Categoria: Cronaca

  • Aspetta da 15 mesi l’intervento al naso. Il Sant’Anna: “Mancano anestesisti”

    Aspetta da 15 mesi l’intervento al naso. Il Sant’Anna: “Mancano anestesisti”

    In lista d’attesa da quindici mesi per un intervento chirurgico al naso, un comasco di 30 anni ancora non sa quando potrà entrare nella sala operatoria dell’ospedale Sant’Antonio Abate di Cantù. «Gli avevano prospettato un’attesa di circa 10 mesi – dice la mamma – ma ancora non abbiamo alcuna informazione certa».

    Era stata l’azienda ospedaliera Sant’Anna a indirizzare il paziente al presidio di Cantù. Gli specialisti hanno decretato la necessità di procedere con un intervento chirurgico.«Non si tratta di un’operazione estetica, ma per un problema di salute», sottolinea la madre del giovane. Era il mese di settembre dello scorso anno.«Ormai sono passati ben più di dieci mesi, ma ancora non ci hanno fatto sapere nulla», ripete la mamma. Il 30enne comasco, vincitore di una borsa di studio, è prossimo alla partenza per gli Stati Uniti.Giuseppe Brazzoli, direttore sanitario dell’azienda ospedaliera Sant’Anna, spiega che il problema è legato alla carenza di anestesisti. «Abbiamo avuto un periodo critico perché in poco tempo ci siamo trovati con 8 anestesisti in meno per trasferimenti e pensionamenti – spiega – Stiamo procedendo con i concorsi ma ci vuole tempo».

  • Assalto al negozio: rapinatori incastrati dalle telecamere

    Assalto al negozio: rapinatori incastrati dalle telecamere

    I malviventi, l’8 luglio scorso, avevano assaltato il “Magda” di Cadorago, un negozio di abbigliamento, ed erano scappati con 650 euro. In manette sono finiti un 48enne di Milano e un 57enne di Bologna.Leggi l’articolodiPeverelliinCRONACA

  • Battello “Bisbino” contro la diga foranea: sentiti due testimoni oculari

    Battello “Bisbino” contro la diga foranea: sentiti due testimoni oculari

    Il Bisbino contro la diga foranea

    Toccherà al consulente della procura, nominato dal pm Giuseppe Rose, cercare di ricostruire quanto avvenuto a bordo del battello “Bisbino” la sera del 4 aprile. La motonave della navigazione, mentre si avvicinava in manovra al molo numero 4 all’interno del porto di Como, andò ad impattare contro la diga foranea affondando un motoscafo, danneggiando la passeggiata che conduce al monumento di Libeskind e, soprattutto, causando tre feriti tra le persone che erano a bordo.

    Il perito, in arrivo da Livorno, inizierà le operazioni presumibilmente nella prima decade di maggio. La motonave si trova ancora sotto sequestro a Tavernola. La procura di Como infatti ha aperto un fascicolo di indagine con le ipotesi di reato di naufragio colposo e di mancato rispetto delle norme di sicurezza sulla navigazione.

    Inoltre, dopo l’appello lanciato dalla Polizia Provinciale che sta indagando sull’accaduto, al comando si sono presentati due testimoni oculari che avrebbero assistito dalla riva a quanto stava avvenendo. Persone che sarebbero già state ascoltate dagli agenti. I loro racconti verranno ora incrociati con quando già raccolto nel fascicolo sull’incidente nautico.

  • Butti: «Giusto dire basta a Fini»

    Butti: «Giusto dire basta a Fini»

    Politica. «In un partito è legittimo discutere e confrontarsi, ma non in eterno e non sempre in pubblico»Il senatore lariano del Pdl sposa la decisione del premier BerlusconiIl senatore lariano e coordinatore provinciale del Pdl Alessio Butti (nella foto), una vita al fianco di Gianfranco Fini, prima nel Msi poi in An, usa una parola precisa per commentare la rottura finale tra Silvio Berlusconi e il presidente della Camera. «In un partito si può discutere di tutto, anche in forma animata. Ma – aggiunge l’esponente del centrodestra – non si può fare quello che si vuole, e a un certo punto ci si deve adeguare alle decisioni e alla disciplina del partito. Altrimenti si è fuori. E questo principio varrà sempre di più anche a Como».Leggi l’articolodiCasoin CRONACA

