Categoria: Notizie locali

  • Cernobbio, sul tunnel pericoloso l’Anas si ostina a non rispondere

    Cernobbio, sul tunnel pericoloso l’Anas si ostina a non rispondere

    L’ex sindaco: «Galleria indispensabile, manutenzione necessaria»Illuminazione: scarsa. Controllo del traffico: scarsa. Comunicazioni: scarse. Vie di fuga: scarse. Misure antincendio: scarse. Ventilazione: scarsa. Gestione dell’emergenza: scarsa. Giudizio finale: scarso, ovviamente.Dove «scarso» non corrisponde a «male, ma non troppo»: è il peggior giudizio in una scala con cinque gradi di valutazione.La bocciaturaChe il tunnel di Cernobbio sia una specie di trappola non lo dicono né gli automobilisti, né il Corriere di Como. O meglio, il nostro giornale si è limitato a segnalare le mancanze più evidenti in galleria, come i 38 cartelli luminosi spenti su 56, i pannelli catarifrangenti sporchi e inutili, il cimitero di paraurti e copricerchi ai margini della carreggiata. Ma per giudicare la sicurezza di una galleria ci vogliono gli esperti.Esperti che, già nel 2008, bocciarono senza possibilità di appello il tunnel di 2,4 km che bypassa l’abitato di Cernobbio.Quando venne costruito, nel 1983, era una struttura all’avanguardia: oggi non più. Quattro anni fa i tecnici dei test EuroTAP (European Tunnel Assessment Programme) analizzarono il tunnel di Cernobbio e lo giudicarono inadatto sotto tutti i punti di vista.Calcolarono, innanzitutto, che dalla galleria passano 18mila veicoli al giorno, il 15% dei quali camion o mezzi pesanti. È un impianto giudicato a potenziale di rischio “medio”: probabilmente, su questa valutazione incide la ridotta lunghezza (2.400 metri), perché guardando i singoli risultati, capitolo per capitolo, ci si rende conto che il tunnel è una vera trappola.Soltanto alla voce «Caratteristiche generali del tunnel», Cernobbio colleziona un “medio”.Sotto tutti gli altri punti di vista (illuminazione, controllo del traffico, fornitura corrente, comunicazioni, vie di fuga, antincendio, ventilazione, gestione dell’emergenza), il giudizio degli esperti è “scarso”. Il peggiore. E “scarso” è pure il giudizio complessivo.«30 anni fa era all’avanguardia»La galleria venne inaugurata il 16 settembre 1983. Ventinove anni fa. Nelle fotografie in bianco e nero del taglio del nastro compare Enrico Lironi, sindaco di Cernobbio dal 1976 al 1988. «All’epoca della costruzione era un impianto all’avanguardia, ma parliamo ovviamente di 30 anni fa – dice oggi Lironi – Adesso la situazione è diversa. Costruirla non fu facile: dovemmo convincere molte persone, scettiche all’inizio o preoccupate per i disagi e l’incolumità delle case circostanti. Spiegammo l’utilità dell’opera e la gente capì, e Anas riconobbe sistematicamente ogni piccolo danno causato dai lavori. E si arrivò al taglio del nastro di un’opera che, lo ripeto, per gli standard dell’epoca era avanzata – dice ancora Lironi – Poi, ovviamente, una galleria nel tempo ha bisogno di manutenzione. E la manutenzione ha bisogno di soldi, ma qui si parla della sicurezza degli automobilisti. A me – spiega l’ex sindaco – non risulta che, negli anni, la galleria sia cambiata radicalmente, non mi risulta proprio. Una volta, addirittura, mi è accaduto di far fatica a respirare transitando all’interno con l’auto. È un’opera comunque indispensabile, che necessita di essere aggiornata e messa in sicurezza».Il silenzio dell’AnasIntanto, per il terzo giorno consecutivo, dall’Anas non arriva alcuna risposta. L’ente proprietario della Statale Regina (e quindi della galleria) era stata interpellato dal Corriere di Como già giovedì pomeriggio. La risposta era slittata a venerdì, ma la promessa era rimasta tale. Ieri, terzo giorno, abbiamo riprovato a contattare l’Anas, che tuttavia non ha ancora risposto.Semaforo a ValsoldaNel frattempo, però, il gestore delle strade statali informa che per l’avvio degli interventi di adeguamento degli impianti tecnologici installati all`interno della galleria “Monte Oria”, situata lungo la Regina, tra il km 52 e il km 52,450 della dorsale del Ceresio comasco, nel territorio comunale di Valsolda, si rende necessaria l’istituzione del senso unico alternato in orario notturno, tra le 21 e le 5 del mattino successivo per l’intero mese di febbraio. Lavori notturni anche all’interno dei tunnel Durino, Costa Scarone e Roncaccio – situati tra il km 5 e il km 5,5 della stessa Regina, ma nel territorio comunale di Moltrasio.In questo caso, il senso unico alternato, in vigore in orario notturno, verrà prorogato fino al prossimo sabato 11 febbraio.Il tunnel di Cernobbio, invece, ancora attende risposte e interventi.

