A due passi da Caserta sorge la PICCOLA ZURIGO della Campania | Qui non senti una mosca volare, aria di pace ovunque

Golfo di Napoli - pexels - salernosera

Arroccata a oltre 400 metri di altitudine, sulle pendici dei monti Tifatini, Casertavecchia è un piccolo gioiello medievale che sembra rimasto sospeso nel tempo.
Oggi è una frazione di Caserta, ma per secoli è stata il cuore pulsante della vita politica e religiosa della zona. Il suo nome originario, Casa Hirta, significa “villaggio posto in alto” — e basta arrivarci per capire quanto fosse azzeccato.
Le prime tracce di questo borgo risalgono almeno al IX secolo, quando viene citato come castrum longobardo. All’epoca, la posizione strategica lo rendeva una roccaforte importante, protetta da mura e torri. Con l’arrivo dei Normanni, nel 1062, Casertavecchia conobbe un periodo di crescita e prestigio: proprio in quegli anni nacque uno dei suoi simboli più amati, il Duomo di San Michele Arcangelo, costruito tra il 1113 e il 1153.
Sotto il dominio svevo e poi angioino, il borgo continuò a prosperare. Il castello fu ampliato e arricchito da un imponente mastio cilindrico che ancora oggi, con i suoi 32 metri, domina il panorama. Ma la storia, si sa, cambia il destino dei luoghi: con la nascita della nuova Caserta in pianura e, soprattutto, con la costruzione della Reggia borbonica nel Settecento, Casertavecchia perse progressivamente la sua centralità. Nel 1841 anche la diocesi fu trasferita, e il borgo iniziò un lungo periodo di declino.
Passeggiando oggi tra le sue stradine lastricate, si ha l’impressione che il tempo si sia fermato. Il Duomo è ancora il cuore del borgo, con la sua facciata romanica e le influenze siculo-normanne e arabe. All’interno, tre navate sorrette da colonne di spoglio raccontano di un’epoca in cui l’arte era un incontro di culture. Accanto, la Chiesa dell’Annunziata e la Cappella di San Rocco aggiungono altre sfumature alla storia del luogo.
Un fascino che va oltre le rovine del passato
Il castello medievale, pur in parte in rovina, conserva ancora il fascino delle sue torri e delle mura che un tempo proteggevano la comunità. Salendo fino al mastio, lo sguardo spazia dalla pianura di Caserta fino al Vesuvio e al Golfo di Napoli. È un panorama che ripaga ogni passo.
Negli anni ’60 Casertavecchia è stata riconosciuta come Monumento Nazionale, e da allora è iniziato un lento e appassionato recupero. Oggi il borgo vive una nuova stagione di vitalità, soprattutto grazie agli eventi culturali che ogni anno attirano migliaia di visitatori.

Un viaggio nel passato
Tra i più noti c’è “Settembre al Borgo”, una rassegna di teatro e musica che anima le piazzette e i cortili, e il più recente “Un Borgo di Libri”, dedicato alla letteratura.
Visitare Casertavecchia significa fare un viaggio nel passato: ogni pietra, ogni arco, ogni scorcio racconta una storia di epoche lontane. Ma è anche un luogo vivo, dove l’arte, la cultura e la bellezza continuano a incontrarsi, proprio come accadeva mille anni fa.