, nasce una nuova rete

    Agroalimentare, nasce una nuova rete

    Nasce una nuova rete d’impresa nei comparti dell’agroalimentare e dell’economia circolare: siglato un accordo tra NeoruraleHub e ComoNexT, il polo tecnologico di Lomazzo.Il polo tecnologico pavese ospiterà start up della filiera agroalimentare in un’area che si estende su oltre 1.700 ettari di terreno, primo vero hub italiano con laboratori attrezzati, campi coltivabili e sperimentali monitorati da satellite dove i protagonisti sono innovazione, terra e sostenibilità. La presentazione sarà mercoledì in località Cascina Darsena a Giussago (Pavia).

  • Ecobonus e sconto in fattura, come “difendersi”

    Ecobonus e sconto in fattura, come “difendersi”

    Più che un’opportunità, una mannaia per l’intero comparto dell’artigianato che gravita sul settore dell’edilizia. L’ecobonus e la concessione del credito e dello sconto in fattura aleggiano sul mondo del mattone, con la categoria che si interroga su come affrontarli.Oggi, nell’ambito della Mostra dell’Artigianato, è previsto un incontro di formazione promosso dalle categorie del Sistema Casa. Sono stati invitati anche i professionisti del territorio, per Geometri e Periti industriali il convegno rilascia anche crediti formativi.Materia della discussione, come anticipato, è l’articolo 10 dell’ultimo decreto Crescita, diventato legge la scorsa estate. Tra le maggiori novità previste, i clienti potranno chiedere di avere subito l’ecobonus scontato nella fattura. Questo significa ripercussioni pesanti sulla liquidità delle aziende del settore casa, che volessero venire incontro alle legittime richieste dei committenti.«Da qualsiasi punto di vista lo si guardi, un’impresa artigianale piccola, con 4 o 5 dipendenti, dopo tre lavori fatti con lo sconto in fattura è destinata a chiudere», commenta Virgilio Fagioli, presidente di Confartigianato Edilizia di Como, presidente regionale e nel consiglio nazionale della categoria.«Anche per questo è indispensabile il confronto e la sottoscrizione di accordi con chi possa assorbire il credito (la cessione del credito è prevista sempre dall’articolo 10, ndr) – dice sempre Fagioli – Nel convegno avremo esperti del settore del credito e di Enea, ma credo sia indispensabile che partecipino all’evento anche i tecnici».«Le società artigiane per aderire a Ecobonus e Sismabonus devono creare cooperative di lavoro, si deve pensare in grande – aggiunge il presidente regionale – Però la crescita implica un aumento anche nei costi, che alla fine ricadono sui clienti. Abbiamo fatto una stima di un aumento dei costi di circa il 35%. Quindi, quando il geometra o il perito dovrà redigere un preventivo, deve essere consapevole di quanto queste modifiche incidono».I piccoli artigiani rischiano insomma il collasso. Il rilancio della riqualificazione edilizia con uno sconto pari all’agevolazione sarà positivo per il numero degli interventi in un comparto in sofferenza, ma dall’altra parte gli importi vengono scaricati sulle imprese artigiana. Il rischio è così di un tracollo per mancanza di liquidità.Le associazioni di categoria si sono mosse anche in questi giorni con il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, per chiedere di modificare lo sconto in fattura. Il ministro ha confermato la volontà di convocare a breve un tavolo aperto a tutti gli operatori della filiera per individuare una soluzione.Al momento, per gli artigiani, diventano ancora più indispensabili formazione e aggiornamento. Due parole che un tempo potevano essere considerate una perdita di tempo, ma che oggi sono diventate indispensabili per restare sul mercato.

  • Bonus verde e manovra, la Regione chiede di salvarlo

    Bonus verde e manovra, la Regione chiede di salvarlo

    «Il bonus verde non può sparire. Va mantenuto in manovra: lo
    chiedono i florovivaisti. Si tratta di una misura che aumenta il verde urbano e
    che contribuisce a combattere smog e cambiamenti climatici. Eliminarlo è un
    autogol clamoroso». Lo ha detto l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura
    Fabio Rolfi in merito alla proposta di Legge di Bilancio 2020 avanzata dal
    Governo dove non viene citata la riconferma del bonus verde, ossia
    l’agevolazione che permette ai cittadini di riqualificare gli spazi verdi
    usufruendo della detrazione fiscale del 36%. Nel territorio lariano le aziende
    del settore sono 931.