    Andrea Bambace

  • Cantù passa anche l’ostacolo Biella

    Cantù passa anche l’ostacolo Biella

    Basket – L’amichevole a porte chiuseAl primo vero test contro un avversario di pari valore, Cantù fatica inizialmente, ma poi non sbaglia. La formazione di coach Andrea Trinchieri ha bisogno di due tempi per ingranare contro l’Angelico Biella in un freddo Pianella anche per l’assenza di pubblico (il match si è giocato a porte chiuse per il rischio scontri tra le tifoserie). Cantù e Biella finisce 68-65 ma le due squadre rimangono punto a punto per due tempi caratterizzati dai tantissimi errori al tiro su entrambi i fronti.Lo spettacolo miglioradopo l’intervallo, quando sul 34-37 per Biella il solito Brooks riesce a girare la partita segnando 12 dei suoi 25 punti complessivi portando Cantù fino al +10.La squadra di Trinchieri tocca anche il massimo vantaggio +15 sul 60-45 prima che Biella riesca a rimontare complici anche le tante rotazioni in campo.Un buon allenamento, insomma, tenendo conto che si tratta della terza partita in 8 giorni per Cantù e soprattutto delle tante assenze. I 5 nazionali e l’infortunato Scekic, particolare che ha voluto sottolineare a fine gara lo stesso Trinchieri. «Difficile giudicare le squadre viste le tante assenze di titolari in questo periodo. Mi è piaciuta la nostra tenuta difensiva soprattutto vicino all’area. Noi possiamo decisamente fare meglio anche se negli ultimi dieci giorni siamo già cresciuti». «Tra le note positive – ha aggiunto il coach – la prova di Jeff Brooks autore di una partita eccellente top scorer con 25 punti oltre agli 11 rimbalzi e al 44 di valutazione complessiva. Ha fatto un passo indietro Smith con una prestazione un po’ povera su entrambi i lati del campo, ma succede». Domani la squadra parte per Bormio dove martedì affronterà i turchi del Banvit alle 19.45 al Pentagono.Cantù-Angelico Biella: 68-65 (13-13, 25-24, 50-40). Cantù: Marulli, Abass, Smith 6, Leunen 11, Mazzarino 14, Brooks 25, Buljan ne, Scott, Di Giuliomaria, Bernardini 7, Cukinas 5.

    Andrea Piccinelli

  • Circuito del Lario,  una gara nella leggenda. Fu la risposta italiana al Tourist Trophy

    Circuito del Lario, una gara nella leggenda. Fu la risposta italiana al Tourist Trophy