  • Casinò, disavanzo di 40 milioni e 210 esuberi su 567 dipendenti

    Casinò, disavanzo di 40 milioni e 210 esuberi su 567 dipendenti

    IERI SERA CONFRONTO TRA SINDACATI E CASA DA GIOCOConti in rosso per il Casinò di Campione d’Italia. Il bilancio del 2011, approvato mercoledì dall’assemblea degli azionisti, si è infatti chiuso con un disavanzo di circa 40 milioni di euro. «Il risultato di esercizio – sottolinea una nota della casa da gioco – è stato influenzato da numerose circostanze tra cui la transazione stipulata il 22 luglio 2011, a chiusura del lodo arbitrale tra la società e il Comune di Campione, nonché, soprattutto, da ulteriori fattori macroeconomici riconducibili alla debolezza dell’euro sul franco svizzero, che ha fortemente aggravato i costi di gestione, che per oltre il 70% sono regolati in franchi svizzeri, tra cui il costo del personale, gli acquistidi beni e servizi, nonché la quota di spettanza del Comune».I vertici delle casa da gioco hanno anche ufficializzato il numero di esuberi tra il personale. «Hanno indicato 210 esuberi su un totale di 567 dipendenti – spiega Orlando Procopi, componente della segreteria della Fisascat Cisl di Como – È un numero irricevibile perché non garantirebbe la prosecuzione delle attività. Le strade da percorrere sono altre: chiediamo che vengano ridotti tutti i costi,  non solo quelli del personale, e che vengano messi in atto interventi per il rilancio della casa da gioco». Proprio per discutere di tagli e piani di rilancio, ieri sera a Villa Saporiti i sindacalisti si sono confrontati con la direzione del Casinò.

    Marcello Dubini

  • Como, incendio in via Napoleona. A fuoco due box

    Como, incendio in via Napoleona. A fuoco due box

    Foto Simone Milanta

    Incendio in via Napoleona a Como nella serata di lunedì. I vigili del fuoco sono intervenuti per spegnere le fiamme che hanno distrutto due box. Mobilitazione dei pompieri (mezzi giunti anche da Erba), strada chiusa (traffico deviato nella zona delle caserme) e condominio evacuato. Verso le 22.40 l’incendio è stato spento. Non si registrano feriti.

  • Don  Mangiacasale, parla il vescovo

    Don Mangiacasale, parla il vescovo

    Coletti ai genitori delle vittime: «Come mai non siete venuti da me?»Il vescovo di Como Diego Coletti era stato avvisato delle “strane” inclinazioni di don Marco Mangiacasale, poi condannato in primo grado, il 15 novembre, a tre anni e sei mesi di carcere per violenza sessuale su cinque minorenni. La difesa aveva scelto il rito abbreviato che comporta lo sconto di un terzo di pena.Il vescovo sapeva, sì, ma in merito a un solo episodio, una «prima limitatissima segnalazione», come il presule ha dichiarato nell’intervista natalizia a Etv che è stata anticipata ieri nel tg dell’emittente e che andrà in onda integralmente il prossimo 25 dicembre.Quello «scempio di bambine», come lo definiscono le motivazioni della sentenza che ha condannato in primo grado il sacerdote comasco 49enne, ex economo della Diocesi di Como ed ex parroco della comunità cittadina di San Giuliano, è uno dei momenti forti dell’intervista televisiva condotta da Davide Cantoni.«Ho convocato dopo la segnalazione don Marco e gli ho contestato quanto mi era stato riferito, e lui mi ha fornito le giustificazioni sufficienti» dice tra l’altro il vescovo di Como ai microfoni di Etv. Il caso è quello di una ragazzina cui il prete avrebbe riservato «eccessiva confidenza». L’incontro tra Coletti e i genitori risale all’estate del 2008. E il giudice dell’udienza preliminare, nelle sue motivazioni, lega la «rimozione di don Marco dalle funzioni di parroco» proprio in seguito a quanto accaduto. Anche se fu solo uno spostamento non fisico, visto che il religioso continuò a vivere e a operare – con tanto di un ufficio – all’interno della comunità di San Giuliano. Coletti nel corso dell’intervista se la prende con la stampa: «Il vescovo sapeva, hanno scritto i giornali. Ma è seccante. Potrei dire a questi genitori: vi eravate accorti di altri episodi, come mai non siete venuti da me? E ci avete messo tre anni?».Ma come ha vissuto monsignor Diego Coletti la vicenda? «È stato un caso penoso e doloroso – ha detto il presule nell’intervista tv – prima di tutto per le piccole creature violate: il sacerdote ha approfittato del proprio ruolo educativo dominante per condurre comportamenti inaccettabili».Ma il vescovo di Como Diego Coletti sottolinea anche la «disponibilità a collaborare con la giustizia del condannato, fin dall’inizio dell’indagine»: don Mangiacasale sta ora vivendo un periodo di «giusta penitenza e di conversione», ha ricordato monsignor Coletti.Che nel corso dell’inchiesta lo ha incontrato «solo una volta, quando con il collegio di difesa si è trattato di definire gli arresti domiciliari».

