Roberto Benigni in lacrime: è morto il re del cinema italiano nel mondo | Tutta Italia piange sulle sue pellicole

Roberto Benigni

Roberto Benigni (Instagram) Corrieredicomo.it

Si è spento l’attore elegante e intenso. Il suo talento ha attraversato sessant’anni di cinema, teatro e televisione lasciando il segno.

Quando un attore amato e stimato se ne va, non lascia solo un vuoto nel cinema, ma un’eco che risuona tra le scene e le parole che ha interpretato.

La sua scomparsa commuove Roberto Benigni e tutti i colleghi, registi e spettatori di più generazioni, legati ai suoi personaggi intensi e misurati.

Con la sua eleganza d’altri tempi aveva trasformato ogni ruolo in una lezione di stile, ogni battuta in verità.

E ora, il suo ultimo applauso risuona come un grazie collettivo per sessant’anni di arte.

Un addio che commuove il cinema italiano

Ci sono attori che non cercano la luce dei riflettori ma finiscono per illuminarla con la loro sola presenza. L’attore scomparso era uno di loro. La sua voce profonda, lo sguardo intelligente e quella calma capace di riempire la scena senza bisogno di gesti plateali lo avevano reso un punto di riferimento per intere generazioni di artisti.

In queste ore, l’Italia del cinema si ferma per ricordarlo. Roberto Benigni, che lo volle al suo fianco in Johnny Stecchino, non ha trattenuto le lacrime: un legame di amicizia e rispetto che univa due anime diversissime, ma ugualmente innamorate dell’arte. Bonacelli aveva attraversato sessant’anni di storia dello spettacolo, portando con sé la discrezione e l’intensità di chi non recitava per farsi notare, ma per raccontare la verità.

Paolo Bonacelli
Paolo Bonacelli (Wikimedia Commons) Corrieredicomo.it

Paolo Bonacelli, una vita dedicata alla recitazione

Paolo Bonacelli è morto a 88 anni la sera dell’8 ottobre, all’ospedale San Filippo Neri di Roma. A darne notizia è stata la moglie, Cecilia Zingaro. Con lui se ne va uno degli interpreti più eleganti e rigorosi del nostro cinema, un attore capace di passare con naturalezza dal teatro alla televisione, dai film d’autore alle produzioni internazionali. Nato a Civita Castellana nel 1937, si era formato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica, iniziando sul palcoscenico accanto a giganti come Vittorio Gassman. Poi il grande schermo lo consacrò: Salò o le 120 giornate di Sodoma di Pasolini, Fuga di mezzanotte di Alan Parker, State buoni se potete di Magni, Mission: Impossible III di J.J. Abrams. Ma per il pubblico rimarrà per sempre lo zio d’Agata di Johnny Stecchino, il personaggio che lo rese amatissimo anche dai più giovani e gli valse un Nastro d’Argento e un Ciak d’Oro.

Negli ultimi anni aveva continuato a recitare con la stessa passione di sempre. Alla Mostra del Cinema di Venezia era apparso nel film In the Hand of Dante di Julian Schnabel, nel ruolo di un prete di Alcamo: ancora una volta, un ritorno alla Sicilia, terra che amava e che lo aveva accolto artisticamente. Schivo e riservato nella vita privata, Paolo Bonacelli ha lasciato più di 120 film, un’eredità di cultura e professionalità che racconta l’essenza del vero attore: chi sa emozionare senza gridare. Il suo volto, la sua voce e il suo sguardo resteranno per sempre impressi nella memoria del nostro cinema.