    Era la più importante gara motociclistica del nostro Paese, quella che teneva testa al Tourist Trophy dell’Isola di Man. Una corsa entrata nella leggenda, che vide tra i suoi protagonisti veri e propri miti dello sport motoristico.Il Circuito del Lario di motociclismo andò in scena tra il 1921 e il 1939 (con un paio di interruzioni per problemi di carattere economico). Una competizione di velocità che si disputava nel Triangolo Lariano «su un anello di 36 chilometri con oltre 1.000 curve, semicurve e tornanti, 550 metri di dislivello da percorrersi sei volte» come è scritto sulla targa che si trova sul monumento che tiene intatta la memoria di questo evento. Per chi volesse fermarsi a guardarlo, lo si trova sulla strada che porta al Ghisallo, sul rettilineo vicino alla chiesa di Sant’Alessandro, tra Lasnigo e Barni. La competizione veniva disputata in questo periodo, tra la fine di maggio e i mesi di giugno e luglio. I paesi toccati erano Barni, Lasnigo, Asso, Valbrona, Onno, Bellagio, Civenna e Magreglio con il Ghisallo.Il primo trionfatore fu Amedeo Ruggeri, su Harley Davidson 1000, nel 1921 (a 52,2 km/h di media); l’ultimo Nello Pagani, che stabilì il record del circuito su Moto Guzzi Condor nel 1939 (media di 84,101 km/h).In mezzo tante storie e nomi ancora oggi famosi tra i partecipanti. L’albo d’oro vede tra sul gradino più alto del podio, ad esempio, Achille Varzi, primo nel 1928 e, per due volte, Tazio Nuvolari,nella foto sopra. Nel 1929 l’affermazione con una Bianchi 350, peraltro l’unica sua di quell’anno. Nuvolari, infatti, aveva iniziato a vendere auto e aveva dato meno spazio alla carriera di pilota. Il bis nel 1930 a 72,2 km/h di media, dopo una bella sfida con Achille Varzi. Per loro fu l’ultima partecipazione alla gara lariana. Poi si sarebbero dedicati (con grandi gioie) all’automobilismo. Nuvolari, era stato pure primo di classe nel 1925, 1926 e 1927, come ricorda una targa posta a Civenna.Un evento che era diventato mondano, con concorso di miss e la partecipazione dei più importanti politici dell’epoca, non soltanto locali. Il Circuito del Lario era diventato imperdibile sia per gli appassionati (si parla di decine di migliaia ad ogni occasione) sia per i Vip che – allora come oggi – cercavano una facile passerella per avere visibilità. L’interesse era grande anche da parte della stampa nazionale (LaGazzetta dello Sportsu tutti), degli artisti (come Filippo Tommaso Marinetti, fondatore del movimento Futurista) di aziende e associazioni di industriali, del Coni e anche del Governo italiano, che diede contributi straordinari per sistemare le strade.Alcuni nomi di protagonisti dell’epoca sono stati fatti. Ma l’elenco di big che presero parte alla corsa comprende anche altri personaggi di rilievo. Merita una citazione Omobono Tenni, uomo simbolo della Moto Guzzi, scomparso nel 1948 in un prova sul Circuito di Bremgarten, in Svizzera. A lui è stato dedicato lo stadio di Treviso.Altro nome importante, quello di Alberto Ascari, che ottenne la prima vittoria della sua carriera (in questo caso di classe, nel 1938). Ascari aveva iniziato nel motociclismo, poi sarebbe diventato un grande dell’automobilismo, con il successo nei Mondiali di Formula 1 1952 e 1953.Oggi sono nomi magari non noti, ma per l’epoca erano dei miti. Doveroso, quindi, ricordare tutti i vincitori, a parte quelli già citati: Ernesto Vailati (1922), Valentino Gatti (1923), Pietro Ghersi (1924 e 1926), Amedeo Ruggeri (1925), Luigi Arcangeli (1927), Terzo Bandini (1931), Carlo Fumagalli (1934) e Dorino Serafini (1935 e 1938).Nella storia della corsa anche un morto, nel 1925: si chiamava Isacco Mariani, che si scontrò con un altro concorrente a Onno durante le prove della gara.

