Coprifuoco Sinigaglia. Con tutto il rispetto per il Calcio Como cha ha ottenuto un’importante vittoria, e per l’A.S. Giana, fanalino di coda in classifica e in trasferta sul Lario, la partita di sabato sera non sembrava essere un match ad alto rischio.Non appariva uno di quegli scontri potenzialmente delicati e cerchiati di rosso sul calendario. Nonostante ciò la zona intorno allo stadio, a partire dalle 14 di sabato è diventata come sempre off limits. Sono immediatamente comparsi gli operai al lavoro per posizionare i pesanti jersey utilizzati per circoscrivere l’area e indirizzare i tifosi, e la polizia locale intenta a rimuovere le auto in divieto di sosta.E anche in questo caso molte vetture sono state portate via. Undici i mezzi rimossi, meno delle 20 auto in divieto in occasione dell’ultimo turno infrasettimanale ma comunque sempre numerose. E i tifosi ospiti in arrivo da Gorgonzola (città di origine dell’A.S. Giana), sono stati 11 su un totale di 2.085 spettatori paganti. La domanda e le polemiche che anche in questo caso hanno anticipato e poi seguito la fine della partita sono sempre le stesse: è necessario blindare la zona stadio per match dallo scarso richiamo? E le auto in sosta vietata devono essere tassativamente rimosse addirittura a partire da sette ore prima del fischio di inizio (sabato si partiva alle 20.45)? Le risposte ufficiali sono due “sì”, ma la discussione rimane comunque aperta.
L’approfondimento sul Corriere di Como in edicola martedì 8 ottobre
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