    Lorenzo Morandotti

    Nella foto:Il vescovo di Como Diego Coletti

  • Controllo del territorio: dieci espulsioni, 27 multe e due patenti ritirate

    Controllo del territorio: dieci espulsioni, 27 multe e due patenti ritirate

    Come ogni fine settimana, la Prefettura di Como ieri ha diffuso i numeri della settimana di controllo del territorio effettuata da polizia, carabinieri e finanzieri. Si tratta di un servizio specifico avviato da poco meno di un anno (12 novembre 2018) e che da sabato a venerdì scorsi ha coinvolto, in oltre venti comuni del Comasco, ben 76 pattuglie delle forze dell’ordine con 181 uomini.Il numero più importante riguarda come di consueto le auto fermate, 541 nei 44 posti di blocco. Per 27 automobilisti è scattata una contravvenzione, complessivamente per quasi 5mila euro. Sono state ritirate due patenti e sequestrati 8 veicoli. Identificate in tutto 629 persone di cui 80 extracomunitari. Per 10 stranieri è scattato anche il provvedimento di espulsione. In un caso un extracomunitario è stato accompagnato alla frontiera, per 4 è scattata la misura della consegna del passaporto e dell’obbligo di firma, per 3 l’ordine di lasciare il territorio italiano entro una settimana e per gli ultimi due l’accompagnamento al Centri di permanenza per rimpatri, strutture di detenzione amministrativa.

  • Aggressione della moglie: oggi dal gip: interrogatorio dell’ex dirigente di Villa Saporiti

    Aggressione della moglie: oggi dal gip: interrogatorio dell’ex dirigente di Villa Saporiti

    Verrà sentito questa mattina dal giudice delle indagini preliminari di Como, l’ex dirigente di Villa Saporiti – oggi in pensione – arrestato dalle volanti della polizia per il tentato omicidio della moglie. Vicenda andata in scena martedì mattina in via Scalini, in centro città.Il 65enne, molto noto per il suo ruolo pubblico nel settore della Cultura, avrebbe aggredito la donna, di 10 anni più giovane, mentre si preparava per andare al lavoro.Le avrebbe prima messo le mani al collo nel tentativo di strangolarla, poi l’avrebbe buttata sul pavimento per cercare infine di colpirla con un oggetto contundente. La vittima sarebbe però riuscita a divincolarsi e a fuggire dal marito chiedendo aiuto a una vicina di casa.L’uomo, Giancarlo Mosconi, deve ora rispondere di fronte al giudice alla pesante accusa di tentato omicidio. La vittima, portata in pronto soccorso, è stata dimessa con una prognosi di sette giorni.

  • Aveva tentato di strangolare la moglie: non risponde alle domande del giudice

    Aveva tentato di strangolare la moglie: non risponde alle domande del giudice

    Si è avvalso della facoltà di non rispondere, nel corso dell’interrogatorio di convalida di fronte al giudice delle indagini preliminari di Como, il 65enne ex dirigente di Villa Saporiti arrestato per il tentato omicidio della moglie. Aggressione avvenuta nella mattinata di martedì mentre la donna era ancora a letto e doveva iniziare a prepararsi per andare al lavoro. L’uomo, incensurato e molto provato, ha scelto la via del silenzio.

    Il gip Carlo Cecchetti ha convalidato l’arresto e disposto la permanenza in carcere in attesa di eventuali istanze che potrebbero essere formulate dalla difesa nelle prossime ore. Difficile capire cosa possa essere scattato nella testa dell’arrestato, personaggio molto noto in città. In preda ad un raptus, avrebbe prima tentato di strangolare la moglie sorprendendola di spalle, poi l’avrebbe scaraventata a terra cercando di colpirla con un pesante oggetto di ferro senza riuscire nelle proprie intenzioni grazie alla reazione della donna. La moglie sarebbe poi riuscita a scappare sul balcone di casa e a chiedere l’aiuto di una vicina.