  • Domani tramonto a suon di gong a Villa Parravicini Revel

    Domani tramonto a suon di gong a Villa Parravicini Revel

    Il bagno di gong è un’antica forma di meditazione con il suono, che unisce gong e altri strumenti come le conchiglie. I suoni creati producono molte frequenze tra i 4 e 14 Hz che riequilibrano le onde cerebrali, mentre l’intensità delle vibrazioni dona la sensazione di essere immersi nel suono come nell’acqua. Il percorso si svolge in forma di concerto e ricalca quelli che sono dei ritmi corporei naturali, facendo dimenticare il senso del tempo ai partecipanti. Il Lake Como International Music Festival propone un evento dedicato a questa antica pratica domenica 28 giugno alle 18 nel giardino di Villa Parravicini-Revel. Affacciata sul lungolago di Como tra l’hangar e Villa Olmo, la villa è proprietà privata, ma verrà appositamente aperta per l’occasione e i partecipanti potranno godere in un contesto unico di questa esperienza sonora, che regalerà benessere ed energia anche per vari giorni dopo la serata. Il concerto al tramonto si svolgerà in giardino alla luce di candele. Sarà allestito un materassino e un cuscino per ogni partecipante nel rispetto del distanziamento sociale. Sorta nel 1770, la Villa fu edificata per volere del Conte Alessandro della Torre di Rezzonico. Diversi furono i passaggi di proprietà tra cui la famiglia Visconti. La villa fu acquistata all’inizio del novecento dal Generale Genova Thaon de Revel. Piemontese, protagonista ed eroe del Risorgimento , fu insignito del collare dell’Annunziata da re Umberto I. Nel 1910 la proprietà passa a sua figlia Ottavia la quale nomina erede la nipote Camilla Parravicini Sossnovsky. Gli attuali proprietari sono figli di Camilla. L’interno, composto da quattro ampi saloni, è impreziosito da pregevoli soffitti affrescati, da pavimenti in mosaico e da arredi originali che rendono particolarmente intima ed accogliente l’atmosfera. Accesso per i concerti dal cancello fronte lago.

  • Coletti: «Como città bloccata». Il vescovo striglia la politica

    Coletti: «Como città bloccata». Il vescovo striglia la politica

    «Ci sono state divisioni che il cittadino stenta a capire»«Le difficoltà della città sono sotto gli occhi di tutti. Ci sono problemi logistici, industriali, amministrativi. Ai politici sono mancati il coraggio, l’amore, la passione. Più ancora, è mancata una più profonda intelligenza della complessità delle situazioni e una più profonda solidarietà. L’eccessiva personalizzazione della politica ha portato a divisioni che il cittadino stenta a capire e che hanno paralizzato tutto, anche le buone intenzioni».Cinque anni dopo aver preso leredini della diocesi di Como, il vescovo Diego Coletti svela l’idea che si è fatto della città e, soprattutto, dei suoi cittadini, amministratori compresi. Lo fa nel tradizionale incontro annuale con la stampa nel giorno di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. Lo fa senza sorvolare sulle questioni più delicate, dalle imminenti elezioni all’eterna battaglia sull’ipotesi della moschea.«Sono stati cinque anni faticosi – premette il vescovo – La città è bloccata e questo mi sembra evidente. L’auspicio è che ci sia una maggiore capacità di coinvolgimento e collaborazione. Abbiamo assistito a divisioni che il cittadino medio stenta a capire, innescate da un eccessivo individualismo della politica. Pur nel rispetto delle diversità culturali e politiche, occorre recuperare il gusto di lavorare assieme».Nessuna indicazione, però, sul “candidato ideale” alla carica di sindaco. «La mia preoccupazione, trattandosi di elezioni amministrative – spiega monsignor Coletti – è garantire la neutralità della comunità cristiana, pur nell’obbligo del richiamo ai propri valori. Chiunque decida di impegnarsi nel politico ha una sua visione e un entroterra di valori, e deve esserci coerenza. È necessario essere chiari su quello che si pensa. Occorre ritrovare una dimensione fraterna – ha detto ancora monsignor Coletti dialogando con i giornalisti – L’intelligenza, da sola, produce strumenti di guerra. Senza fraternità, senza finalizzazione, l’intelligenza produce nulla di buono. Mi auguro che la classe politica individui capaci di un lavoro di grande tessitura. In questi anni, il desiderio di guardare più al proprio interesse e alla propria strategia che non al gioco di squadra ha impedito lo sviluppo che la qualità di questa città merita».Una città nella quale deve esserci spazio per tutti. «L’atteggiamento nei confronti degli islamici oggi è molto spesso di aggressività o di paura – sottolinea il vescovo – Al massimo, c’è una terza via di fuga, quella di dire che è tutto uguale. Non è così. Una coscienza più personalizzata e approfondita porterebbe a dare spazio all’accoglienza, pur facendo capire la differenza. Dico sì alla moschea, nel senso che deve essere rispettato il diritto di tutti ad esprimere liberamente la propria religiosità. Poi, è chiaro che accoglienza non significa per forza apertura a 360 gradi. Se ci fosse qualche sospetto sull’esistenza di elementi che non sono in linea con la nostra Costituzione, è giusto che le autorità preposte facciano le necessarie verifiche. Verifiche che non spettano certo alla Chiesa».Gli anni di monsignor Coletti a Como sono stati segnati dalla crisi economica. «Non so dire se per questo la città sia migliore o peggiore – precisa il vescovo – Senza dubbio, si è scatenata una sorta di guerra al “si salvi chi può” che ha condizionato molto le cose. Le persone sono in condizioni di sofferenza maggiore, e questo non può essere ignorato. La Chiesa sta provando a fare la sua parte, per il resto non spetta a me giudicare le politiche messe in atto dalle istituzioni».Basandosi su cinque anni di esperienza diretta, il vescovo parla dei comaschi anche dal punto di vista spirituale. «Credo che ci sia da fare un grande lavoro di recupero della qualità della fede – sottolinea monsignor Diego Coletti – Ci sono belle tradizioni e abbiamo anche un’alta percentuale di frequentanti nelle nostre realtà parrocchiali. Il problema gravissimo è l’assottigliarsi dello spessore della fede. C’è una fede tradizionale, fatta di belle e sane tradizioni, ma credo che si debba traslocare verso un percorso più pensato e più appropriato alla persona, verso un approfondimento delle radici della fede».Un percorso che potrebbe favorire la realizzazione di uno dei sogni del vescovo, quello di vedere «rifiorire le vocazioni sacerdotali, religiose e missionarie». A Villa Guardia, negli ultimi anni, sembra sia accaduto. Effetto del santuario di Maccio?«Effetto di una comunità che prega molto – sintetizza monsignor Coletti – di tanta gente che ha un’amicizia viva e personale con Gesù. La fede non è un segno portato addosso e neppure la partecipazione a un sacramento, è entrare in una nuova esperienza che ti cambia la vita».

