Non solo mare, ISCHIA ha da offrire un TESORO che in pochi conoscono | Lo ammiri e ci torni tutto l’anno

Non solo mare, ISCHIA ha da offrire un TESORO che in pochi conoscono | Lo ammiri e ci torni tutto l’anno

Ischia (Pexels) - Corrieredicomo

Arrivare a Ischia Ponte e vedere davanti a sé quell’imponente roccia, collegata alla terraferma da un lungo ponte in pietra, è un po’ come essere invitati a varcare una soglia nel tempo.

Lì, svetta il Castello Aragonese, sentinella silenziosa che da secoli veglia sul mare e sulla vita dell’isola. La sua storia comincia molto prima che il nome “Aragonese” comparisse. Nel lontano 474 a.C., Gerone di Siracusa scelse questa roccia vulcanica per erigere il suo “Castrum Gironis”, un rifugio sicuro contro le incursioni nemiche.

Da allora, ogni epoca ha lasciato un segno: i Romani, che vi portarono il loro ordine; i monaci e i nobili medievali, che ne fecero un luogo di difesa; e infine Alfonso V d’Aragona, che nel XV secolo gli diede la forma che conosciamo oggi, con mura imponenti e torri che ricordano il Maschio Angioino di Napoli.

Camminare all’interno del Castello è come sfogliare un libro illustrato. Nel Cinquecento, le sue sale riecheggiavano di versi e conversazioni colte: qui la poetessa Vittoria Colonna, moglie del marchese di Pescara, accoglieva artisti e letterati, tra cui persino Michelangelo. Si respirava cultura, e il panorama mozzafiato sul Golfo di Napoli faceva il resto.

Il tempo, però, non è stato sempre gentile. Nei secoli successivi, il Castello conobbe momenti di abbandono e persino di prigionia: durante il dominio borbonico, le sue stanze divennero celle per detenuti politici, molti dei quali protagonisti del Risorgimento. Poi, nel 1809, le cannonate inglesi lo colpirono duramente. Sembrava destinato a crollare, fino a quando, nel 1912, l’avvocato Nicola Ernesto Mattera lo acquistò e iniziò a restaurarlo con pazienza e dedizione.

Un panorama indimenticabile

Oggi, chi lo visita trova un luogo vivo. Il tunnel scavato nella roccia – lungo circa 400 metri – è il primo passo in questa avventura: un tempo serviva a difendersi dagli invasori, oggi conduce a un mondo sospeso tra storia e natura. Dall’uscita, ci si può inerpicare lungo un sentiero panoramico oppure salire con un ascensore ricavato nella roccia.

In cima, il panorama è di quelli che si imprimono nella memoria: terrazze che si affacciano sul blu intenso del mare, ulivi che si piegano al vento, cupole e campanili che spuntano tra i tetti. La Cattedrale dell’Assunta, il monastero delle Clarisse, le antiche carceri e le chiese minori raccontano vicende di fede, clausura, resistenza e speranza.

Mare al tramonto (pexels) -Corrieredicomo

Un mare oro e rosa rende vivo il panorama

Il Castello Aragonese non è solo un monumento: è un luogo che vive ancora, ospitando mostre d’arte, concerti e il celebre Ischia Film Festival, che ogni anno porta registi e attori da tutto il mondo tra le sue mura.

E mentre il sole tramonta dietro Procida e Capri, tingendo il mare di oro e rosa, si capisce che questo castello non è soltanto pietra. È un cuore pulsante di storia e bellezza, che continua a battere al ritmo lento e profondo del Mediterraneo.