Robbiani, Lega dei Ticinesi: «Via il permesso di lavoro a chi insulta la Svizzera»

Robbiani, Lega dei Ticinesi: «Via il permesso di lavoro a chi insulta la Svizzera»

Da una parte un sentimento “antifrontaliere” e dall’altra un sentimento contro la Svizzera proprio da parte dei lavoratori italiani. Tutto giocato sul filo dei social network. Prosegue la bagarre che negli ultimi mesi ha portato anche a due clamorosi licenziamenti per gli insulti via social alla polizia ticinese. Da alcuni giorni il gran consigliere della Lega dei Ticinesi, Massimiliano Robbiani, che su Facebook è un attivo esponente è amministratore del gruppo “Basta frontalieri… diamo lavoro ai nostri disoccupati” sta raccogliendo una serie di messaggi scritti sui social da frontalieri contro la Svizzera e gli svizzeri. A che scopo? Robbiani vorrebbe chiedere il mancato rinnovo o il ritiro del permesso di lavoro a queste persone, che peraltro vengono indicate con tanto di nome e cognome.«È inaccettabile che qualsivoglia persona si permetta di offendere una nazione, in questo caso la Svizzera, che ti concede la possibilità di vivere offrendoti un’occupazione – ha dichiarato Robbiani al Mattino Online, organo ufficiale della Lega dei Ticinesi – Queste persone devono essere subito licenziate».«Non si sputa nel piatto dove si mangia – ha aggiunto – L’unica soluzione logica ed efficace per poter arginare un fenomeno che si sta propagando sui social a dismisura è quello del ritiro del permesso di lavoro, dopo i dovuti accertamenti».«Vedremo poi se questi simpaticoni della “tastiera” avranno ancora modo e voglia di ridacchiarci dietro alle spalle!» conclude il gran consigliere.Tra i post segnalati da Robbiani ve ne sono di molto pesanti, si passa dagli sfottò sugli svizzeri a pesanti e gratuiti insulti contrari anche alla stessa policy di Facebook.«Sono stufo di questi personaggi – ha dichiarato sempre Robbiani al portale “Ticinolibero” – Andrebbe ritirato loro subito il permesso di lavoro. Chiedo nessuna compassione ma massima severità per arginare simili comportamenti che continuano a offendere la Svizzera. Svizzera che gli dà il pane quotidiano!».Il dibattito, al momento, è bene sottolinearlo, si gioca soltanto sul tavolo virtuale di Internet e dei social e non su quelli istituzionali dei rapporti tra Svizzera e Italia in tema di frontalierato.