    Anna Campaniello

  • È scontro fra Comense e Priolo

    È scontro fra Comense e Priolo

    Basket donne La polemicaÈ scontro fra Comense e Priolo per la data del recupero della gara non disputata domenica scorsa. Match rinviato in quanto le siciliane, a loro dire, non sarebbero riuscite a lasciare la loro regione a causa dei problemi dati dalla rivolta dei “forconi” e dal blocco dei camion.Ora è polemica tra i due club, a suon di comunicati stampa, con le siciliane che annunciano che non intendono giocare la gara in programma il prossimo 8 febbraio al Palasampietro, sostenendo che un loro dirigente sia stato minacciato attraverso un sms giunto da Como, da un esponente della società nerostellata.La discussione ha preso toni accesi dopo che qualcuno, sul Lario, ha fatto notare che un’altra formazione siciliana, Alcamo, domenica scorsa è regolarmente scesa in campo.Priolo chiede alla Lega Basket Femminile di adottare “gli opportuni provvedimenti al fine di tutelare la dignità di una propria associata e dei sui tesserati”.Alla Federazione viene poi chiesto, a questo punto, di rinviare la partita dell’8 febbraio “per evitare che dalle intimidazioni per sms si passi a intimidazioni ambientali che possano mettere a rischio l’incolumità personale di dirigenti ed atleti della nostra società” dice il comunicato del club siciliano.

  • Allarme lungo il confine per l’arrivo della letale “super-ecstasy”

    Allarme lungo il confine per l’arrivo della letale “super-ecstasy”

    La pastiglia in Italia non è ancora nota come droga: a Chiasso si è parlato del problema

