Bimillenario di Plinio il Vecchio, scende in campo la Normale di Pisa

Plinio il Vecchio, orgoglio e sfida per Como. Il professor Gianfranco Adornato, professore aggregato di Archeologia classica alla Scuola Normale di Pisa, sprona la cultura lariana con alcune riflessioni sulle iniziative già in atto e da progettare per il bimillenario della nascita (2023-2024) dell’erudito lariano morto nel 79 d.C. durante l’eruzione del Vesuvio. E autore della monumentaleNaturalis historia, summa enciclopedica del pensiero del suo tempo in 37 libri.«Come dissi nel 2018 nella mia lecture nella sede della Regione Lombardia presso le Istituzioni europee a Bruxelles – dice il professore – Plinio il Vecchio ha statura davvero europea: non è un erudito da tavolino, ha viaggiato nel Mediterraneo, è stato in Spagna, nell’attuale Belgio, in Africa. Non è stato affatto un topo di biblioteca. La sua opera ha avuto nel corso dei secoli una ricaduta su un ampio ventaglio di discipline, Carlo Magno aveva la sua copia personale dellaNaturalis historia, così come Johann Joachim Winkelmann la considerava una guida per la storia dell’arte. Plinio ha dettato legge nella scienza, nella medicina, nell’archeologia, fu autorità di riferimento dalla tarda antichità fino al Rinascimento, per la classificazione delle specie animali fino a Linneo. E pertanto è riduttivo, un errore prospettico confinarne la grandezza al recinto letterario classico. Siamo di fronte a un’opera ambiziosa, una opera-mondo (mundum è la parola con cui peraltro si apre il secondo libro, quello sulla cosmologia) a dir poco monumentale. L’opera e il suo autore vanno insomma ben oltre i singoli ambiti disciplinari».La cui conoscenza è una sfida degna di Jorge Luis Borges. «A Bruxelles ho dato un esempio fra tanti – ricorda Adornato – Plinio è il primo a parlare della birra, dettaglio linguistico che però dà l’idea dell’ampiezza dei suoi interessi. Plinio è per molti artisti antichi l’unica fonte reperibile. Ed è stato anche un ambientalista ante litteram, quando ha sottolineato la presenza devastatrice della presenza umana sulla natura, che si ribella a suon di terremoti. Ma è anche uomo del suo tempo, che apprezza dipinti, monumenti. Alla Normale proprio settimana scorsa ho fatto una lezione sul mondo del collezionismo e sul mercato dall’arte che viene fuori da Plinio: anche allora si investiva sui giovani artisti contemporanei, e spesso con cifre esorbitanti, non è un fenomeno limitato ai nostri tempi».Qualcuno avvicina laNaturalis historiaalla moderna Wikipedia. «È un errore di prospettiva. Il concetto di enciclopedia nasce con Diderot e D’Alembert. Plinio ha letto e fatto leggere ai suoi schiavi centinaia di fonti, ma intende fornire informazioni e strumenti soprattutto per l’educazione (qui la parola fondamentale è “paideia”) dei cittadini romani di alto rango e alta levatura intellettuale. D’altronde chi poteva permettersi un’impresa editoriale così vasta come la sua, non da leggere dalla prima all’ultima pagina ma da consultare di frequente per costruire il vero civis romanus? Altro che Treccani… Plinio ha l’ambizione di dare dati di prima mano, ed è autore ancora sottovalutato anche dai classicisti, spesso di difficile interpretazione. Anche per questo nei licei non è letto, non è un Cicerone nella prosa, spesso le sue definizioni sono difficili da rendere nell’italiano moderno».Attualmente il professor Adornato è coordinatore nazionale («Principal Investigator») del progetto PRIN 2013 “Oltre Plinio. Ricezione e trasmissione di teorie sull’arte, canoni d’artisti e lessico tecnico-artistico, tra tardo classicismo ed età imperiale. Un approccio multidisciplinare alla Naturalis Historia (Libri XXXIII-XXXVI)”. Ne è nato un sito Internet in via di accrescimento, oltreplinio.it.«Intendiamo restituire un Plinio vivo, nella sua grandezza. Un Plinio 2.0», dice Adornato.Che nella sua lecture già aveva indagato la centralità di Plinio il Vecchio nel processo di costituzione di una cultura europea condivisa. La conferenza, dal titolo “Plinio il Vecchio e le Fonti d’Europa: eredità culturale, studi e prospettive”, era promossa dall’Accademia Pliniana di Como, dalla Regione Lombardia e dalla sua delegazione di presidenza all’UE. E nel frattempo le ricerche sono andata avanti e hanno di fatto costituito l’ossatura delle celebrazioni per i duemila anni dalla nascita di Plinio nel 2023/24.Il sito pliniano (che è anche in inglese) intende approfondire tra l’altro i libri dellaNaturalis Historiadi Plinio il Vecchio dedicati all’arte (34-36 e alcune sezioni dei libri 33 e 37) troppo a lungo considerati solo una lista di excerpta: le 3.000 notizie derivate da più di 70 autori greci e romani sono state decontestualizzate per ricostruire fonti perdute, trattati, biografie e opere degli artisti. Il progetto intende superare i limiti di questo approccio, fornendo un commento storico, filologico e archeologico aggiornato di questi libri e rendendo disponibili i risultati tramite il web.Inoltre si intende attingere agli archivi come la biblioteca della Scuola Normale Superiore per fornire agli studiosi un regesto delle principali edizioni a stampa e una aggiornata bibliografia. «Capire il testo pliniano non è sempre facile. La presenza di termini rari o parole usate in contesti e significati unici, unitamente allo stile di Plinio e alla storia travagliata del testo, rendono difficile la comprensione», si legge sul sito. Obiettivo «è anche promuovere lo studio della circolazione del testo pliniano in epoca moderna e offrire agli studiosi la possibilità di analizzare il suo impatto in differenti contesti e società». Una delle prime traduzioni disponibili sul sito sarà quella che pubblicò Cristoforo Landino a Venezia nel 1534 (esemplare della Normale).Tra i vari progetti in cantiere anche la riedizione dellaNaturalis historianella versione pubblicata da Giardini di Pisa e promossa dal Comune di Como, da rendere disponibile anche in rete, oggi è una rarità per bibliofili.«Questa ultima come l’einaudiana nei “Millenni” in sei tomi degli anni Ottanta sono buone traduzioni, ma c’è un problema filologico dato che nessuno ha fatto una collazione tra i vari manoscritti dell’opera. Il punto debole delle varie edizioni moderne – dice il professor Adornato – è la mancanza di un commento puntuale. Speriamo di arrivarci».Ma in Normale non si pensa solo al Plinio libresco, tutt’altro. Il comasco menziona le opere d’arte collezionate da Tito Flavio Vespasiano nel Tempio della Pace e nelle sue altre gallerie (Naturalis historia XXXIV. 84), e in base alle sue informazioni a proposito dell’ubicazione di queste opere nella Roma antica i progetti del professor Adornato e del suo team prevedono anche la mappatura tramite Gps dei luoghi e delle opere d’arte descritti da Plinio nella capitale. Il piano prevede una sorta di mappa virtuale che permetterà al turista curioso ma anche allo studioso di vivere direttamente la Roma di Plinio, quella del primo secolo dopo Cristo, e i suoi monumenti più insigni.Altro progetto ancora top secret per il millenario, annuncia Adornato, è una mostra diffusa nella città di Como in collaborazione con la nostra Accademia Pliniana per far capire proprio la dimensione europea di Plinio e la sua influenza nella cultura attraverso i secoli.Lorenzo Morandotti

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