    centimetro di diametro, definita potenzialmente mortale (anche in piccole dosi) e quattro volte più potente della ben più nota ecstasy.Su un lato – per conoscenza – sono riportati tre rombi che convergono verso un unico punto.A rendere la droga ancora più pericolosa, il fatto che questa sia poco nota e, addirittura, in Italia, del tutto sconosciuta e ancora non catalogata nelle tabelle ministeriali.Tanto che paradossalmente, nella nostra Penisola, non si può ancora parlare di droga.La pastiglia in questione è stata fatta analizzare da un esperto che ha evidenziato una presenza elevata di metaclorofenilpiperazina.In Svizzera queste pastiglie erano già note anche se da poco tempo, mentre in Italia non sono ancora comprese tra il novero delle droghe conosciute.Motivo per cui il problema è stato posto sul tavolo di Chiasso, in quanto da indagini parrebbe che la “super-ecstasy” abbia nei Paesi Bassi il luogo di provenienza e nel Canton Ticino il passaggio obbligato verso l’Italia. La vicenda è stata portata allo scoperto da un recente sacchetto (contenente 769 pastiglie) trovato da un buttafuori all’esterno di un locale italiano.Contenitore poi consegnato alla guardia di finanza e da qui inviato all’esperto per essere analizzato. Qui è avvenuta la sconcertante scoperta, relativa non solo alla potenza devastante della pastiglia – che può portare alla morte – quattro volte più letale dell’ecstasy, bensì anche al fatto che quest’ultima non fosse compresa nelle tabelle ministeriali e dunque fosse, per l’Italia, sostanzialmente sconosciuta.Tanto è vero che il fascicolo aperto sul ritrovamento non sarebbe per droga, bensì per «commercio di sostanze alimentari contraffatte o adulterate», dato che paradossalmente la sostanza al momento non è ancora riconosciuta dalla legge come stupefacente.

    Mauro Peverelli

  • Addio a Mario Corso, spesso ospite allo stadio Sinigaglia

    Addio a Mario Corso, spesso ospite allo stadio Sinigaglia

    Non era difficile incrociarlo nella tribuna dello stadio Sinigaglia, dove con tutti è sempre stato disponibile per una foto, un autografo o una chiacchierata sulla partita.Il calcio italiano è in lutto per la scomparsa di Mario Corso, centrocampista protagonista nella grande Inter di Helenio Herrera.Nato a Verona il 25 agosto del 1941, Corso si è tolto le soddisfazioni più importanti con la casacca nerazzurra, con due Coppe dei Campioni, altrettante Intercontinentali e quattro scudetti. Al termine della sua carriera ha poi militato con il Genoa. Da tecnico, oltre che all’Inter, ha lavorato con Lecce, Napoli, Catanzaro, Mantova, Barletta e Verona. In nazionale vanta 23 presenze.

  • Camera di Commercio, prove di riscrittura dello statuto

    Camera di Commercio, prove di riscrittura dello statuto

    La mini-crisi politica che si è aperta in seno al consiglio della Camera di Commercio di Como e Lecco dopo il rinvio dell’approvazione del nuovo statuto sta creando agitazione tra le componenti del parlamentino dell’economia lariana. E spinge a trovare una soluzione, il più rapidamente possibile.Il disaccordo, com’è noto, è esploso sul ruolo delle commissioni consiliari, che alcuni (le componenti di minoranza) vorrebbero potenziare, altri (la maggioranza, ma non tutta) invece limitare.Non è un caso, allora, se già questa mattina, in modalità virtuale, torna a riunirsi proprio la commissione incaricata di redigere la bozza di statuto.La coordinatrice Gaetana Mariani si dice «fiduciosa nella possibilità di trovare un accordo. Ci dobbiamo lavorare, ma sin qui tutti hanno collaborato e credo che si possa fare una sintesi. Abbiamo diverse ipotesi su cui stiamo riflettendo, domani (oggi, ndr) ne parleremo, poi porterò queste riflessioni in giunta all’inizio della settimana prossima». Mariani, e con lei la maggioranza della commissione statuto, avevano votato in prima battuta per una formulazione dello statuto pro-commissioni. Il testo però non era passato in giunta, e alla fine nella bozza portata in consiglio figuravano due diverse opzioni. Simili tra loro con l’eccezione di un passaggio, questo: «A supporto della propria attività e per la realizzazione del programma pluriennale finalizzato allo sviluppo del sistema socio-economico territoriale, il consiglio di norma costituisce le seguenti Commissioni: Statuto e Regolamenti; Internazionalizzazione; Capitale umano, Formazione e Orientamento; Innovazione; Territorio, Infrastrutture e Mobilità; Credito; Turismo, Cultura e Commercio; Economia civile; Ambiente e Sostenibilità; Società partecipate».Un elenco dal sapore politico, che di fatto avrebbe orientato il lavoro di tutto l’ente camerale, restituendo un’importante fetta di potere consultivo e decisionale al consiglio.Su questo punto lo scontro è stato forte. Lo stesso consiglio appare diviso e incapace, al momento, di trovare una sintesi che pure è necessaria, anche perché lo statuto va comunque approvato. Il voto qualificato impone che almeno 22 consiglieri su 33 approvino il testo. Senza un accordo, la strada appare molto in salita.

  • Al via la nuova edizione del Bando Incubatore d’Impresa della Camera di Commercio

    Al via la nuova edizione del Bando Incubatore d’Impresa della Camera di Commercio

    Ai nastri di partenza la dodicesima edizione del Bando Incubatore d’impresa della Camera di Commercio di Como-Lecco che si rivolge ad aspiranti imprenditori che intendano sviluppare idee innovative all’interno dell’incubatore certificato di ComoNExT- Innovation Hub.«La Camera di Commercio ha deciso di proseguire nel suo impegno a supporto della ripartenza del sistema economico lariano non solo aiutando le imprese già esistenti e che hanno subito gravi ripercussioni in questo periodo di lockdown, ma cercando di stimolare e sostenere anche la nascita e la crescita di nuove e innovative realtà imprenditoriali che possano iniettare nuove energie, nuove risorse e nuove idee sul territorio» commenta Marco Galimberti, Presidente della Camera di Commercio di Como-Lecco «Questa edizione risulta particolarmente significativa quale segnale di fiducia e positività per l’auspicata ripresa delle attività economiche nel contesto dell’emergenza sanitaria Covid-19».Il Bando sostiene la trasformazione di una buona idea in una vera e propria attività imprenditoriale, mediante un percorso assistito della durata di un anno, e la consulenza tecnica e manageriale fornita dall’incubatore certificato di ComoNExT – Innovation Hub.«Lo sviluppo di nuove soluzioni di prodotto/processo in questa particolare fase rappresentano un arricchimento per tutto il sistema imprenditoriale e sociale. Proprio per questo, in questa edizione abbiamo deciso di riconoscere una premialità specifica a quei progetti che favoriscano lo sviluppo di soluzioni digitali in risposta all’emergenza sanitaria e a quelli che incentivino modelli di sviluppo produttivo green driven, orientati alla qualità e alla sostenibilità tramite prodotti/servizi con minore impatto ambientale e sociale» – prosegue Marco Galimberti.

    L’Incubatore certificato Sviluppo Como – ComoNExT Spa è parte integrante dell’Innovation Hub in cui operano circa 130 imprese technology based e oltre 700 knowledge workers, che ha fra i suoi punti di forza quello di essere una realtà multisettoriale in cui operano sia start-up che aziende consolidate. Questo rende ComoNExT un luogo capace di mettere a sistema in modalità diretta forme di crescita e di collaborazione più difficili da realizzare in contesti “monotematici”.“In questo anno di grande difficoltà – commenta il Presidente di ComoNExT, Enrico Lironi – la decisione di Camera di Commercio di Como-Lecco di proporre la nuova edizione del Bando Incubatore d’Impresa suona come un messaggio forte, confermando il proprio ruolo di sostegno al sistema economico-produttivo. ComoNExT – aggiunge Lironi – è orgogliosa di poter mettere a disposizione anche quest’anno le proprie competenze, in un momento in cui l’Innovazione si afferma come l’unica soluzione a disposizione delle imprese per accelerare il superamento di questa fase buia. Auspico – conclude il presidente di ComoNExT – che altre aziende ed enti vogliano sostenere con ulteriori bandi, garantiti da adeguate risorse economiche, la nascita di startup innovative che rappresentano il vero seme per trasferire l’innovazione negli ambiti produttivi e dei servizi”.La Camera di Commercio di Como-Lecco erogherà ai soggetti selezionati un voucher del valore massimo di 20.000,00 euro spendibile nei 12 mesi di incubazione. Possono partecipare aspiranti imprenditori/imprenditrici ma anche microimprese o PMI iscritte ed attive al Registro Imprese da non oltre 18 mesi. Le candidature potranno essere formalizzate dal 18 maggio 2020 al 30 giugno 2020.Il bando e la relativa modulistica sono disponibili sul sito web della Camera di Commercio (www.comolecco.camcom.it) e sul sito web di ComoNExT (www.comonext.it).